RMSTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI vuto al Parlamento non dovrebbe essere lecito a chicchessia fargli di~cutere e votare leggi frivole o inutili; molto meno quando c' è una sproporzione enorme tra il fine propostosi e i mezzi adoperati per raggiungerlo. Nella intenzione del governo il fine è grandioso perchè si vuole commemorare con solennità eccezionale, un avvenimento giudicato di capitale importanza : la promulgazione dello Statuto Albertino. È adeguato il mezzo? è adeg,iata l'anticipazione di una festa scialba, che passa sempre inosservata per tutti, meno che pei soldati che ottengono dieci centesimi di pJga in più e la ritirata più tarJi del solito ? Segna davvero un grande avvenimento la promulgazione della Carta octroyù da Carlo Alberto ? Gli scrittori monarchici - badi bene il Fisco! - di diritto costituzionale hanno ripetute volte dimostrato che tra le Costituzioni monarchiche quella largita, sotto la pressione degli avvenimenti minacciosi, <lai Re di Sardegna nd 1848, è la meno liberale e la più imperfetta. Ma, concedendo pure che pei suoi tempi sia stata un capolavoro; resta sempre ad esaminare: 1° se essa risponde ;Ile condi~ioni cdierne; 2° il carattere d.1darsi alla commemorazione, cioè, se di cosa che fu, o di cosa ancora viva. Ce n'è dunque d'avanzo per giustificare gli on. Colajanni e A mbrosoli, che interloquirono sul disegno di legge ed aprirono una discussione, che voleva essere e1·itata da molti. L' interesse destato dal!a iniziativa dei due deputati dell'Estrema Sinistra e dell'EstremaDestra, e la discussione animata, che si continuò nella stampa, del resto, riesce meglio di qualunque argomento a mostrare la convenienza e la opportunità del loro intervento, che riusd sgradito soltanto al governo ed alla marmaglia miserabile pagata ad hoc per cantare le sue lodi e, naturalmente, per vituperare i suoi avversarì. * * * I muletti, come Imbriani chiamava i giornalisti, che mangiano alla greppia dello Stato, non seppero perdonare all'on. Ambrosoli la proposta onesta di rivedere lo Statuto Albertino, per poterlo commemorare nel cinquantesimo ;mniversario in modo utile pel paese e per le istituzioni che si vorrebbero proclamare eterne. I muletti ~i scandalizzarono che un conservatore avesse potuto avanzare una siffatta rivoluzionaria proposta. La loro indigna2.ione a freddo prova questo : che se ancora in Ita1 ia c'è qualche conservatore intelligente, che - ammaestrato dalla storia - pensa esservi un solo moùo di evitare le rivoluzioni, quello cioè di mettere in armonia k istituzioni coi tempi, ci sono, e in maggior numero, gli asini, foderati di cinismo e di disonestà, i quali ignorano - o fingono di ignorare - non la scienza politica che non è pane pei loro denti, ma anche quelli avvenimenti di politica spic.::iola e q1Jasi contemporanea, che ogni meschino scribacchiatore di g 1zzette ufficiose dovrebbe almeno conoscere. Questi illustri asini e bricconi, che vorrebbero crocifisso I' Ambrosoli per l:i sua eresia politi.::a, ieggano ciò che alcuni giorni or sono scrisse il Secolo di Milano - uo:1 sequestrato ! - e apprenderanno che da Cavour a Minghetti, da Minghetti a Zanardelli, ciò ohe c'è stato di meglio ,~e] campo monarchico-conservatore o progressista - ha ritenuto sempre riformabile lo Statuto. Sì, proprio il Conte di Cavour - oh ! il rivoluzionario detestabile ! - ali' indomani della promulgazione della Carta AIb. rt" na, nello steso anno r 848, a proposito del preambolo che la dichiarav:i « leggeperpetua ed irrevocabile » osservava nd Risorgimento: « la parola irrevocabile, come è impiegata nel preambolo dello Statuto, è solo applicabile letteralmente ai nuovi e grandi principi i proclamati da esso... ma ciò non vuol dire che le condizioni particolari del patto non siano suscettibili di progressivi mig!liorament,; operati di comune accordo fra le parti CONTRAENTI». Il Conte di Cavour non commetteva che un so[., errore: parla v .1 di contraenti, <limenti cando che lo Statuto fu octroyé. Ma si vede chiaro che il grande statista alle parole dava il significato, che viene loro dai fatti, e serbava poc.1 gratitudine verso chi era stato costretto ...... a largire la costituzione e la cui magnanimi! ci era quindi parecchio discutibile. Tutto ciò ha apportunamente ricordato il Secolo; ed al Secolo abbiamo rimandato i mtJletti, perchè il Fisco di Roma, invidioso della loro ignoranza, non ci consentirebbe di rievocare le splendide polemiche di Alberto Mario nella Lega della Democrazia - non sequestrata temporibus illis - sulla Costituente, e molto meno gli scritti del Mazzoleni e della parte democratica sull'obbligo contratto, e non mantentJto, di convocarla. Una Costituente!... Ma perchè prendere una scalmana convocandola, se il Parlamento ha il diritto e il potere di funzionare sempre da Costituente? Questa la obbiezione di molti politici, di non poco valore, che credono sul serio all'applicabilità in Itali,t della frase che si adopra in Inghilterra per designare l'onnipotenza del Parlamento e, cioè, esso soltanto una cosa non poter fare, mutare un uomo in donna! A coloro che non vogliono saperne di permettere ai Deputati di discutere lo Statuto segnaliamo, soltanto la teoria, ma senza insistervi, perchè ci sembra fiato sprecato disputare largament-:: con anersari, o idioti, o in malafede.
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