Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 20 - 30 aprile 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI !91 <lell'arbitrio di cui la teologia ebbe a dubitare assai prima di lei; ma il danno è lieve, se riesce a dimostrare ( e ci riesce) che la moralità è una forma della socialita, e che una stessa necernta vitale è di entrambe fondamento incrollabile. Poeti ed artisti muovono volentieri alla scienza quest'altro biasimo, d'essere utilitaria ed antiestetica. Se si prende l'aggettivo utilitaria nel significato più grossolano e più comune, riesce difficile: intendere com' esso possa rifc:rirsi a una scienza che fra molt'altro, cu,a di .conoscere la natura e i moti di corpi celesti incommensurabilmente remoti da noi nello spazio, descrive le mu· tazioni avvenute sulla superficie del nostro pianeta parecchi milioni d'anni prima che l'uomo vi potesse apparire, studia le proprietà di una quarta dimensione non cognita all'esperienza, ecc. Se poi si prende l'aggettivo utilitaria in un significato più filosofico e più giusto, non s'intende punto com'esso possa essere adoperato per -esprimere un biasimo. La scienza non dissecca le fonti .dell'inspirazione. La scienza non dà di frego alla belleiza. Essa è così poco antiestetica che, studiando amorosamente la bellezza e l'arte, diventa per l'appunto l'estetica, cioc la scienza che ci fa penetrare i misteri <!ella bellezza e dell'arte. La conosctnza e l'amore della verità non chiedono il disprezzo e l'abbandono della finzione; chiedono solo che la finzione non sia scambiata per verità. La scienza da noi vagheggiata e invocata è potenza e sapienza ; è intelletto che vede l'ordine delle cose; è .amore di verità, che conosce, secondo la bella parola <lei Newton, d'avere dinanzi a sè un oceano di verità sconosciuta; è stntlmento del reale e del possibile ; è virtù che guida e trasforma la vita. Ora, per finire, torniamo al caso particolare e pratico, al caso nostro. Che s'ha a fare, perche la cultura nostra, ridotta a così mal partito, rinvenga e cresca e migliori? Qui nascono le difficoltà. Se a mal partito fosse la solo cultura, non si dovreboe faticar molto a trovare e suggerire i rimedii ; ma essendo .a mal partito tant'altre cose nel nostro paese, non si sa <love metter le mani e d'onde cominciare. Da molti si dice e si ripete che le razze meridionali di questa. vec-; chia Europa volgono al basso, mentre le settentnonah salgono. e che questa è una fatalità storica. Senza voler risolvere il dubbio della fatalità, gli è certo che le razze meridionali van decadendo, e che a cosiffatti decadimenti è assai difficile riparare. Un organismo politico ammalato somiglia molto a un organismo biologico ammalato, e si comporta nel medesimo modo: le operazioni che meglio lo aiuterebbero a guarire sono quelle appunto ch'esso non è in grado. di co_rnpiere_. . . .. Cominciamo dal dire che c1 vogliono d1 quei nmedn che penetrano, e vanno a cercare il male ~t~le radici_: i palliathi non servono ad altro che a d1ssmrnlare 11 male e fare che l'uom non ci pensi, Chi crede di ajutare molto efficacemente la coltura nazionale favorendo l'andazzo delle conferenze, moltiplicando le mostre, introducendo il 1·eftreudum artistico e altre c~se somiglian~i, dimentica che queste dovrebbero essere prnttosto m~m-; lestazioni di una cultura già prosperosa, che sped1ent1 atti a far nascere una cultura. Bisogna prima di tutto che ci sieno le condizioni materiali favorevoli. Fintantoché avremo miseria, non avremo cultura. Bisogna poi che la cultura ci appaja cosa assolutamente necessaria a conservare la nostra vita nel mondo. Il sentimento della necessità fa muovere gli uomini e operare miracoli. Dopo la battaglia di Jena, I~ Prussia si vide ridotta in servitù, stesa ai piedi del vincitore. Allora un filosofo, Giovanni Fichte, levò la voce e pronunziò quei famosi discorsi alla nazione tedesca, nei quali è per la prima volta espresso il _fondamentale_co~- cetto di una educazione nuova, che ngenerando gh spiriti unificandoli in un comune sentimento e in un cornu'ne pensiero, preparasse la risurrezione della patria. Il suo grido echeggiò