I\MSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI !139 f. M. Bruce: Le lezionidi Rusklnad Gxford. J. M, Bruce passò, una ventina di anni fa, un anno scolastico ad Oxford, dove assistette a tutto il corso di lezioni sull' " Arte ,, fatto da Ruskin. L'articolo che riassumiamo è un estratto dai suoi appunti nei quali souo raccolti molti importantissimi aforismi del grande sacerdote della bellezza : « Tutte le mie teorie, egli dichiarava, sono riassunte nelle linee di \Vodsworth: "Noi viviamo di ammirazione, speranza e amore ,, - Non ammirazione di noi stessi, non speranza per noi stessi ; l'amore non può essere che per altri ; amore di sè è una contraddizione in termini ». In una frase incidentale era spesso riassunto un giudizio personale vasto e caratieristico e abbozzato tutto un sistema critico: " .... Il potere di distinguere la r.igione e il torto, che, quando è applicato all'arte, si chiama gusto .... » Il giovinotto della grande città, di Parigi e di Londra, il prodotto concentrato della civiltà moderna, era bollato come un « ragno dalle cento gambe ma senza mani, il quale succhia, pur troppo, e punge, ma non può tessere la sua tela » e ciò era detto con accento così vibrante che tutta la sentenza pareva un sibilo. " La Costituzione Inglese della quale voi siete cosi fieri - scattò fuori un giorno, a proposito di alcuni abusi che aveva constatati'_ è il miscuglio più abbietto di ciarlataneria, iniquità e menzogna che Satana abbia mai vomitato fuori dall'inferno ». Esponendo le sue teorie economiche disse una volta : " Ecco il primo fatto economico che ho cercato d' insegnare in questi ultimi quindici anni - e non ho ancora potuto farlo entrare nella zucca dura di questa Inghilterra rovinata - che non si può aver pane senza frumento, nè latte senza vacche, e che facendosi trascinare dietro a delle caldaie attraverso la campagna, su di essa non germ0glierà il grano, che la speculazione sui titoli non farà che di essi si possano nutrire i montoni; e fabbricando peone di acciaio e scribacchiando con esse delle bugie, queste non vestiranno le vostre spalle o riempiranno il vostro ombelico, nemmeno se voi scribacchiate tutta l'Inghilterra sino a farla nera d'inchiostro erme l'avete impolver.ta tutta di cenere ». Un giorno, per illustrare l'amore al lavoro d'arte nel Medio Evo, in contrasto con la noncuranza moderna, mostrò un arabesco in un manoscritto dei Salmi, dal quale era ~tato copiata un fregio in un giornale illustrato contemporaneo. Egli fece osservare come la purezza e la grazia delle linee originali non era stata compresa e come la copia era una vera profanazione dell' insieme perfetto del disegno originale : « E intanto - gridò brandendo il giornale _ ecco quello che voi benedetti inglesi amate I » e buttò all'aria il numero della Forbtightly che conteneva appunto il delitto di lesa bellezza I (Century Maga{ine, febbraio). Ugo Ojelti: li contagioD'Annunzio. Fà disgusto. Ormai non se ne salvano più nemmeno gli aperti avversari del D' Annunzio. GI' imitatori confessi sono una moltitudine infinita, un infinito misero squallido gregge che nei belati prova a raccogliere l'eco di quel che egli dice senza comprendere quel che egli pensa, Mi dà un disgusto infrenabile l'ignavia dei suoi parassiti, che da quando hanno letto Le Vergini delle 'R.,occe si svegliano ogni mattina con la speranza di diventar prima di sera Tiberio o Nerone, e non riescono che ad esstre imperiosi col cameriere che loro serve il caffè o con la femminetta, cui vanno a chiedere un minuto di sincope. E fuori dell'arte e della politica, nella minuta faticosa vita quotidiana che divoratori di patate lesse sono tutti costoro I Senza volontà, cioè senza individuazione, seguono ciecamente il D'Annunzio e sempre in ritardo, e si provano anche ad applicare nella realtà )a morale degli eroi d,i suoi libri che, individualmente e sccialmente, s no tra i più grandiosamente immorali del secolo. E b realtà li sfrange, li strit0la ne fa del fango. Questo contagio dannunziano oggi è al colmo. Non se ne può più. (Il Mar{occo). EMPORIUM. Rivista mensile illustrata d'Arte, letteratura, scienze e v~rietà. Febbraio 1898. -Contiene : Artisti contemporanei: HUl3ERT HERKOMER di Helen Zimmeru ( con 22 illustrazioni). Lelteraticontemporanei: l\LluRlZIO ì\f.