Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 18 - 30 marzo 1898

RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE R SCIRl\'ZESOCIALI riduzione della giornata di lavoro è stata la caratteristica dello sciopero dei meccanici, o piuttosto il loro lock-lout. È su questa quistione che si è ingaggiata la lotta, prima in qualche casa di Londra, poi, mercè I' intervento della federazione dei padroni, estendendola io tutta l'Inghilterra, Se il 1894 è l'anno dell'adozione della giomata di otto ore negli stabilimenti governativi, l'anno 1897, malgrado il momentaneo scacco subito dai meccanici, resterà l'anno nel q.iale si è avuto la più importante diminuzione nelle ore di lavoro. Quest'anno sarà stato anche quello dell'aumento del numero dei membri delle unioni operaie e, nello stesso tempo, della più forte organizzazione delle unioni padronali. Quest'ultimo fenomeno sopratutto, è caratteristico, perchè segna la concentrazione del capitale. La federazione dei padroni (Federazion of the Federated Engineering and Shipbuildiog Employers) ha pubblicato una lista, che comprende i nomi di 635 case o stabilimenti industriali; e dopo la rottura dei negoziati, tale cifra sale a 700; tutti questi stabilimenti formano una sola 0rganizzaziooe avente per iscopo di resistere alle domande d'una settimana di lavoro di 48 ore. Riguardo a questa alleanza dei padroni, diamo una tavola pubblicata dalla Lnbour Gn7..elte, dimostrante, l'aumento del numero dei membri dtlle unioni, per 5 anni: Membridi 100 N. 0 di anioni Membri principalianioni 1892 1,184 1.461,800 913,759 1893 1,259 1.455,692 917,496 1894 1,285 1.424,94 I 913,440 1895 1,316 1.397,887 921,686 1896 1,330 1.487,562 966,953 Insomma, si può constatare nello sviluppo delle unioni una progressione costante, e non v' è quindi da meravL gliarsi pel fatto che i pldrooi inglesi hanno retroceduto davanti al progetto, altamente confessato da uno di essi, di schiacciare le unioni " marshing the unions ». RIVISTA DELLE RIVISTE Dott. 'Duclaux: Il monopolio dell'alcool dal punto di vista del• l'igiene. (Relazione della Sottocommissione extra-parlamentare francese). L'uso moderato ddle bevande fermentate, secondo Lancereaux, produce una leggera e benefica stimolazione de1 sistema nervoso. La sottocommissione più prudente afferma che quest'uso moderato non è dannoso. È assodato ciò che stabilirono Laborde e Magnan e cioè che riesce assai più dan• noso dell'alcool puro, quello che contiene delle impurità. Le sostanze che costituiscono le impurit~ sono, ciascuna individualmente, un veleno So volte più attivo dell'alcool, per es., il furfurol. Però i bevitori spesso amano l'alcool per il gusto, per il bouqtut che viene da queste impurit:I. Fortunatamente allo stato di diluizione tollerabile pel consumatore esse cadono, come danno, al disotto dell'alcool che le contiene. È così che un consumatore per assorbire in un r/111111 la quantità di furf11rol capace di ucciderlo con iniezione nelle vene, dovrebbe bere un mezzo metro cubo di liquido. Sarebbe morto coll'alcool molto tempo prima di esserlo col f11rf11rol consumato. Riescono assai più nocive le impurità artificiali che si aggiungono agli alcools per fame i ver111011t/,s, gli aperitivi ecc. Bisogna tentare di rendere più inoffensivi gl' ingredienti, che servono a fabbricarli ; ma non se ne conoscono di quelli che soddisfacciano nel tempo stesso il consumatore e siano senza azione nociva sui suoi organi. Ogni riforma che vuole essere igienica deve, dunque, mirare sopr~tutto a diminuire la quantità di alcool consumato e in secondo luogo a migliorarne la qualit~. Conclusione ultima: e' è antagonismo tra l'igiene che vuole