Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 16 - 28 febbraio 1898

110 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Ancora una parola : la Camera, consenziente il Ministro, votò un ordine del giorno mio e dell'amico Garavetti, col quale il Governo s'impegna ad adoperarsi perchè la concessione dei terreni alienabili che fanno parte delle immobilizzazioni degli Istituti di emissione, sia fatta a piccoli lotti e con patti corrispondenti ai fini della colonizzazione. Una consimile proposta fatta da me nel 1895, non venne presa in considerazione dall'on. Sonnino, allora ministro del Tesoro. Credito fondiario. - La facoltà data ai crediti fon- "diari della Banca d'Italia e del Banco di Sicilia di emettere nuove cartelle, entro il limite massimo consentito loro per legge, concerne esclusivamente operazioni da farsi sui beni immobili degli Istituti stessi. Non possono quindi creare concorrenza agli altri istituti fondiari. Il pericolo però sta in questo : che l'operazione fatta in famiglia può divenire facilmente aleatoria~ Ad impedire che ciò avvenga, proposi ed ottenni che la consistenza delle garanzie fosse sottoposta :.1 controllo del Ministro del Tesoro, conferendo a questi il diritto di veto per la emissione delle cartellè. Guarantigia dei biglietti. - Non sono fondati gli argomenti dell' on. Sonnino per dichiarare effimera questa riforma sostanziale che, lealmente e rigorosamente applicata, può sottrarre lo Stato al pericolo di dover saldare lo sperpero o gli errori delle Banche di emissione coi danari dei contribuenti. Qualunque crisi non può affacciarsi improvvisa e tale che non consenta al Governo di fare H dover suo, impedendo alle Banche di manomettere ciò che deve essere intangibile nel!' interesse dei portatori di biglietti. In ogni caso, il danno non potrà essere che assai li_mitato, e, salvo la complicità del Governo, nuovi disastri, come quelli della Banca Romana, sono impossibili. Data la complicità del Governo, qual sistema bancario, anche il piu perfetto, potrebbe salvare un paese dalla rovina? Il vero pericolo sta altrove ed io ebbi l'onore di metterlo in piena evidenza: nella scoria cioè dei biglietti consentita dalla legge del 1893, e fissata poi a metà della circolazione normale : vale a dire a mezzo miliardo di biglietti extra-legali che, oltre a poter esser messi in parte e fraudolentemente in circolazione possono, in momenti di crisi, venir lanciati sul mercato, rendendo illusoria ogni guarantigia. La Camera, convinta di ciò, votò, a proposta mia e di Garavetti, un ordine del giorno, accettato dal Governo, con cui questi s' impegna a ridurre la scorta dei biglietti nei limiti puramente indispensabili, circondandone l'uso di tutte quelle maggiori garanzie che sone richieste dal1' interesse dello Stato. Proroga del privilegio. - La combattei vivamente in seno alla Commissione e in piena Camera nel 96 e nel 98 perchè la ritengo un grave errore. Però diverso è il caso nostro da quello francese. In Francia si tratta di un vero e proprio monopolio : in Italia di una semplice facoltà di emissione che il Parlamento può concedere, quando lo voglia, anche ad altre banche, lasciandogli aperto l'adito, malgrado gl'impegni contrattuali, ad una trasformazione verso il sistema della pluralità delle Banche. In ogni caso, la proroga è subordinata all'accertamento preventivo del risanamento degli Istituti di emissione, e, poiché non mi fu possibile ottenere che dalla proroga si recedesse, ottenni che tale accertamento fosse fatto dal Parlamento almeno due anni prima della scadenza, e ciò ad evitare le sorprese dell'ultim'ora : convinto come sono, che in quel giorno se prima altri eventi non l'imporranno - e il paese avrà l'energia delle forti iniziative che ora sembra smarrita - una riforma sostanziale del nostro ordinamento bancario, si affaccerà e s'imporrà come una suprema necessità della vita nazionale. Banco di Napoli. - Col salvare il Banco di Napoli e col modificare l'art. 2 della legge del 1893 - che piu tardi avrebbe consegnato alla Banca d'Italia una gran parte della circolazione ora assegnata ai Banchi meridionali - così come col servizio di Tesoreria le si era già consegnata la leva piu formidabile verso il monopolio - la nuova leggi! ha fatto sì che non fossero rotti gli argini che impediscono alla Banca d'Italia di diventare Banca unica: sogno accarezzato prima dall'on. Crispi, poi dall'on. Sonnino : aspirazione costante del nostro maggiore Istituto che è stata forse la causa precipua dei nostri disastri bancarì, come, realizzata, costi• tuirebbe la piu grave jattura dell'economia nazionale. Potrei seguire queste note illustrative per quel che si riferisce ad altri argomenti di cui ebbi ad occuparmi alla Camera. Ma poichè il mio pensiero è in ciò, nel suo complesso, in armonia con quello dell'on. Diligenti non occorre che quì ne parli. A me premeva soltanto di mettere in rilievo i punti piu salienti, le questioni piu importanti che furono obbietto della discussione parlamentare. E mi affretto a riassumere il mio pensiero. La nuova legge votata dalla Camera è ci6 a cui il popolo italiano ha diritto e dovere di aspirare in fatto di ordinamento bancario ? Altri orizzonti sorridono all'avvenire del paese: altre idealità all'animo nostro: un rinnovamento bancario che, rispondendo alla genialità delle diverse regioni d'Italia, ne rispecchi l'indole caratteristica, ed integri e ravv1v1 quelle energie locali, senza di cui non vi e possibilità di redenzione morale, politica el economica pel nostro paese : una vasta rete di banche, che, intrecciandosi con tutte le molteplici manifestazioni dell'attività nazionale, diffondendosi nei piu riposti angoli d'Italia vi porti una corrente vivificatrice di lavoro e di capitale, come in America, come nella Scozia. Ma riforma siffatta intorno alla quale, come dissi alla Camera, le aspirazioni della parte repubblicana sono in piena armonia con quelle del Deputato Alessio, ha bisogno dell'ora propizia per poter essere attuata. Tale era il periodo della caduta della Banca Romana, quando la scossa era già stata scontata dall'economia nazionale e un provvedimento ardito avrebbe potuto dare impulso e vita ad una radicale riforma. Ma suggellata nel 94 dal ministero Crispi-Sonnino la legge bancaria del 93, e vincolato così il paese nella cerchia di patti non facilmente scindibili, una riforma sostanziale si rese sempre più difficile. Ora bisogna andarne preparando l'avvento col farla entrare nell'ambito della coscienza pubblica, procurando intanto, nella misura del possibile,

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