RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEllE E SCLE1"ZESOCIALI '!59 deve rider la vittoria. Una alleanza dei partiti sarebbe la migliore delle soluzioni. In tal modo dunque noi abbiamo mostrato che la filosofia jonica porta seco un carattere completamente materialista. Qui incomincia ora la caduta della Grecia. È allora che la religione comincia ad invadere completamente le coscienze. li cielo è ultimnm.refttgimn, e la cura per l'anima l'ultimo fine della vita. Ed eccoci alla filosofia di Socrate. Socrate fu un pedagogo ed un riformatore, poichè proclamò la salvezza nella riforma morale. La filosofia di Socrate insieme con quella di Platone, impugnata di principi aristocratici, ben rappresenta le condizioni in cui trovavasi ridotta la Grecia. Questo sia sufficiente a provar la verità ddla nostra asserzione. (Neue Zeit 5 febb. 95). Uu clericalero111a110: Il Vaticanoe l'Antisemitismo. L'Osservalore Ro111a110, organo offlcioso del segretario, ha pubblicato, or sono pochi giorni, un articolo feroce contro gli ebrei. La cosa ha fatto rumore, poichè - si è osservato - questo giornale fin dal giorno in cui si parlò dell' Affaire DreJfus, si é scagliato sempre contro gli Antisemiti, come d'altra parte ha fatto tutta la stampa italiana. Certo però, le idee che in quell'articolo si esprimevano non sono quelle del p,pa, ma del cardinale Rampolla, il quale non opera a cuor leggero. Quali debbono e possono essere i motivi per far avvicinare il Vaticano al movimento antisemita ? Innanzi tutto è cosa fuor di ogni dubbio, che la odierna politica papale è ispirata, è mossa dal più stretto opportunismo. Mentre Pio IX, seguiva la sua strada, senza curarsi d'altro, Leone XIII, teme, ad ogni passo, che non si debba incontrare col principe di Bismarck, e con lo Czar. Così si spiega come il papa non abbia levato mai la voce, a favore dei cristiani torturati dai turchi. Ora in più d'un paese gli Antisemiti reclutano i loro soldati dalle file del partito clericale. Oggi, in certi punti, l'antisemitismo, paralizza l'opera del Governo. Credete che Leone XIII non debba riguardare questo partito, come uno dei fattori, su cui potrebbe poggiarsi? Gli antisemiti, cercano - in qualche luogo ci son riusciti - d'allearsi coi socialisti cristiani, i quali godono la simpatia del cardinale Rampolla. Ricordiamo il telegramma che il segretario papale mandò al congresso antisemita, tenuto in Salzburg. Molti capi dell'antisemitismo in Francia, si schierarono sotto la bandiera papale, dopo la famosa enciclica 'l(erum novarwn. Così fu, che il Vaticano, si trovò le mani legate, quando Drumont pubblicò il suo libro, Le leslame11d/ 'u11A11tisè111ite, in cui il clero veniva pure attaccato. Che fare) Mettere all'inàice l'opera? L'opportunismo lo vietava : non si poteva rinunziare ad una forza, così leggermente, e tanto più, che la Civiltà Cattolica, organo dei gesuiti, seguira Drumont. Questo giornale ha pubblicato una lunga serie d'articoli contro gli ebrei. Il Vaticano non poteva, nè può oscillare. La maggior parte dei giornali liberali di Roma, sono redatti da ebrei. Ebrei sono i capi della Massoneria: Lemmi, Nathan. Non bisogna però tacere, che l'antisemitismo anche tra i cattolici e gli alti prelati, conta avversari fieri. Il Cardinale Mannig è fra questi. In tutto questo Leone XIII, che personalmente non è, nè può essere antisemita, non ha che vedere per i suoi 89 anni; la corte poniificia e il cardinal Rampolla governano la nave di S. Pietro, Una prova? La signora Dreyfus scrisse, interessando il papa, pel suo disgraziato marito. I giornali si sono affrettati a negar la lettera, che pure arrivò in Vaticano, nona! papa. IlVaticano non poteva mischiarsi