diminuire il consumo degli alcools e il numero dei bevitori, e il monopolio fiscale che vuole accrescerlo ; e ciò per la forza delle cose e malgrado ogni legislazione. (Rii1ista i11terna{io11aled'igiene. Febbraio). La riforma dei tributi locali. I Daz'i di consumo. Si sa che il prof. Alessio per la riforma dei tributi locali propone di lasciare ai comuni e alle provincie l' imposta fondiaria e di passare allo Stato quella sul reddito e sul patrimonio, coordinata coll'attuale imposta di ricchezza mobile e coi dazi di consumo. Allo Stato dovrebbero passare alcuni servizi locali (di sicurezza, giustizia, coltura intellettuale ecc.) Il progetto non è nuovo; ma da un lato, attualmente, è impraticabile; dall'altro va a ritroso delle idee di decentramento, che anche in Italia progre• discono. Perciò bisogna restringere il campo delle riforme, accontentarsi di rimuovere quelle cause più forti di disuguaglianze fiscali e di danni economici, che si annidano nel dazio consumo, senza ostinarsi a volere l'attuazione di un disegno ideale e completo e senza aggrapparsi alla formula: o una riforma razionale completa, o niente. Intanto bisogna preoccuparsi del dazio consumo, eh' è divenuto l'incubo degli amministratori Jocali, di cui tutti si preoccupano, meno il potere centrale. Lasciare le cose come sono attualmente sarebbe grave errore, di cui presto o tardi si potrebbero pentire lo Stato e i nostri uomini politici. (Economista di Firenze. 13 Marzo 1898) (1). GrLSlavo'R..,oua11et : L'agitazionemilitaree religiosa. Il militarismo alleato col partito clericale in Francia ha rialzato la testa e minaccia la repubblica. I partiti repubblicani borghesi sono stati fiacchi nel combattere il pericolo che sorge o si sono - a fatti - mostrati complici dei nemici delle presenti istituzioni. Solo il partito socialista è rimasto valorosamentt! sulla breccia. Il partito socialista avendo fatto il suo dovere, i benefici della sua attitudine leale e co_raggiosa•· nonostante qualche danno momentaneo•- non saranno perduti p~r la causa che difc:nde. Soltanto esso, nell'abbassamemo generale è restato in piedi insieme agli uomini francesi più illustri nelle scienze e nelle lettere. Nel naufragio universale delle coscienze nel si salvi chi può delle energie infiacchite e sperdute, gli uomini della scienza si seno incontrati con quei che portano con loro \' ideale e le speranze del proletariato, in cammino verso la civiltà del domani, affrancata dall'autorità del dogma, dal giogo della forza e dalla servitù della ricchezza. Questo incontro non è uno dei minori avvenimenti nel periodo di torbidi che la Francia ha attraversato. ('R...evueSocialiste. Febb.) A 11to11ioScope/liti: GI' interessi italiani InCina. L' Italia ha oggi meschinissimi interessi nell'Estremo Oriente. Solo otto bastimenti italiani entrarono in Ch:na nel 1891 e alla stes,a epoca non vi erano che 133 italiani e 2 case di commercio. Nel miliardo e mezzo circa di commercio estero che fece il Celeste impero nel 1896, la parte nostra è sparutissima mentre la Ger. mania lo vide aumentare da 1,500,000 sterline nel 1891 ad 1,770,000 nel 1895. La vicinanza delle colonie antiche, l'ambizione di estenderle o di sfruttarle meglio, e il desiderio di sviluppare di pii1 il proprio commercio ha indotto Francia, Russia e Germani:i all'aggressione contro la China. Meno giusti• (1) A proposito di l1'ibuti locali ci piaco 11otarc che l' Econon,ista. nel nume1·0 prcccch•ntc riconobbe elio i Comuni possouo tt•ovn1•p una. risorsa nei scr,•izi iru111icip:.11i ( 1 coi,.idNto soei<tliSJH() m.n• nic~palr) Seguo ,lc·i te111 pi ! N. cl, IL

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