in tutti 1 cuori, mise in moto volontà innumerevoli. Il re Federico Guglielmo disse allora queste parole : « Lo Stato supplirà con le forze• tntellettuali alle forze materiali perdute » ; e nel r 8 ro fondò l'Universiti di Berlino, insediandola nel più bel palazzo della città dopo il palazzo reale, trovando i denari per dotarla magnificamente, mentre l'entrate dello Stato erano confiscate dal vincitore. E la Prussia si riebbe e ne venne l'Impero germanico. Bisogna che gli uomini di maggior senno e di miglior volontà predichino, con la parola e con l'esempio, l'amore e il rispetto della cultura. Gli apostoli possono molto, anche a1 tempi che corrono. Bisogna che la nazione italiana cerchi e trovi il modo di redimersi dalle mani dei poco colti, degli arruffoni e ctegl'inetti, e non affidi il mandato di rappresentarla, e non commetta la cura de' proprii interessi, se non a chi sia veramente degno di cotanto onore e atto a cotanto officio. Bisogna che gli uomini eletti da lei sentano la gravezza de! carico cui si sobbarcano, e si studino di 110n essere troppo impari a quello, e risolvano e votino, non solo secondo propria coscienza, ma ancora, per quanto è p.:,ssibile, secondo propria scienza, con chiaro intendimento dei bisogni del paese, delle forze sue, delle tendenze dei tempi, delle nuove cose che maturano sotto il sole ; e si sciolgano, essi primi, dalle clientele oppressive, dalle servitù vergognose. Bisogna che segretarii e sottosegretarii di Stato cessino d'essere dilettanti più e meno avventurosi e disinvolti, e conoscano gl' interessi e le amministrazioni cui sono prepo;ti, e sappiano almeno quello eh' e' fanno, e non collfermino sè ad altri in questa opinione, che l'ignoranza sia buon titolo a governare. Bisogna che tutta la nostra vita si rafforzi e si emendi e si rinnovi. L'intelletto di questo popolo e sano ed intero, ma la volontà è malata; e conviene parlare all'intelletto perché la volontà si riscuota. Bisogna gridare a questo popolo : O rinnovarsi, o perire: non hai, fuori di tale, altro partito . ARTURO GRAF. (DaJla Nuova Antologia) IL PROGRAMMAFINANZIARIO dell'on. Baccelli (r) Un'intervista del corrispondente del Corriere di Napoli, sig. Lotti, con !'on. Guido Baccelli, seguita da altre due dei pubblicisti Felice Oddone del Caffaro e C. A. Cortina della Stampa, ha sollevate fiere polemiche intorno ali' illustre rappres~ntante di Roma, che appare agli occhi dei ministeriali quale uno sp~ttro pauroso. Le dichiarazioni inoltr~ fatt: in parlamento da_ghon. Giolitti e Luzzatti durante la d1scuss10nedel progetto d1legge per la riduzione del dazio sul grano, avendo rimessa sul tappeto la questione dell' impost~ progre~siva o regr~ssiva, hann~ allargata la discussione sulle idee ddl on. Baccdh, da molti svisate e dai più non comprese, e per questo appunto accusate di indeterminatezza, mentre non vi furono mai idee espresse da uomo politico in Italia più organiche di queste e precise. (1) Si parla dr, qualche tempo delle aspirazioni dcll'on. Baccelli alla. l'>rcsidc11za del Consiglio dei i\Unistri, o almeno ad una. aziono sua energica più. politica che tecnica - qu[ùe fn quclJa. esercitata pel passato nlJa, Istruzione Pubblica - in un futuro ministero di oonecntrazio110 delle Sinist1·e. Ltavve11i1ncuto non è improbabile ccl è forse anche prossjmo i o noi pu.r rima11cndo al di fuol'i dell'orbita costituzionale, fedeli come siamo nl metodo cvol11tivo lo vcdrenuno cli buon grado, perciò, volentieri diamo posto a q:,esto articolo, ohe espone le idee dcll' illnstrc clinico cli Roma. Osscrvazioui uon ne faccia1uo per ora : ci permettiamo soltanto fal'c le nostre riserve sulla economia cli GO milioni che il Baccelli vorrebbe fare sul bilnnojo della guerra. La desideriamo ardentemente anche noi questa economia. n1a coi mezzi suggeriti dnl1'011. llaccclli crediamo che vencbbc tardi ... troppo tardi! La sua riforma clella Scuola, fouclamento clcll:t ridnzionc delle speso militari, ciel 1·csto ha avuto vivissimi attnocl,i eia parte del Moss() nell'ultimo suo libro stùla Educazione fisica. N. cl. R.

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