Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 18 - 30 marzo 1898

RIVISTA POl'OLARE DI POLITICA LETTEJlE E SCIENZE soqALI Come gli uomini davvero di spirito, non lascia di farne alle proprie spalle. Si descrive lepidamente « quinquagenario e togato, » definisce i suoi scritti« fardello di stracci,» teme d'esser tacciato di « ficcanaso universale » (per.:hè s'occupa de' più disparati argomenti), e tratta di « amorevoli spropositi » le lodi di cui gli son larghi gli amici (Ivi, II, 45, 74. 116, 384). Alcuni scritti di lui sono di carattere prettamente umoristico, quali Un brindisi(Ivi, II, 123 sgg.); Sul sistema proibitivo (lvi, I, 112 sgg. caricatura di Ct!rte teorie di e;onomia pubblica);' Quadernodi regole e pareri ad uso degli, ree. sigg. compadronied illustri architelli di-questo comune e regia citta di :A(ilano (II, 435 sgg.) satira contro il mal gusto architettonico del tempo ; fra l'altro esclama : « non ho ancora potuto digerire che non siano state finalmente disfatte le colonne di S Lorenzo) » e i due brevi lavori con cui si chiude il I volume delle Opere:Se fossi ricco e Testamentod'un Giapponese (p. 395 sgg. p. 400 sgg.) Sono schizzi satirici di alcuni usi e costumi dell'aristocrazia milanese: « graziosi abbozzi sociali della s:uola del Parini e del Porta - come osserva in nota l'Editore - ci fanno assaporare quanto Cattaneo sarebbe stato felice ed efficace in simil genere di satira educativa » Il primo è degno di nota anche perchè in esso si rivela e s'espande l'animo affettuoso e modesto dell'autore. Il secondo, forse perchc alquanto più pungente, /; da lui attribuito a un principe del Giappone. 11 carattere eminentemente satirico della letteratura italiana; « a cominciar da Dante, che fu l'ideale della · maldicenza, » egli pone bene in rilievo nello scritto appunto intitolato: 'Della Satira (I, 126 sgg.) Altrove (11, 101-2) lamenta che si sia imposto silenzio ai mordaci e sollazzevoli sali di Figaro e di Dulcamara. Nè mancano le sortite amene, i motti felici, anche nelle opere che vertono sopra argomenti più gravi e severi. Cosi, nello studio sulle Interdizioni imposte dalle leggi civili agli Israeliti (IV, 94), a proposito di certe antiche disposizioni, che gravavano a vicenda sulle manifatture e sull'industria, dice argutamente : « I finanzieri rompevano le braccia a Martino per dar favore a Paolo; poi rompevano le gambe a Paolo, per dar consolazione a Martino.» Parlando del mal governo dell'Austria in Lombardia, e delle conseguenze a quella fatali che ne risultarono, esce in una bizzarra similitudine ; « Come la vecchierella d'Esopo sventrò la gallina che le faceva le ova d'oro, così l'Austria si ridusse a manomettere colle sciabole quel popolo i cui sudori più fruttavano alle sue finanze» (1) Definisce la confederazione« l'idea di molti capi che fa però una bestia sola" (Scr. II, 263); e così risponde a coloro i quali dicevano che l'Italia perdeva poca cosa perdendo solamente il giardino dt Nizza : « È vero: e bella donna perde poca cosa se le si tronca solamente il naso: ma è mutilata, deformata » (Ivi, II, 245). Altrove, dopo aver accennato all'importanza del ben tradurre i capolavori stranieri: « Come lo specchio fu sempre lodato, in ispecie dalle signore, così furono sempre lodate le buone traduzioni che ci . rappresentano l'effigie d'un autore,» ecc. (Il, 192). (1) Scr. I, 239 (Co11siderazio1i1i1fi11edel i voi. dell'Archivio rim11ale). Senonchè questa non e l'unica nè la più importante forma e manifestazione della sua genialità : in un altro aspetto questa si dimostra, che può ben dirsi la caratteristica peculiare di lui,· come è l'impronta specifica del genio italiano, in ogni tempo e in ogni disciplina: vogliam dire la versatilità, la facoltà di trapassare facil-- mente da una regione all'altr.1 del vastissimo campo dell'umano sapere, in tutte lasciando orma propria, e talvolta profonda. « Dotato d'una fulminea facoltà di assimilazione, e d'una potenza rara nello scoprire nuovi rapporti nelle co,e ; pronto ad abbracciare tutto lo scibile e a trattarlo spesso con originalità di vedute e rapidità di penna; ingegno scientifico e nello stesso tempo poetico nel vestire le materie più aride d'un'attraenza aristocratica e popolare insieme - aristocratica nello sfolgorio delle forme elette, popolare nella chiarezza » ( 1 ). Egli cooperò a comporre praticamente, possiamo ben dire, il tradizionale dissidio fra le lettere e le scienze, fondendo « in vivida unità le svariate apparenze del vero scientifico e del bello ». ( 2) Vide cioè che « il bello e uel vero, » che « la poesia e nella natura » (I, 362), che « la scienza è una, l'arte e una, la gloria è una" (V, 330); non temette che « le assidue scoperte delle scienze » (VI, 274) fosser mai per inaridire le fonti dell'arte: che anzi ritenne e dimostrò che nuove arti si formano da nuove scienze (VII, 219). Pochi meglio di lui hanno rilevato gli elementi comuni, g-li intimi accordi, le recondite ma connaturali simpatie, onde queste e quelle sono legate. Egli osservò che, come avviene per le scienze, così in alcune fra le arti predomina l'analisi, in altre la sintesi (VII, 184). Come le scienze, così le arti sono l'una all'altra di reciproco sussidio.« La geologia chiede lume alla chimica per chiarire le trasformaiioni dtlle rocce ; alla geometria per esplorarne i componenti anche solo agli spigoli dei loro cristalli; alla fisica per indurre dal progressivo calore la profondità dell'involucro terracqueo ; ali 'astronomia per argomentare lo stato primitivo di quella mole ro·1ente le cui scorie sono le terre e i mari; all'istoria naturale per suscitar dalle reliquie organiche la visione di mondi più volte sepolti» (VI, r 15). Così « le arti belle, figlie dell'immaginazione e dell'affetto, si prestano fra loro vicendevolmente la vita. Il marmo del Laocoonte greco inspira i versi del Laocoonte latino. L'addio dell'alpigiano dello Schiller viene, molti anni dopo la morte del poeta, ripetuto con altr'arte da Rossini» (11, 147), « L'esperienza-egli osserva ancoracondusse la ragione dove la più libera immaginazione non era mai giunta » (VII, 100 ). Questa pure, che alcuni vogliono essere monopolio dell'arte,« ebbe una gran parte nelle scoperte scientifiche. Colombo ebbe presente per trent'anni l'immagine d'un nuovo mondo pieno di tesori ch'egli andava offrendo a chi gli desse le navi per arrivarvi. Cuvier vide errare i palconti fra le piante dei mondi zoologici : da un artiglio o da una mascella immaginò le belve intere e vide i loro atti e la loro indole. Coll'immaginazione la scienza induttiva crea quelle supposizioni (ipotesi) che si vanno approssimando sempre piu al vero. L'immaginazione ha parte anche nelle scoperte (1) G. RosA, op. cit., p. 21. (2) R. BARBIERA, op. cit.. p. n 5.

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