in una questione così delicata? Innanzi tutto esso ha interesse di mantener buoni rapporti con la Francia e • se non la parola del papa, ma quella di Cristo stesso assicurasse i francesi della innocenza di Alfredo Dreyfus, credete che quel popolo li, la finirebbe ? » - ha detto un alto prelato del Valicano. (Die Zeit Febb. 98). RECENSIONI 01\0NTE DEL FRATE: Guida storica e descrittiva della Faleria Etrusca (Civita Castellana). Roma, Forzani, 1898. - L. 1,25. La regione abitata dagli antichi Falisei è una delle più ricche di ricordi storici e di monumenti riferentisi all'epoca etrusca e romana. Si è discusso per lungo tempo, e forse si discuterà ancora, dove fosse Faleria, la capitale dei Falisei; chi vuole (e questa oramai è l'opinione prevalente) che essa fosse dove è attuai. mente Civita Castellana; altri hanno sostenuto che Civita Castellana fosse l'antica Vejo. Questa regione, così importante per l'archeologo, mancava di una illustrazione; e molto bene ha operato il sig. Del Frate, compilando la sua Guida. In una prima parte egli racconta brevemente la storia di Civitacastellana, che, secondo il Del Frate, è indubbiamente l'antica Faleria etrusca, romana, medioevale e moderna, per quanto può ricavarsi dagli accenni degli storici e dalle tradizioni. A tale proposito, forse sarebbe opportuna una analisi e magari la pubblicazione della cronica del Pechinali. Nella seconda parte si descrive più specialmente la città di Civita Castellana e i suoi monumenti. Nell'ultima parte si descrivono i dintorni di Civita Castellana, le strade antiche romane, e le rovine della Faleria romana. Il lavoro del Del Frate è molto pregevole e al tempo stesso molto interessante. A. Ce. On. DoMENICOOuvA: Note letterarie. Milano, Ditta Editrice Brigola di G. Marco. 1897. Sotto questo titolo l'autore che sembra confortarsi sui libri dalle non sempre feconde lotte parlamentari raccoglie alcuni scritti già pubblicati nel Corriere della Sera, nell'Idea Liberale, nell'Arte modema. Sono studi, tutt'altro che meritevoli di esser condannati all'oblio. In essi l'autore rivela la sua robusta coltura letteraria, e l'acuta indagine psicologica degli scrittori di cui con critica puramente obbiettiva egli sintetizza la vita e le opere. Sui sommi, come il Bruno, il Tasso, il Mazzini, il Lassalle, il Renan, il Taine, lo Schopenhauer etc. ci porge importanti (se non per tutti, completi e proporzionati) saggi, molto sereni ed eruditi, che, pregevoli per lo stile forbito, chiaro, tengono sempre desta l'attenzione del lettore. Si sofferma pure ad esaminare, forse troppo minuziosamente, alcune opere di astri minori. Tenendo conto che il volume non è. che una raccolta di scritti di epoche diverse, lo si legge con molto interesse e senza interruzione da cima a fondo, e rivela nel suo autore una non comune dottrina che merita l'encomio e il favore del pubblico. G. C. FELICE CAVALLOTTr: Italia e Grecia. Catania. N. Giannetta. 1898. - L. I. Il solerte editore di Catania aveva pensato di riunire e pubblicare nella sua Biblioteca popolare co11te11tpora11ea i discorsi pronunziati in varie occasioni in favore della Grecia. Cavallotti gli aveva promesso una prefazione, e si scusava di non averla mandata, con una lettera che porta la data del 6 Marzo 1898 e che porta il bollo postale delle ore 2 p. m. Questa fu dunque scritta e impostata dal Baiardo della democrazia pochi istanti prima, per cos, dire, della sua tragica morte I Ha fatto bene il Giannotta a pubblicarla al posto della Prefazione. Quella lettera non si può leggerla senza fremere pensando che fu l'ultima che scrisse il valoroso e indimenticabile amico nostro.
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