RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 'l!Oo Per la solita tirannia dello spazio, oltre la continuazione della Cronaca Azrurra dell'amico Edoardo Pantano, siamo costretti a rimandare al prossimo numero, l'articolo del Prof. Paolo Bellezza sul Pensiero letterario di Carlo Cattaneo., e quello di P. Sansò sulla Sardegna. Nel numero del 16 Marzo cominceremo la pubblicazione di un importante studio di Papiliunculus ( al secolo Cesario Testa) sulla Questione Sociale nel sistema filosofico di Adamo Tommasi. ~ Ladiscussione Ba caria , I. La discussione sui provvedimenti bancarii dell'on. Luzzatti avvfata nel :896 rimase troncata col naufragio dell'Istituto di smobilizzazione dovuto all'audace arrembJggio dell' on. Sonnino e dovea riprendersi prima nel giugno 1897, poi nel dccembre successivo. I calori e~tivi prima, il rimpasto ministeriale poi, rimandarono la discussione alla fine dello scorso gennaio. L'aspettativa non era grandissima, scarsa fu la discussione nel paese ed anche nella stampa specialista: i resultati furono ancora inferiori all'aspettativa. I discorsi notevoli furono pochi, molti degli oratori più provati come l'on. Maggiorino Ferraris, l'on. Colajanni, l'on. Saporito, l'on. franchetti si astennero o renunciarono alla parola. Si può dire che i soli on. Sonnino e on. Alessio produssero una qualche impressione nel!' Asserublea, il primo pur ripetendo in gran parte avvertenze, delle quali non tenne quasi conto quando fu al potere, il secondo invocando gagliardamente e dottamente il termine di palliativi che non fanno che porre in condizioni sempre più difficili, e.eme ben disse, l'azienda italiana di fronte a quella straniera. Ma la Camera, pur dopo la dolorosa constatazione della inutilita di tanti altri provvedimenti che le si erano dati come rimedii sovrani non ci sentiva da cotesto orecchio, alle soluzioni radic;li preferendo sempre i suggerimenti della finanza empirica confortata dalle gran<11ma spesso fallaci risorse della speculai.ione moderna non meno che dagli astuti prelevamenti sulle più vive attività del paese e sui sacriticii dei contribm:nti. Della Camera apata e stanca del tema bancario da così pochi esaminato, fu interpetre abbastanza esatto l' on. relatore Carcano, il quale mostrò nel corso della discussione di avere bene studiati i concetti dell'onorevole Luzzatti, e di essere un buon dicitore analitico oltreché un simpatico deputato. Ma nella sua Relazione, molto breve, ma troppo ottimista, la situazione resulta assai men grave di quello che è, sicchè parrebbe quasi di trovarci in altri luoghi e dinanzi a ben altri lstituti. L'ari. Carcano parla infatti di emettereprnvvedimenti durevoli e ben coordinali per raggiungere l'alto fine di garantire e risanare gli slrnmeuti degli scambii ali' interno e di porre in grado i nostri Istituti di Emissione di dare più efficaceaiuto al credito e all'ecouomia generale del paese. Vedremo, on. Carcano, tra alcuni anni se si è trattato di provvedimwli durevoli e ben coordinati; quanto ali'aiuto, al creditoe ali'economiageneraledelpaese. Guai ad essi se non avessero generalmente, come pur troppo si verifica in qualche parte d'Italia, altro refrigerio che quello degli attuali Istituti di Emissione ! II. La prima questione a proposito degli Istituti e del loro risanamento è certo quella delle immobilizzazioni, e su di essa parlarono gli on. Alessio, vVollemborg, Casalini, Pantano e anche Sonnino, più o meno diflusamente, quasi tutti con note assai giuste. L'on. Alessio fu forse piuttosto ottimista, calcolando una perdita di soli 100 milioni e 794,000 lire sui 303 milioni delle immobilizzazioni esistenti dell'antica Banca Nazionale, le quali danno appena, e non al netto, circa 6 milioni e mezzo di rendita all'Aziend~ bancaria. L'on. Wollemborg dimostrò assai bene il miraggio dei provvedimenti Luzzatti per le smobilizzazioni appoggiate alla restaurazione del Credito Fondiario con cui la Banca aveva già un conto corrente formidabile a motivo di cattivi mutui e di aggiudicazioni disastrose, quel Credito Fondiario, che l'on. Grimaldi fece inaspettatamente e ben poco correttamente uscire da una buona legge com'era quella del 1885 foriera d'una specie di libertà e di concorrenza in cotesto importantissimo argomento. Ma non fu la sola legge buona che si sia applicata al male nel nostro paese, e il Credito fondiario della Banca Nazionale segnò il discredito dell'istituzione e la rovina della Banca. Come !'on. Luzzatti può sperare che ora ne venga il risanamento della Banca medesima? Oggi gli immobili dell'azienda fondiaria passano a quella bancaria e la Banca si libera così dal suo conto corrente, poi dalle immobi• lizzazioni facendo nuovi mutui sugli stabili che non si vendono per non constatare una perdita schiacciante, col suo vecchio Credito Fondiario, e impiega il ricavato in un credito permanente verso il Tesoro. La immobilizzazione però rimane sempre fra le sue attività complessive. Si aggiunge un debito nuovo a una immobilizzazione di più. Ma questo, nel vocabolo della convenzione, si chiama mobilizzare. Così dice il Wollemborg e così è. Ma la Camera che già ordinò la liquidazione del Credito fondiario all'oggetto di porre un termine ai guai che pesavano sull'azienda bancaria, ora va a ristabilirlo per promuoverne la indefinita continuazione e per disturbare fors'anche gli altri Istituti che, privati di cotesta morbosa concorrenza e rientrati al possesso delle facoltà loro concesse dalla legge del 1885, quindi ritolte per poco col nuovo privilegio immaginato dall'on. Giolitti, stanno riprendendo tutte le loro benefiche funzioni. Le immobilizzazioni non hanno che un sol fine sincero e reale, la vendita degli stabili o il ricupero dei
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