\ETKRLLSK di Riccardo Forster (con 7 illustrazioni). Attravmo gli .Albi e le cartelle: LA GUERRA di Vittorio Pica (con 37 illustr:izioni). Etnografia: MASCIIERf: di Brayley Hodgetts (con 29 illustrazioni). Scoperteartistiche: ARGO ~u C.ISTELLO SFORZESCO DI i\[JL.1\O di F. Novati (con 5 illustrazioni). N. B. - Gli articoli, che pubblica questa splendida rivista non prestandosi alla riduzione, perchè manca il pregio essenziale delle illustrazioni, da oggi in poi, e in via di eccezione, che potremmo soltanto ripeter, con riviste analoghe, riprodurremo l' indice di ogni numero. RECENSIONI GEORGES RENARD : Le regime socialiste. Felix Alcan - Paris 1898. Questo volume della Biblioteca di filosofia contemporanea edita dall' Akan, è un libro eloquente nel quale sono esposti con chiarezza e maestria i principii essenziali del socialismo - e sono o discusse o accennate - secondo la varia loro importanza - le questioni tutte che al socialismo si collegano - da quella della lingua universale a quella della necessità o meno di provvedere, anche in un regime socialista, alla difesa del territorio o:.ziooale. L'autore che, come sanno i nostri lettori, fino allo scorso gennaio fu il Direttore della 'l{.evueSocialiste fondata dal Malon, professa in molte cose opinioni moderate, p. es., circa la famiglia, la patria, la giustizia punitiva, la polizia, contentandosi di proporre relativamente a queste istituzioni mutamenti che non discostano di molto da quelli che propugnano molti che non son socialisti. La parte più importante dell'opera è quella che riguarda l'organizzazione politica e l'organizzazione economica del socialismo. Il Renard tratta diffusamente di questi argomenti e con uno spirito pratic 0 0 assai commendevole. Nondimeno molto ci sarebbe a ridire sulle soluzioni che l'a. propone. Specialmente discutibile è il suo metodo di valutare i prodotti e di stabilire le rimunerazioni pei singoli lavori. In fondo il Renard riconosce l'azione della offerta e della dimanda a determinare prezzi e salarii, e dal momento che riconosce questo, il suo sistema di medie e di coefficienti sembra inutile. Basta lasciare libertà di contrattazione - dopo, beninteso, aver assicurata l'uguaglianza fondamentale delle conJizioni mediante l'avocazione delle rendite tutte, fondiarie e industriali - aJla collettività. L'essenza del socialismo, ci sia lecito ripetere quel che abbiamo detto altrove, non sta nella sociali{{a{ione materiale de' mezzi di produzione, vale a dire nel possesso materiale, che r.e prenda la collettività, chiamata quindi a compilare essa il piano unico, universale e obbligatorio, di produzione e di cambio. Il possesso dei mezzi di produzione può rimanere individuale: ciò che preme socializzare è la rendita, che è l'esponente di un monopolio, e rappresenta un'eccedenza sul prodotto medio del lavoro. Ad ogni modo, il libro del Renard è degno di studio e noi speriamo di ved, rio presto tradotto nella nostra lingua. S. M. EMILIO V. BANTERLE: Giacomo Leopardi. Sloriti di un anima. Milano, C. Aliprandi. L. I. Il nostro egre 6 io collaboratore che poco tempo fa pubblicò un interessante studio sul Vero, in occasione del Centenario
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