RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI il serpe maledetto del Militarismo eh' è riuscito già a provocare manifestazioni e tumulti seguiti da ferimenti e da arresti numerosi perchè alla guerra non si è ancora venuti. E i generali, che nelle guerre trovano il loro disonesto tornaconto minacciano uo prommciainenlo. E la pace invece servirebbe forse a trattenere \~T oodford in Madrid e fare dare il passa porto alla regina-reggente. La diffc:renza nella efficienza delle istituzioni diversa non potrebbe essere più spiccata e salutare! Dr. NAPOLEONE COLAJANNI. UOMINEI ISTITUZIONI Avevamo promesso all'on. marchese Di Rudini ed ai nostri lettori (Rivista Popolare Anno III, N.• I 6) d' intrattenerci sul valore degli uomini e delle istituzioni. Gli avvenimenti dolorosi che sopraggiunsero ce lo impedirono sinora; manteniamo oggi l'impegno, sicuri, che l'argomento non ha perduto menomamente di attualità. Siamo convinti che l'on. Presidente del Consiglio nel rispondere all'on. Colajanni (che aveva dichiarato morto e sepolto lo Statuto per opera dei suoi apologisti e custodi ufficiali) sentiva di affermare cosa pericolosa per il proprio partito dicendo: gli errori degli uomini non inlaccanv il valore intrinseco delle istituzioni. Lasciò, certamente, correre la frase, perchè trovandosi a corto di buoni argomenti e di fatti, sapeva che sarebbe bastato un concetto purchessia al capo del governo per rispondere ali' insolente, che veniva a turbare l'inizio delle fe5te... di vera quaresima, che si dovevano fare per solennizzare il cinquantesimo anniversario della proclamazione della Carta Albertina. Giudicammo pericolosa per il partito monarchico la risposta del rappresentante del governo : aggiungiamo ancora ch'essa è inesatta nel senso in cui venne adoperato l'apoftegma sopra enunziato; e su questo proposito ci sembra opportuno premettere qualche chiarimento. Non e' è alcun dubbio che teoricamente i pregi, le virtù delle istituzioni politiche non vengono distrutti dagli uomini che le incarnano, le rappresentano e le rendono attuose, come gli errori e gli svarioni di un medico o di un ingegnere non possono farsi rimontare alla scienza, di cui essi sono i cultori incapaci o disonesti. In fatto d' istituzioni politiche e sociali, però, la storia di tutti i tempi insegna : che quando esse, per cause non rintracciabili, o per qualche loro intimo meccanismo vizioso hanno la disgrazia di essere rappresentate da uomini inetti o colpevoli o semplicemente disgraziati, esse vengono travolte dal!' onda irresistibile dell'opinione pubblica, comunque organizzata e comunque esplicantesi Dalla nemesi inesorabile e misteriosa, che regola gli avvenimenti in certi periodi storici, uomini e istituzior.i vengono considerati come reciprocamente connaturati e compenetrati in guisa che non si sa, non si può colpire e condannare gli uni senza colpire e condannare le altre. Questa nemesi talora è cieca. Non si vide condannata la repubblica in Francia nel I 848 dalle classi popolari perchè coloro che l'avevano in mano - e che in gran parte non erano repubblicani ! - avevano fatto contro il popolo la giornata di Giugno ? Non si acclamò a Napoleone il piccolo, che aveva ristabilito il suffragio universale a scopo criminoso, mentre i lavoratori ridevano in faccia all'eroico Baudin, che lasciava la vita sulle barricate in difesa della libertà e contro il colpo di stato ? E a Baudiu, sghignazzando, si poteva anche buttare in faccia il rimprovero insano di battersi per i venticinque franchi al giorno, che gli fruttava la sua carica di Deputato! C' è da aggiungere qualche altra cosa. Le istituzioni vengono condannate per le colpe degli uomini quasi sempre; e spesso non sono i peggiori loro rappresentanti, che scontano tali colpe. Il peso delle responsabilita si accumula e finisce collo schiacciare coloro, che non ne hanno .alcuna o l'hanno minima. Si scrisse le cento volte che nè Cariò I°, nè Luigi XVI siano stati i peggiori rappresentanti della monarchia in Inghilterra e in Francia; si riscontrarono, anzi, in essi, alcune eccellenti qualità di uomini privati; eppure essi col pa · tibolo scontarono le colpe dei predecessori, e trascinarono nella rovina le istituzioni, che rappresenta vano. Parimenti: colla rivoluzione del I 830 sorgono quasi contemporaneamente due monarchie costituzionali, con pochissime differenze nei rispettivi statuti, in Francia e nel Belgio. Quanto diversa la loro sorte ! Gli uomini in Francia trascinarono nel fango la monarchia di Luigi Filippo che pei cortigiani di allora - tanto rassomiglianti agli odierni cortigiani d' Italia - era la migliore delle repubbliche; e il Re ci/tadina fecero cacciare in esilio. Gli uomini invece conservarono e consolidarono per molti anni la monarchia costituzionale nel Belgio. Dove gli uomini di oggi condurranno la repubblica in Fran• eia e la monarchia nel Belgio noi non sappiamo ; questo è ceno ed indiscutibile, però, che cioè istilttzioni diverse hanno avuto identica sorte sinistra per colpa degli uomini; e che istituzioniidentiche hanno potuto avere sorte lieta per merito degli uomini. In Italia soltanto la storia dovrebbe ricevere una smentita brutale? In Italia soltanto le Istituzioni dovrebbero possedere tale virtù miracolosa da sottrarle ai colpi rudi che loro assestano la malvagid. o la insipienza degli uomini ? Via ! l'ipotesi è semplicemente ridicola. E l'ipotesi è tanto assurda, che i monarchici intelligenti o onesti d' Italia, ripetutamente avvertirono, che gli errori e le colpe degli uomini avrebbero finito col trarre a rovina le istituzioni. Il lòro grido di allarme venne più volte formulato in guisa tale, che il Fisco di Roma sarebbe capace di sequestrarlo, se riprodotto, quantunque ne fossero autori ex ministri e uomini politici eminenti della cui devozione alla dinastia sabauda nessuno oserebbe dubitare. Cominciammo dall'osservare che l'affermazione ddl'on. Di Rudinì era pericolosa pel partito monarchico. Infatti i monarchici respinsero sempre le discussioni teoriche sulle forme migliori di goi·erno sostenendo che le istituzioni contano poco, m.\ quel che valgono sono gli uomini. In nome di questo principio antagonistico con quello di cui ci siamo intrattenuti sinora e che venne enunziato dal Presidente del Consiglio per necessita di schermistica parlamentare, i monarchici derisero sempre i repubblicani come teorici e ideologi : - nemmeno idealisti.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==