RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI stintamente di tutti i suoi membri, al pari che l'acqua e l'illuminazione, al pari che l'istruzione elementare, la sicurezza pubblica e la giustizia penale, cose tutte alle quali ogni cittadino gratuitamente ha diritto. La civiltà nel suo fatale andare, non imputabile alla volontà di alcuno, va incamminandosi, escludendo sempre più un numero considerevole di uomini dal banchetto della vita. E perchè essa è molto imperfetta ; e le società odierne non sono ancora intieramente uscite dal ciclo ferino della lotta per la vita. La forma più cruda e primitiva di combattimento, quella che ha per posta la vita stessa dell'uomo, deve essere eliminata, e nell'interesse di tutti pacificamente, e dar luogo a forme superiori di lotta, per il benessere, materiale e morale. Il pane gratuito non avrà subito un significato così alto, ma sarà a ciò avviamento necessario e sicuro. O perchè la legge che garentisce l' istruzione e la sicurezza personale, noti dovrebbe garentire il pane, senza di che non si concepisce il bene della istruzione nè della sicurezza, ove non sia quella di morir di fame. ? Badisi che questa idea, che per la sua novità può stupire qualcuno, conta già qualche pagioa di storia. Essa non ha soltanto degli apostoli eloquenti, come Victor Borrucand in Francia. Nel 1892 vide la luce in Francia un giornale settimanale di riforme sociali col titolo di Panegratuito. Clovis Hugues ne fece il suo programma elettorale, e in febbraio I 896 presentò ;illa Camera dei Deputati francese un disegno di legge, firmato da ventidue deputati, il quale venne respinto. In Francia ancora non mancano giornali e uomini eminenti che sostengono questa idtia. In Italia qualche giornale popolare, come il Messaggero, si è occupato con favore dal lato pratico della qu,stione. A Livorno, Milano, Torino si è già iniziato un lavoro di propaganda che non fa stupire alcuno. Ed io concepisco cosi l'organamento di questo servizio, salvo quelle rettificazioni che potrebbero essere suggerite da un esame più minuto e completo. La distribuzione gratuita del p.LOedovrebbe essere a carico dei Municipi, e da farsi a cura di liberi fornai secondo il progetto di Cluvis Hugues, o da forni municipali secondo che io credo prefaibile: giacchè ciò dovrebbe coordinarsi al principio della municipalizzazione dei_pubblici servizi. E una funzione che dovrebbe essere esercitata direttamente dal Municipio, allo stesso modo che dovrebbe assumere il servizio dell'acqua pubblica, della illumiaazione, delle tram vie, abolendo l'intermediario dello speculatore impresario, e risparmiando cosi a beneficio del pubblico il tasso che gli paga. Il Municipio rilascerà a ciascun capo di famiglia iscritto nel registro anagrafico un libretto annuale in cui si annotino le persone che la compongono; e l'e'sibitore del libretto riceverà giorno per giorno una determinata quantità di pane che potrebbe essere di mezzo chilo a testa. Nelle fa!J)iglie numerose, in cui vi siano vecchi e bambini, viventi in qualche agiatezza, mezzo chilo a testa sarà eccessivo, ed è quindi prevedibile che se ne domanderà meno. Il distributore apporrà contemporaneamente giorno per giorno un segno indicante la distribuzione fatta. Gli abitanti avventizii appartenenti ad altro Comune del Regno riceveranno il pane gratuito, previa consegna di apposito modulo rilasciato dal rispettivo comune, da servire per tiwlo di rivalsa di ur. comune sull'altro. Saranno esclusi dalla gratuità del pane gli stranieri appartenenti a quelle nazioni che non abbiano il se-rvizio del pane gratuito e non accordino la rivalsa ai ccmuni del Regno: essi lo pagheranno ai forni municipali, o ai forni liberi se ve ne saranno. Una qualità di pane superiore sarà messa in vendita per coloro che vogliano acquistarlo, pagando la differenza di prezzo. In tal modo sono eliminate le obbiezioni che si sono elevate contro la gratuità del pane. Non si può temere che se ne chieda più del bisogno, per darne alle bestie perchè sarà distribuito