RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI teosi che si è pure ripercossa all'Estero, e specialmentein Grecia e in Francia, ove a Parigi 2 50 deputati hanno spedito un indirizzo alla Camera Italiana e il Consiglio Comunale ha battezzato nel nome di Cavalletti una strada principale. Si, contrariamente al parere espresso cinicamente dal deputato Ferruccio Macola in un suo articolo di mesi or sono merita proprio il conto di essere onesti ! A. C. LASTAMEPFAELICEAVALLOTTI Tra i numerosi articoli scritti in questi giorni su Felice Cavallotti - a preferenza di quelli dei giornali più amici - ne scegliamo due ddl' Avanti, socialista, ed uno del Don Chisciotte il più intellettuale tra i giornali nazionali, perchè ci sembra che essi, pur dissentendo in molte cose da lui, rendano il più efficace ed il più degno omaggicf" all'uomo che è stato strappato per sempre alle lotte della vita pubblica italiana. L'Avanti, appena appresa la notizia dell'orrenda tragedia, la sera stessa del fatale 6 marzo scriveva : In questo momento ci è impossibile di esprimere tutto il nostro dolore, tutta la nostra angoscia, che è una parte minima dell'immenso dolore, dell'universale angoscia da c:ui san\ presa l'Italia all'annunzio della tragica uccisione. Di Felice Cavallotti non si può scrivere il solito necrologio. Egli, la vittima del barbaro pregiudizio, è stato troppo parte del nostro cuore e della nostra anima nelle lotte politiche dell'Italia nuova perchè ci riesca a dir qualche cosa che ci associ al lutto nazionale. Ma il nostro smarrimento non c'impedisce di deplorare con tutta la violenza possibile che Felice Cavalloni, la figura piu luminosa e piu disinteressata della democrazia italiana, sia stato trascinato in omaggio al barbarico pregiudizio, nei giri tortuosi di una vertenza suscitata dalla premeditata e maligna menzogni di un corrispondente, e abbia dovuto perdere la sua nobile esistenza per la sciabola . Alle parole che seguivano nell'.Avanti e che hanno procurato al giornale socialista, una tranquilla querela del Macola - ma senza il beneficiodelle prove - sostituiamo dei punti perchè il pensiero della Rivista, lo esprime nettamente il nostro Direttore in questo stesso numero. Il giorno dopo l'Avanti pubblicava il seguente articolo su Felice Cavallotti: Noi salutiamo la sua memoria in nome del partito socialista. Molti, lo sappiamo, troveranno inopportuno che noi in questo momento si faccia suonare il nome del partito. Ma il partito è la· idealità che ci muove e ci scalda, è ciò per cui la vita ci pare degna di essere vissuta e di essere sacrificata. Salutare la memoria di Felice Cavallotti in nome del partito vuol dire salutarlo per quanto abbiamo di piu caro e sacrq, E salutarlo cosi, così esprimere il nostro dolore, é pc:r noi un altissimo dovere. Cavallotti, agli occhi nostri, era tra i pochi che rap• presentassero nella sua maggiore purezza, la tradizione rivoluzionaria italiana. li vigore istintivo del popolo; lo slancio entusiastico delle moltitudini che erano balzate fidenti incontro all'avvenire aperto dalla rivoluzione borghese; la forza del sentimento che opera e si SYolge fuori delle preoccupazioni dei partiti mentre li alimenta e li sospinge ; la energia della ribellione a tutto ciò che è ingiustizia, so. praffazione, viltà; di tutto questo era plasmata e vibrante l'anima di Felice Cavalletti; quest'era che dava un fascino insuperato alla sua parola, che cingeva la sua figura di un'aureola luminosa. Cavallotti non era socialista, non amava dirsi repubblicano. Egli amava dirsi, ed era infatti « garibaldino ». E con ciò intendeva di abbracciare tutte quante le virtualità a cui la rivoluzione borghese aveva aperto o, meglio, aveva promesso di aprirsi libero il campo. Giuseppe Garibaldi era stato infatti la espressione piu alta e sintetica dello spirito rivoluzionario italiano ; e Felice Cavallotti fu, per lunghi anni di lotta, colla parola, colla penna, colla spada, in piazza e in parlamento, il continuatore dell'opera garibaldina. No, questa Italia non era quella sognata dai martiri, dai combattenti, dal grande càpitano ! E le commemorazioni di Garibaldi fatte dal Cavallotti si levavano a dignità di solenni battaglie per l'ideale; e le moltitudini, che pure dal Cavalletti non avevano la formula del rimedio ai loro mali, intuivano la sincerità, sentivano la freschezza del suo sentimento, palpitavano con lui, fremevano alla sua parola evocatrice delle illusioni del periodo rivoluzionario, e seguivano il poeta - poeta nel senso augusto della parola di agitatore ed educatore di coscienze - lo seguivano nei v0li superbi verso l'av-• venire ! Questo spiega perchè oggi la morte sua sia lutto dei socia listi non solo come amici e ammiratori della sua persona, ma anche come uomini di partito. Il partito socialista sa quanto l'opera propria sarebbe feconda e non dolorosa se nel nostro paese si fosse mantenuta viva la fiamma di quella tradizione garibaldina a cui é ripugnante che la patria e la libertà diventino esoso monopolio di pochi, a cui è ripugnante che si sbarrino colla violenza al popolo lavoratore le vie delle conquiste civili. Gli è perciò che il partito socialista ha cinto oggi di gramaglie la sua fiammeggiante bandiera. Cavallotti è caduto; caduto da forte, com'egli forse si augurava, per un atto di generosità delicato. Morte degna della vita. Ma intorno al feretro dei forti, dei lottatori come lui, non è da levare il lamento vano, sl bene il grido virile della battaglia in cui ancora viva e ancora combatta lo spirito dell'estinto. A uua grande eroica battaglia il nostro estinto aveva consacrati gli nltimi anni della sua vita ; alla battaglia contro il dditto trionfante, contro la corruzione invadente, contro gli sfruttatori della rivoluzione italiana, çontro i parassiti della terza Italia.
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