288 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Germania impiegato dello Stato. Ah! il signor Labori, si lavi di quest'accusa se può. Si é alla ricerca del francese puro, ·cattolico, patriota, rispettoso dei consigli di guerra, senza mistioni di sangue forestiero, e non si trova ; ora un ebreo di spirito mette in giro la leggenda che Drumont il feroce antisemita invocante il S. Bartolomeo degli Ebrei, sia egli stesso un ebreo e tedesco per giunta come lo prova il suo cognome che è una corruzione di Dreimund; d'a!tro canto al Barrès, risuscitatore delle energie nazionali, analizzante le ·caratteristiche letterarie antifrancesi di Zola, (Zola, c'est le Bassan, diceva Taine) obbietta110 i dreysfusiani : Ma voi signor Barrès non sareste per caso, come dice il vo, tro nome, un ebreo portoghese? E cosi via con questi giuochi e ripicchi di comicità barbarica. Ora come all'interno la campagna ha avuto questo carattere incivile con risurrezione di tutto quello che di tristo la Francia aveva cent'anni addietro distrutto e seppellito in cospetto all'Europa - cosi la viva partecipazione degli stranieri, dai loro paesi, allo svolgersi dell'affare, non è stata attribuita a~ altro che all'azione del sindacato. Anche qui si vuol dare un'origine impura a un sentimento di cui la vanità dei francesi, almeno, dovrebbe compiacersi. lmperocchè questa insurrezione dell'Europa contro la Francia è tutta o in buo1Ja parte sentimentale; origina da ciò che la Francia, o meglio Parigi, è ancora per tanta gente la ville lumiere, il faro mondiale da cui s'irradia la civiltà; e dello spettacolo che, invece, Parigi ha dato in questi ultimi tempi, quella brava gente soffre come di un tradimento. È la stessa esplosione sentimentale che ebbero i democratici italiani dopo Mentana e che inspirò al Carducci una famosa ode-apostrofe: dispereremo noi dunqut di te « noi cresciuti al tuo libero splendore, noi che ti amammo o Francia ? Ma anche in Italia la generazione nuova, quella venuta su dopo il 70) ha mutato faro, va mutando coltura; quell'enorme fascino che il nome di Parigi ha esercitato per si lungo tempo nel mondo, diminuisce di intensità un po' dappertutto, perchè la Francia ha rinunziato a quell'azione di avanguardia che gli altri popoli le attribuivano concordi. Questa rinunzia, oltre a cause remote, vaste, non attribuibili alla buona o cattiva voglia dei francesi di marciare all'avanguardia, sembra poggiare ora su una singolare illusione della Francia dopo la disfatta, che cioè un pò meno di liberta. di universalità, ~i dviltà insomma, si converta in un di più di forza; donde questo restringersi in sè, questo spulciare le fedi di nascita, questo abbandonarsi ai generali; e in ciò la sua decadenza a 6 li occhi del mondo. A. l\10RANOOTTl. Lacosidetgtauaglianza giuridica nella giustiz;a penale Discutendosi alla Camera dei deputati il nuovo Codice penale, Enrico Ferri ebbe un espressione felicissima rammemorante, se non erro, un concetto di Romagnosi: « il codice penale è il codice pt r i birbanti : mentre cc quello di procedura penale è il codice di garanzia per « gli onesti che SOPO ancora sotto processo e che non « sono ancora riconosciuti birbanti ( r) ». In questo giudizio si comprende tutto l'ideale di un buon codice di procedura pen:lie. Ma nella realtà è davvero così? Può dirsi che le nostre leggi di procedura penale tutelino ugualmente la presunzione d'innocenza di tutti gli imputati? Ne dubitiamo fortemente. Anche la legislazione penale formale, come qualunque ramo della costitu - zione giuridica, piu che del fattore intellettuale (la tendenza cioè verso la giustizia) risente l'influenza del fattore economico sociale. Il legislatore, come afftr•- mava u:1 pubblicista non sospetto di tendenze rivoluzionarie, !'on Fusinato, non è che un emanazione delle classi superiori: naturale quindi che le leggi, nonostante tutta la buona volontà dei suoi formatori, non possano gran che tutelare gli interessi delle classi non abbienti. E se le legislazioni moderne accennano a riforme d'indole sociale, ciò si deve non già ad una ispirazione altruistica sorta nel legislatore come Minerva dal cervello di Giove, ma bensl ad una causa ben piu positiva. Nel regime economico-sociale attuale la partecipazione al governo è potenzialmente generale: l'evoluzione tende a rendere non piu nominale ma effettiva la partecipazione di tutti aI governo. La causa quindi delle tendenze attuali verso una organizzazione politica e sociale piu adatta ai fini della vita, deve ricercarsi nella sempre crescente potenza delle classi soggette. Ma i codici attuali, e forse per un pezzo anche i futuri, sono codici di classe, checchè ne dica il professore Nani (2). A toglier loro questa caratteristica non basta il fatto d' essere inspirati al principio dell' eguaglianza giuridica. Anzi è per questo principio (altisonantemente proclamato, ma a sproposito applicato) che nrn tenendosi conto della differente potenza economica, si arriva in pratica ad una odiosa disparità di trattamento. Le leggi penali poi piu delle altre risentono della lotta di classe. Michefaogelo Vaccaro nella sua Genesie funzioni delle leggipenali ha esaurientemente dimostrato che esse altro ufficio non hanno se non quello di conservare l'ordine giuridico costituito, di mantenere il potere politico nelle mani delle classi dominatrici. Ecco perchè dicevamo di dubitare fortemente che l' ideale di Enrico Ferri rispondesse alla realtà. E valga il vero. Il nostro codice di procedura penale è un rimaneggiamento del precedente del 1859, il quale alla sua volta è una copia, in qualche punto ritoccata, del codice napoleonico del 1808. E questo rappresenta un cÒmpromesso fra l'antico regime e la rivoluzione: non possono quindi mancare in esso i difetti sociali. Abbattuti tutti i privilegi \ r) Discorsi par/a111er1/1s1urli 111101•0 radicepenalr. Napoli 1889 pag. 7. (2) li socialismoed il codice civile.
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