i62 RIYISTA POPOLAREDI POLITICALETTEUE E SCIE1''ZESOCIALI La massa del popolo, da per tutto nel vecchio continente fa voti pel trionfo degli wsorti delle Antille. li popolo schiettamente manifesta i propri sentimenti e non ha bisogno di ricorrere a finzioni, a pretesti ed a sofismi per giustificarli. La stampa e i governi, che rap • presentano gl'interessi e !'ambizioni delle classi dirigenti, invece, mettono in mostra tutta la funambolesca abilità per mascherare gli obbiettivi veri; e si affidano sinanco al diritto e all'umanità. Essi! Invocasi il diritto internazionale e si condanna l'intervento degli Stati rJniti nel conflitto tra la Spagna e Cuba com~ una prepotenza bruttissima; a Vienna - proprio a Vienna! -- poi c'è anche un giornale, l'Extrablatt, che riA<::tteil pens1e10 della Corte. che nou esita ad assumere linguaggio minacciom contro la repubblica dalle stelle. La invocazione del diritto da una parte delle monarch:e europee e della loro stampa è la cosa più grottesca, più gesuitica, più bugiarda che si possa immaginare. i\nz1tuno si può , isponoen: che il diritto è il prodotto di uua elaborazione storica, che nulla ha di assoluto, almeno sinora. li diritto internazionale delle monarchie europee, non è codifi.:ato; non è ancora uniformemente formulato dai suoi più illustri cultori. li germe, il nucleo vitale ch'esso può contenere, non venne mai sinora rispettato da coloro, che oggi con singolare sfacciataggine vorrebbero consigliare, non potendo imporre, il rispetto agli altri. · Ma a questo dirillo degli Europei, gli Americani contrappongono il loro dirillo, che si chiama: la dottrina di Monroe, enunziata dal Presidente di questo nome e formulata da lefferson nel I S2 3. Ou,tlc dei due dirilli dovrebbe prevalere? Certamente quello degli Americani. è più antico ed è più giusto. Nè si solkvauo dubbi in quanto all'antichità rievocando i nomi gloriosi di Alberico Gentile e di Grozio. Il diritto di questi precursori, non divenne mai non::ia politica di uno stato; la dottri11t1di A{o11roe è cos.i viva che da oltre settant'anni guida la politica degli statisti americani. E il dirilto di Gentile e di Grozio è tale, che basterebbe ocmi a condannare tutti i faristi, che se ne proclamano apgstoli. Non si dica che a Cuba non può invocarsi la dollri1ia di Mo11roe, percbè nessuno sinora ha osato proclamare che le Antille geograficamente non appartengono all'America. Nè si ripeta scioccamente che si esercita dagli Stati Uniti una indebita ingerenza nelle cose Europee, perchè in quc-sto caso si va ad intralciare la libera azione della Spagna. Se il diritto americano non deve applicarsi in que,to caso e contro gli Stati di Europa, non avrebbe più alcuna ragione di essere perchè non sartbbe mai applicabile. Quale debba essere il principio internazionale da servire per condannare l'azione dgli Stati Umti non è bene precisato. Si parla del diritlo di 11a-zionalilà e si tratta del dovere del non iufrrvento: l'uno oovrebbc: sen-ire di complemento all'altro. Se si parla del primo non si riesce a comprendere in verun modo come non si debba parteggiare per Cuba contro la Spagna. E bene ha fatto il D.r Falco nell'Ilalia del Popolo a riprodurre il parere di Calvo, di Lavreme, di Bluntschli - illustri scrittori di diritto internazionale - per dimostrare che gli Stati Uniti non si mettono contro il diritto, guale lo intendono gli Europei, aiutando gl'insorti cubani. Si può aggiungere che essi hanno fatto méno di quanto avrebbero potuto e dovuto fare, non riconoscendo ancora negli insorti la loro gualità di belligeranti, perchè essi sono presentemente nella condizione di dover essere riconosciuti ptr tali. Il dovere del non interveulo ! Francamente è cosa elastica, bifronte : può essere cosa giu,ta, può essere sommamente -scellerata. Di grazia: nel campo individuale lasceremmo noi che un manigoldo robustisssimo accoppasse liberamente un uomo debole, che pur ha d.illa sua il diritto e la ragione? :;-;o. Lo stesso può e devo: dirsi nel campo degli