RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEUE E SCIENZE SOCIALI non sostiene la critica per un momento solo. Si sa che la Nuova Inghilterra è la parte più innanzi degli Stati Uniti. Gli abitanti di questa regione sono tra gli uomini più energici e intraprendenti del nostro globo. Ebbene essi hanno, nulla meno, pochissimi figli: la natalità del Massachussets è di 25,8 per 1000, cioè una delle più deboli che si conoscano; è quasi inferiore a quella della Francia. Come si può, dunque, affermare che il piccolo numero di figli è una prova di degenerazione, quando, precisamente, gli uomini più colti e più attivi della terra si riproducono meno di tutti? Di tutte le associazioni d' idee, stabilite fra le istituzioni sociali e la razza, accade come di quelle che si stabiliscono tra la razza e la nata lita: esse non resistono un solo istante ad un esame, sia pure poco serio. Abbiamo veduto che le razze superiori possono avere U!la debole natalità e le razze inferiori a,·erne una fortissima; in tutte la natalità varia da un periodo storico all'altro. È impossibile dunque stabilire :.rn legame di causa ed effetto tra. la nat:ilità e la razza. Ugualmente impossibile è stabilire questo legame tra la razza e qualsiasi istituzione sociale. Tutti i tentativi fatti in questo senso sono miseramente abortiti, poiché vi sono dei dolico-biondi cesariani come dei dolico- biondi liberali; dei brachi-bruni liberali e dei brachi-bruni cesariani. La stessa razza può essere liberale in un'epoca e cesariaoa in un' altra. Al principio del XVI secolo vi erano ancora in Russia delle repubbliche democratiche: ora la Russia è un paese nel quale regna l'autocrazia. Quando ci diamo la pena di studiare le qu1st1oni sociali in una maniera seria e non ci permettiamo a loro riguardo le fantasticherie più straordinarie, si è costretti a riconoscere che qualsiasi fer:omeno sociale si riannoda, in ultima analisi, ad un fenomeno psichico. Le istituzioni, così economiche come politiche, dipendono dalle idee che si trovano nei cervelli umani; ora queste idee alla loro volta provengono d·a miliardi di-fattori diversi. Perchè le classi colte in Italia, nel!' anno di grazia 1898, pensano in una certa maniera e non in un'altra? Ciò dipende da tutta la serie degli avvenimenti che hanno agito sulla storia di questo paese da venti secoli. Quando si scartano sistematicamente questi fattori innumertvoli per sostituirne aJ essi uno solo - l'indice cefalico o il colore della pelle - si commette il più spa venttv ;le errore di metodo che si possa immaginare. Vi:,ti da lontano, sopratutto dal!' Italia, i russi sembrano duri e crudeli; la Siberia ha una riputazione delle più sinistre, e si crede, nelle mass~ popolari dell'occidente, che vi s' inviino ogni anno centinaia di migliaia di condannati politici. Ma, quando si guardano le cose più da vicino, è facile accorgersi che i russi non sono nè più cattivi nè più crudeli degli altri popoli; ma, in seguito a migliaia e migliaia di circo~tanze (una fra le quali è che essi hanno ricevuto il cristianesimo da Bisanzio e non da Roma) essi hanno oggi delle idee diverse da quelle dei popoli dell'occidente. E poichè hanno delle idee differenti lunno delle differenti istituzioni; se domani i russi cambieranno d'idee, cambieranno le loro istituzioni, pur rimanendo della medesima razza di prima. In Turchia, dice P. Leroy Beaulieu, e presso diversi popoli maomettani, l'imposta fondiaria è essenzialmente variabile, essa confisca tutto quello che supera la spesa di sfruttamento e un lieve beneficio pel proprietario. Da ciò derivano degl'imbarazzi di ogni natura per l' amministrazione, la corruzione, l'arbitrio dei funzionari pubblici e finalmente lo scoraggiamento degli agricoltori, i quali non fanno più alcun progresso. Questo sistema ha trasformato in solitudini e lande parecchie delle contrade, che altra volta erJno le più prospere e le più fertili del globo. (1) Da questo solo fatto si vede quanto la teoria della razza sia assurda; quello che oggi produce la miseria dell'Impero turco, non è la pretesa degenerazione fisiologica, ma, in parte, un'idea falsa sul sistema delle imposte. È certo che nessuna ragione fisiologica impedisce agli Osmanli d'introdurre presso di loro un nuovo sistema d' imposta: la forma del loro cranio non vi metterà, senza dubbio, alcun ostacolo, tanto più che fra gli ottomani, come fra tutti gli altri popoli, vi sono dei brachicefali, dei mesocefali e dei dolicocefali. La razza esercita una influenz1 quasi nulla sulle istituzioni sociali; si sarebbe potuto trascurare questo fattorr, se disgraziatamente la nuova scuola antropologica non vi avesse dato una importanza enormemente esagerata. Questa aberrazione ha avute di già, ed avrà ancora, (se non si riuscirà a ridurla al culla) le conseguenze più funeste. L'ipnotizzazione della parola « razza » produce due frutti dei più velenosi: la discordia e il pessimismo. A furia di ripeterci che le persone le quali hanno il cranio un poco allungato e quelle che lo hanno un pò più rotondo rnno di razze differenti, a furia di ripeterci che esse hanno delle origini diverse così come se avessero visto la luce su pianeti distinti, si stabiliscono tra gli uomini delle divisioni, che tendono a divenire irriducibili - quando la scienza proclama che intorno all'indice 75 si è di razza nobile, pura, superiore, ma che se si va al di sotto o alquanto al disopra di questo grado di dolicocefalia si è di razza vile, bassa e inferiore, si seminano tra gli uomini delle idee di antagonismo, di odio e di discordia. Si divide l'umanità in semidei e bestie, le quali, non potendo essere nella medesima associazione politica, non hanno altra alternativa cht di esterminarsi gli uni gli altri. Guardate quanto la teoria che riguarda i tedeschi come dei cc nobili » germani, e i francesi come dei latini « degenerati » ha contribuito a ·seminare l'odio tra le due grandi nazioni occidentali, le quali hanno pure comuni tanti interessi intellettuali ed economici. Ed e pure questa funesta teoria della razza che stabilisce come un antagonismo irriducibile tra gli slavi e i tedeschi, mentre non vi sono, in realtà, tra gli abitanti della Germania, dell'Austria e di una grande parte della Russia Europea, che delle differenze linguistiche e per nulla fisiologiche. La questione sulla legislazione delle lingue potrebbe regolarsi in pochi minuti, se si volesse rigettare un momento l'idea assurda ddle razze superiori e inferiori. L'Europ1 era, pur troppo, già divisa abbastanza dalle lotte dei governi affamati di ;:onquiste territoriali e affetti da quella malattia che noi abbiamo chiamato la chilo- ( 1) TraiU <I' Eco110111pioelitique. - Paris, Guillaumiu voi. I, p. 175·
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