Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 18 - 30 marzo 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI meccaniche e industriali; nelle combinazioni delle rote, nelle trasmissioni del moto e applicazioni del vapore, dell'elettricita e delle affinità chimiche» (VII, 160) (1). Continua D.r PAOLO BELLEZZA. Sebbene il positivismo possa dirsi qualità caratteristica den' ingegno italiano, ed abbia avuto presso di noi campioni valorosissimi sino dai tempi più remoti (3), pure esso non ha per anco acquistato in Italia quello svilluppo che altri popoli ormai raggiunsero, e che le nostre gloriose tradizioni farebbero pretendere e desiderare. La mala pianta della metafisica e· della teologia ha tuttora radici estesissime e tenacissime presso di noi, sp.:cie nel!' insegnamento secondario e superiore ; dal quale il positivista e con ogni mezzo tenuto lontano ed osteggiato, come fatti recentissimi dimostrano a chiare note. Io qui non m' indugio a ricercarne le molteplici ragioni, tanto più che altri le ha già precedentemente accennate (4); mi limito soltanto a rilevare il fatto, per dimostrare l'assoluta necessità che i positivisti italiani, i giovani in ispe. eia! modo, sappiano con ogni mezzo e ad ogni occasione sorreggere, difendere, avvantaggiare la loro fede, per la dignità e per l'avvenire della scienza italiana. Fu quindi una felicissima idea quella che mosse gli egregi Groppali e Marchesini a festeggiare il settantesimo compleanno del primo positivista che oggi vanti il nostro paese, raccogliendo in un sostanzioso volume i giudizi degli ammiratori che egli ha molti e valenti in Italia. Fu, ripeto, una felicis1ima idea: tanto più felice quanto più rara ad un tempo come il nostro, nel quale sembra che non siavi altro modo per festeggiare un illustre vivente, che offrirgli banchetti più o meno succolenti, cantargli dei brindisi più o meno sinceri, riempirgli un album di firme o una pergamena di miniature e di lodi, e cosi via via seguitando. Io non dico con questo, intendiamoci bene, che tal foggia di onoranze sia disapprovevole in qu11lsiasi caso, che anzi le trovo adattatissime a certe glorie o gloriole acquistate o sui campi di battaglia, o sulle scene dei teatri, o nelle lotte politiche; ma dico e sostengo che esse sole non bastano ad onorare degnamente una vita trascorsa tutta nella severa intimità della scienza, nella cotidiana e faticosa ricerca del vero : poi chè, o!tre ad essere troppo chiassose e romorose, non fanno progredire d'un passo la conoscenza delle dottrine e delle opere di colui che si vuole onorare. (1) Nello stesso volume (p. 332): « La scienza dei selvaggi spiega la natura coll'immaginazione: è una scienza immaginativa, una scienza poetica, come la chiamò il Vico. » (2) Scritti di Negri - Tarozzi - Loria - Fano ecc., raccolti da ..A. Groppa/i e G. Marchesini - Torino, Fratelli Bocca editori. (3) Vedi, a questo proposito, lo stesso Mamiani Del ,·irmovamento della filosofia a11ticaitalia11a. Parigi, 183,1. (4) Ne parla tra gli altri l'Espinas, nella fine del suo bd volume L1t philosophieexperimenlalee11Jtalie, Paris, 1879. Se tutto questo può essere ritenuto vero in tesi generale, nel nostro caso particolare acquista un carattere indiscutibilmente maggiore di veridicità, ove si ponga mente alla natura speciale dell'uomo e dell'opera sua. Roberto Ardigò non è, nè d'altronde potrebbe essere, u?o di quegli uomini che aiutati da una felice disposiz1on naturale, sanno conquistarsi una cerchia larghissima di simpatie, di amicizie, di conoscenze : la fierezza indomita del suo carattere, la sdegnosa solitarietà della sua vita, la sua stessa ritrosa modestia, sono tutt'altro che adatte a promovergli d'attorno quell'aura di popolarità che gli uomini superiori disprezzano, ma che pur giova tante volte ad allargare la conoscenza di utilissime verità scientifiche. Queste peculiarità del suo carattere si rispecchiano fedelmente pur anco nelle opere sue ; le qaali, per la durezza della forma, per la concisione a volte eccessiva dello stile, per la novità ed originalità dei principii che vi si espongono, varrebbero ad allontanare le mille miglia qualunque profano, anche se non fossero macchiate da due peccati d'origine, veramente imperdonabili agli occhi dei più: il primo, di appartenere ad uqa scienza quale la filosofia, aristocraticissima quant'altra mai, e che fu ed è, specie in Italia, dominio di pochi ; il secondo di non essere precedute dalla fanfara, così gradita agli orecchi italiani, di un nome straniero. Dal che deriva che l'Ardigò sia per avventura meglio conosciuto dagli stranieri che da noi, e che in Italia .gli si preftrisca lo Spencer e il Taine, cui egli non è inferiore, a giudizio di uomini competentissimi, nè per acutezza e profondità di pensiero, nè per genialità di concezioni, nè per vastità di conoscenze. Ma lasciamo da parte queste incurabili malinconie nazionali, e veniamo al punto. Vedemmo adunque che gli intenti eran buoni ed eran belli; come furono attuati? Non esito un momento a dirlo, nel modo più soddisfacente. li volume è riuscito il degno omagg:o che l'Italia dotta contemporanea ha reso ad uno dti più illustri tra' suoi figli ; e la qualità degli scritti, e il nome degli scrittori, uniti alla eleganza e nitidezza della edizione, gli procureranno, ne son certo, una benevola accoglienza da parte del pubblico c6lto e intelligente. Il grande filosofo italiano vi è studiato con assai cura nelle varie manifestazioni del forte suo ingegno : come psicologo, come moralista, come sociologo, come educatore ; vi è considerato ne' suoi molteplici rapporti col movi:nento etico-giuridico, l'economia politica, la filosofia positiva, b pedagogia scientifica, l'indirizzo spenceriano; e dal complesso di questi studi balza fuori tutt'intera, alla m.:nte del lettore, la poderosa sua figura di uomo e di scienziato. I diciannove studi che compongono il volume si possono agevolmente dividere in due categorie : la prima composta di brevi scritti d'occasione, la seconda di lavori di più vasta mole, aventi un valore reale intrinseco, e che potrebbero benissimo stare a sé come veri e propri saggi di critica filosofica. Quanto ai primi, basterà ch'io accenni, così di sfuggita, i brillantissimi Ricordi Liceali di Enrico Ferri, lo smagliante articolo di G. Ferrere sopra l'efficacia esercitata dall'opera dell' Ardigò sopra la gioventù studiosa d'Italia, Dopo vent'rumi di A. Ghisltri, articolo pieno di

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