in porzione fiisa a testa ; non sono a temere le doppie distribuzioni in forni diversi, nè le invasioni di abitanti di comuni contermini, per la istituzione del ltbretto; ed è ammesso l'uso del pane di lusso. All'obbiezione che incoraggi l'ozio osta il fatto che il pane non è la maggiore spesa ordinaria di una persona, quale che essa sia : occorrono allo stesso modo l'alloggio e il vestiario. Dal lato della organizzazione l'idea quindi non pare che possa incontrare difficoltà. Più seria sembra la questione per la gravità delle imposte che i Comuni sarebbero costretti a stabilire, ma chi sa gli enormi dispendii di forze economiche che in ogni tempo sono costati i conflitti sociali, si persuade che non è mai a troppo caro prezzo il bene della pace sociale. E da altra parte i compensi sono certi e immediati, si da rendere quasi più apparente che reale la gravità della sovrimposta occorrente. Un primo compenso si avrebbe già nella stessa gratuità del pane ; quindi nel diminuito contributo volontario individuale di beneficenza per la soppressione dell'accattonaggio ; in terzo luogo in una considerevole diminuzione di spese pubbliche, che si traduce in diminuzione d' imposte, per la diminuzione della delinquenza che è in connessione diretta e indiretta con la miseria; per la soppressione del carico comunale e provinciale della beneficenza a favore degl' individui sani. Ed inoltre il reddito delle Opere pie dovrebbe in gran parte devolversi a fa"ore dei comuni, a detrazione della sovraimj)OSta occorrente per il pane gratuito, venendo meno con la distribuzione gratuita del pane la ragione di molteplici scopi di beneficenza delle stesse. Si aggiunga una causa di compensazione in favore dei contribuenti produttori e commercianti, derivante dalla elevazione dei prezzi di alcune derrate alimentari, dovendo aumentare la richiesta delle medesime per la maggiore disponibilità di moneta di chi non dovrà spenderla nello acquisto del pane. E se qualcuno obietta cLe il vestire e l'alloggio sono tanto necessari quanto il pane, e che vi sarebbe quindi identità di ragione per renderli anche gratuiti, è facile rispondere ~be il pane non si vuol già gratuito per risparmiare ad alcuno la fatica di procurarselo, ma per mettere fuori contestazione la nutrizione dell'uomo, acciocchè egli, quando è privo di lavoro, non perisca d'inanizione, o sia costretto di accattare dai suoi simili la vita; e finalmente perchè egli sia dotato di una forza di resistenza contro il vile egoismo di coloro che, specul_ando sulla fame, impongono ai lavoratori ddle immani ed estenuanti fatiche, per una mercede non sufficiente a sfamarli con le loro famiglie. Il pane gratuito renderà meno aspra, meno inumana la concorrenza per la vita, e introdurrà nei c0ntratti di lavoro un elemento di quella libertà che ora quasi interamente manca, fra 1 uei lavoratori che non sono riusciti ad organizzare delle leghe di resistenza. Ebbene! è ciò appunto quello che si chiede perchè insieme con la sicurezza della vita, la libertà cessi di essere una larva per una parte del genere umano, perchè la civiltà non sia per essa un nome vano. Questo è quello che si chiede a tutti gli uomini di cuore e d'intelletto, questo è quello che sarà suggerito dalla sicurezza di tutti, che non può aversi senza il bene di tutti. E se la gratuità del pane gioverà alla libertà e alla civiltà, gioverà pure alla difesa nazionale, perchè farà diminuire quelle moltitudini di degenerati che, specialmente nelle compagne, a causa della deficiente o malsana nutrizione, dànno in Italia tanto triste e umiliante contingentedi riformati, e rivedibili, i quali dal 36 °lo nel 1875, crescendo costantemente, giungono nel 1894 al 49 °lo: Oh! quante miserie morali e intellettuali, quante dif.fatte dell'orgoglio nazionale all'interno e all'estero spiega questo spaventevole decadimento della razza italiana ! Il pane gratuito, è uno espediente si, ma è uno espediente che è l'affermazione di un principio rigene-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==