Stati. Ond'è che Giuseppe Mazzini, sempre grande ed avveduto, considerava il dovere del 1101i11terven.to, come cosa iniqua·, come l'espres,iono: brutale dell'egoismo collettivo. Il diritto di 11az.ionalitàe il dovere del 110n i11terveuto se rettamenie intesi, non possono e~sere sostenuti se~z~ arrossire dagli Stati Europei; molto meno poi dall'Italia ch'è sorta in nome del primo - che da alcuni pur si vorrebbe negare a Cuba; e non si è esplicato ed attuato se non colla più manifesta e clamorosa violazione del secondo. Si capisce la logica dello scrittore dell'Idea liberale - il Fortibracci, se non erro - che accusò or ora il Piemonte di avere violato il diritto internazionale contro il Borbone favorendo la spedizione dei Mille, (la violazione fu più sfacciata da parte dalla Francia nel 1859 contro l'Austria e da parte dello stes-o Piemonte nel 1860 e nel 1870 contro il P,pa); 1111 destano la nausea quei gazzettieri, che pur di dare addosso ad una repubblica e ad un popolo che combatte per la propria liberti e per la propria indipendenza, non ,sitano a tenere in tasca due: dirilli: uno pn conto propr,o e che giustifichi il proprio operato, l'altro per conddnnare le: stesse azioni se commtsse da altri. Infine: sanno gli educatori e lo sanno anche le buone mamme, che il miglior mezzo per avviare al bene i fanciulli non e quello di fare imparare a memoria meccanicamente degli astratti assiomi morali, ma sibbene quello pratico ed efficace di dar loro l'esempio continuo e sistematico della buona condotta. Su questo terreno, i consigli dei giornali e degli Stati Europei, per ipocrisia, superano quelli di un padre Zappata elevato all'ennesima potenza. Proprio: gli Stati Europei possono raccomandare agli Stati Uniti, 111 nome del diritto e della morale, di teoc:re le mani a casa e di non afforrare la roba altrui, essi che vivono ed ingrassano dt brigantaggio collettivo; quelli Stati che squartarono la Polonia, che invasero e conquistarono colla violenza l'Africa, l'America e l'.-\sia; quelli Stati che hanno rubacchiato un brandello alla volta del vestito del Gran Turco vanno a dare lctioni di onesta politica internazionale all'Unione Americana! E quando? Quando già hanno consumato l'ultima scelleratctza diplomatica acchiappando disonestamente una fetta del!' Impero Chinese: E chi fa la voce più grossa? Quell' Exlrnblatl che comunica il ptnsiero del Capo di quell'Impero cresciuto e vissuto di rapina e ch'e arrivato smanco ad ingrandire colle vittorie degli altri, e che ancora sul suo ab,to porta le macchie di sangue della Bosnia e dell'Erzegovina ! Via! lo scanJalo fittizio degli St.tti Europei è tale mostruosa ipo;ris1a, che solamente in Italia, dove l' incoltura politica sta alla pari coll'analfabetismo, si deve sentire il bisogno dt smascherarla e di bJllarla per quello che è! Ed hanno giusti motivi gli Stati Uniti d'intervenire in favore degli insorti Cubani? li diritto astratto qui è ancora più difficile ad essere formulato. Riesce più f.tcilc applicarlo quando si prenda a norma la storia dell Europa. E questi scellerali lankies possono cominciare col chiedere ai loro onesti critici: oh! con che diritto l' Imperatore di Francia intervtnne nel Messico per imporvi il governo dell' Imperatore Massimiliano, di ben fucilata memoria? oh! con che diritto la Russia inte1venne più volte negli affari della Turchia? con che diritto la stess1 Russia colla guerra del 1876-77 riusci alla liberazione della Bnlgaria? Con che diritto l'Europa intera intervenne neU·isola dt Creta prima - a danno degli insorti -; e dopo arrestò la marcia dei Turchi sopra Atene? Gli Stati Uniti possono rispondern che i loro interessi vengono seriamente danneggiati dal prolungato stato di guerra in Cuba; e sarebbe rii posta vittoriosamente perentoria ai merca.1ti politici di Europa. E i pretesti con apparenza ragioneYole ! ? Gli Stati Uniti ne avrebbero una sporta e mezza a loro disposizione. Uno solo, quello del
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