206 RIVISTA POPOLARE DI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI crediti fondati su cotesti stabili. Ma ciò non è possibile che realizzando una perdita che renderebbe insostenibile il mantenimento dell'azienda bancaria. li Direttore Generale della Banca d'Italia, con quella ingenuità che gli è consentita dalla tolleranza del paese indotto a considerare nel primo motore della sua attività economica null'altro che gli interessi d'una società di azionisti a ·cui devesi ad ogni costo restituire un capitale disfatto, dichiarava infatti nell'assemblea del 17 marzo 1697 che · la Banca 110npoteva esser privata del diritto di profittare del migliaramento avvenire delle condizioni del paese che rianimandosi gli affari e 1111mentandilo valore delleproprietà le consentivadi alienarle II più va11taggiosipa!ti. A queste dichiarazioni fanno riscontro le altre pur del meglio regolato Banco di Sicilia. Le tristi condizioni del 111em1teo della proprietà fondiaria che non co11senlo1110ell1m1agf!ior parie dei casi la vendita a prezzo giusto degli immobili sono i 11eri arteficidella lentezza delle nostremobilizzazioni. Certo se i debitori potessero indurre i loro creditori, come fanno le Banche col pubblico italiano ad aspettare cioè che gli stabili escussi raggiungano, non importa quando, un prezzo anche assai superiore ad ogni bisogno della liquidazione, non si avrebbe mai a deplorare alcun guaio per quelli che fanno cattivi affari, ma viceversa i creditori prenderebbero il posto dei debitori. Ed è questo precisamente il caso del pubblico italiano che paga con una enorme e funestissima passività, qual' è il corso forzoso, e con la incurabile paralisi del suo credito, la insolvenza legittimata del debito più sacro contratto verso di esso da coloro che ottennero l'enorme privilegio del- !' emissione. III. Se ammettendo cotesti speciosi ragionamenti che a nessun altro cattivo pagatore sono consentiti, anche nel nostro paese, dobbiamo intanto subire tutte le conseguenze d'un credito deficiente e inquinato e lasciar deprimere ogni nostra attività economica, ma è almeno sperabile che cotesto incremento di valore che non sarebbe merito di alcun lavoro, ma che costituirebbe ciò che forma la base delle rivendicazioni di Henri George giunga non troppo tardivo a rendere conci udente il saivataggio bancario ? C' è da dubitarne grandemente almeno fir:ora. Lasciando stare il deprezzamento inevitabile di una parte di cotesti stabili abbandonati alle intemperie o privi d' inquilini per sfuggire a imposte eccessive, non è anche un fatto che il malessere crescente del paese, la decadenza dei commerci e della produzione, specie nel Centro e nel Mezzogiorno d'Italia ove sono principalmente cotesti stabili, infine la tensione sempre maggiore delle imposte, governative o locali, l'aumento dell'emigrazione, la scarsezza dei forestieri, potrebbero cagionare ancora maggiori deprezzamenti delle proprietà così urbane che rurali? E allora che sarebbe dei calcoli dei Direttori delle Banche e dei provvedimenti dell'on. Luzzatti ? E perchè, prima di imporre nuovi sacrificii, come abbandoni di tasse o di qualche altra elementare guarentigia della circolazione, non si è prodotto almeno uno stato di consistenza pure approssimativo di questa immensa manomorta che tra noi, caso unico al mondo, rappresenta la massima parte delle attività degli Istituti di Emissione? Oh! la inchiesta verrà poi, e si custodiri negli archivii del Ministero a somiglianza di quelle che svelavano le falsificazioni della Banca Romana, e di cui il Ministro Luzzatti seppe così poco al 1891 che nei provvedimenti bancari portati alla Camera stabilì fin l'abolizione della riscontrata, e il Ministro Giolitti, benché sia accertato che ne sapesse un po' piu, propose un anno dopo una proroga di 6 anni a un Istituto colto tanto tempo prima in pieno re:ito di falsificazione ! IV. li Ministro del Tesoro è forse ben persuaso del cattivo stato degli Istituti, ma non volendo ricorrere ai supremi rimedi, va in cerca di tutte le piccole migliorie per aumentare gli utili delle Banche. Quanto al Banco di Napoli certo furono posti in opera mezzi curativi di qualche importanza. La garanzia dello Stato accompagnata dalla diminuzione dell'interesse per le obbligazioni del Credito Fondiario le ha fatte aumentare di prezzo senza verun aggravio immediato per la Finanza, ma questo è vero per il momento, niuno potendo garantire che la liquidazione finale non importi anche gravi sacrifizì. Ad ogni modo la garanzia effettiva dello Stato non cessa di rappresentare un onere duraturo e considerevole trattando,i di I 37 milioni di vecchie cartelle, con 26 di seme• stralità arretrate. Quanto alla gratuita ce~sione di 4 5 milioni di biglietti di Stato per collo~arli in rendita a pro· fitto del Banco, ognuno intende che non è che una emissione a vuoto che lo Stato fà a benefizio di detto Banco che diminuisce di altrettanta garanzia la sua circolazione. Si confida che la rigida amministrazione presente e avvenire del Banco di Napoli saprà riparare a tanti guai, ma non è certo nemmeno che l'organismo sia assolutamente trasformato con la nomina d'un nuovo Direttore, e con la sorveglianza del Ministro, del Tesoro. Certo i provvedimenti, per questa parte, eroici dell'on. Luz. zatti hanno messo in piena luce la inanità degli espedienti immaginati dall'on. Sonnino e dal suo coadiutore on. Salandra. All'on. Arietta non paiono bensì sufficienti nemmeno questi dell'on. Luzzatti. Ma, anche bastando, chi può esser certo che conseguenza del generoso intervento dello Stato non sia allorché ne sarà dileguata la prima e grata impressione, un nuovo seguito di condiscendenze e di abusi che faccia sentire il peso effettivo delle presenti regalie e ne imponga di nuove? Si fossero almeno introdotti ordinariamente a sanzioni che potessero garantire stabili e salutari mutamenti ! E allora come proporre tranquillamente degli oneri rilevanti al paese per riparare agli effetti di una cattiva amministrazione, quando per nulla, o ben poco, è disposto contro la loro riproduzione? Come non trovare alla Camera chi non protesti contro ottimismi cosi scarsamente fondati? E non si parla del quasi nessun servizio che ornai in correspettivo di tante concessioni il Banco potrà rendere al paese avendo la piu gran parte suoi capitali veri o fittizi impiegati in titcli di Stato ed essendo quindi ridotta ai minimi termini la sua potenzialità di sconto ! V. Le concessioni alla Banca d'Italia non sono così feconde di oneri indefiniti, ma sono effettivamt:nte maggiori. Alla estensione alla Banca o alla cosidetta sezione autonoma degli enormi sgravi delle tasse di Registro e
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