Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 17 - 15 marzo 1898

HIYlSTA l'Ul'OLAHE J>J POLITICA LETTEllE E SCIEJ\.ZJ~ SOCIALI A un tratto, egli balza nella lotta, e nella più terribile, non chiesto, appena subito; egli sa di porre a rischio il suo patrimonio e la sua libertà; e tanto egli fa perft:ttamente sano e normale, perfettamente conscio di sè, e nella certezza della sua anima trova la ispirazione a pagine ed a parole non certo ir.degne de' suoi anni migliori. Quale atto più nobilmente poetico, più rigidamente morale, più assolutamente doveroso, più sinceramente inutile? . Ora, da quest'atto, è tempo di trarre una grande ammonizione per tutti, e specie per i poeti ignavi e degeneri della fine del secolo: il fenomeno ha un alto significato etico e sociale. Oggi il letterato, anche il poeta (Emilio Zola è tale), può essere una potenza. La scuola positiva non solo non lo ha spento (accusa vana ed idiota), ma lo ha erdto sur un piedistallo di legittimo orgogli(), ptl quale egli si considera soldato e tutore ddl'um mità, solJlto per la consegna, tutore per la potenza. Paragoniamo un poco lo Zola (non l'artista, chè sarebbe sacrilegio, ma il patrono della causa giust:1) ai mille e mille giullari, che nelle corti medioe,·ali con un lazzo o con un p'anto sincero o finto impetravano agli inUici la grJZia del crudele signore: quanto c~mmino percorso, quanto progresso d'arte di dignità e di conscienza ! Ma v'è il. compenso. All'ombra del dispotismo le infamie sono meno frequenti che nel laberinto della vita moderna tutta consorterie e camorre: il primo ne ha meno bisogno delle seconde, ed ha a temerne assai più il contraccolpo. Le camorre e le: coalizioni, di qualunque genere sieno, schiacciano l'iniziativa dell'individuo, che riescono .quasi sempre a isolare. Tale appunto è il caso Zola, che ho chiamato a un tempo doveroso e inutile. li poeta è oggi una potenza, poichc il furfante trema nell'intimo alla sua voce tonante e illibata, poichè tutto il mondo civile figge lo sguardo in lui e lo conforta col miglior augurio alla lotta : una potenza infine, perchè la dignità dell'arte fà di lui la piu grande ed universale · coscienza. Ma insieme la sua potenza può restare paralilzata nella fitta rete dei loschi interessi, oggi più facilmente coalizzati e agenti all'unisono : triste e terribile vero, che apprese a suo danno l'Hugo, e che lo Zola, prevenuto o no, ha provato a sua volta. DoHemo per questo disperare? Ciò non credo, e non crede certo lo Zola. Forse, mentre la folla idiota gli lanciava i suoi consp1,ezle ed il pallido virn rimaneva impJssibile, forse, mentre le carogne del militarismo e i lacchè del cesarismo si rifiutavano di rispondere alle sue terribili requisitorie, egli pens.iva dentro di ,è alla fede suprema, alla fede dc:l suo grande predecessore, e ne ripeteva i versi fiammanti: " Un jour. le ciel oublié, lt: ciel calme, blanchira du còté rnaudit de l'horizoo, ceux qui re 6 arderout auront un gra·1d fri,son tt !'attente sacrcée entrera dJns kur :ime; et ron vara là-bàs, dans l'atmosphère inf:ìme, tout à coup, au dessus du sépulcre effrayant, que la loi, l'euménide inepte, en bégayant, rnonstre aveugle, a flétri dans sa toute-puissance, se lever lentement c~t astre, l'Innocence! » Sono gli ultimi versi del carme per Lesurques : Vittore Hugo, redi vivo in Zola, aspetta il compirsi della prof.!zia: o Storia, avanti ! ~!ARIO ~!AZZOLANI. "'-./'../". Per la Sardegna Da un pezzo si nota in Italia un certo interes-· samento per la Sardegna, la quale è pure diventata oggetto di srudi antropologici e sociologici, come una terra da poco scoperta. Ma purtroppo essa rimane quasi sconosciuta ,1i continentali, e le sue conàiz·oni sono co~i compassionevoli, che ap· punto per questo forse, come a scarico <li coscienzar generose intelligenze le dedicano la loro attività. Recentemente l'avv. G. B. Palmieri ha dato alle stampe un gran progetto <li colonizzazione per l'isola,. ma Massimo Samoggia nella Critica Sociale del 1°· dicembre pa,sato, dopo a,·ere beneYolmente accennato ad alcune mende, conclude con parola franca e se,·era che non gli par questo il tempo di promuo,·ere agitazioni intorno a simili progetti, e che è piu r:1giom:vole occuparsi di alcune regioni del1' Italia continemale. Pur apprezzando le conclusioni del Samo?gia come quella d'una coscienza che cerca di non dissimul:irsi la Yerità, io ritengo• che gl' italiani del continente non debbano disinteressarsi dell'isola infe 1ice, alla .quale, io credo, an che Helle nostre attuali condizioni, si possano arrecare dei benefici che non siano le solite turlupinature politiche. Lo stesso fenomeno dell' interessamento che si nota per la Sardegna ci dice che non dev'esser per noi indifferente ch'essa risorga a nuova vita o continui a esinanirsi. È bene anche che il problema s«rdo si discuta, acciocchè si rag• giunga lo scopo che gli eventuali soccorsi nazionali riescano di benefìc.io alla totalid delh popolazione sarda, e concorrano a stimolare le energie atte ad assi..:urarle l'avvenire. Voglio perciò sperare che intorno al progetto Palmieri si faccia presto da persone competenti un'ampia discussione; perchè, pur ammettendo che tal progetto non presenti probabilità di sollecita attuazione, non si può escludere che la critica d'una proposta possa farne sorgere! altre piu opportune e convenienti: e ciò nella considrrazione che un qualche provvedimento debba prendersi, essendo le condizioni <lell' isola una vergogna per la nazione icali:im. Mi sia ora permesso di <lare uno sguardo alle proposte che più comunemente! si ventilano in fa. vore dell'isola e di manifestare una mia opinione.

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