Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 15 - 15 febbraio 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI di colpa grave la responsabilità dell'imprenditore resti in vigore, non vogliono l'applicazione del Codice. Ma quando fu proposto che la responsabilità della colpa grave venisse soppressa per mezzo dell'assicurazione, sorse allora la propo~ta dei giuristi, che combatterono vigorosamente, come fece l'onorevole Auriti, in nome del diritto . La conseguenza ultima di ciò è stata fra di noi, che da più anni si discute questa legge, pro• mettendola sempre, anche nel discorso della Corona, come un atto di giustizia sodale, senza mai venire a capo di nulla. Essa va dalla Camera al Senato e viceversa, non riuscendo mai ad essere definitivamente approvata o respinta. Si dice sempre che si vuole, ma in modo migliore; e questo migliore è quello che non si trova mai . Chi diceva nel momento stesso in cui la proposta si discuteva in nome del Governo : Sono leggi che bisogna proporle, ma alle quali io non credo, perchè lasciano il tempo che trovano. Chi diceva addirittura : È una leggiaccia. Questo però non deve impedire che fuori del Parlamento la questione si esamini e discuta obiettivamente, con animo sereno, senza pregiudizii o preconcetti, dando alle obiezioni degli avversari il valore che si meritano . • La legge sugl'infortuni, nella sua forma più esplicita, è quella sanzionata in Germania il 6 luglio r884. Essa subì più tardi varie modificazioni, intese però sempre a renderne più generale e sicura l'attuazione. Fu presa a modello, e più o meno è imitata, dall'Austria-Ungheria, dalla Svizzera, dalla Scandinavia e da altri paesi. Essa non pretende di riconoscere nell'operaio un vero e proprio diritto legale alla indennita, nè di punire una colpa dell'intraprenditore. li suo concetto fondamentale è questo : Chiunque coi suoi capitali fonda, per proprio interesse e guadagno, un'industria, che di necessità porti seco il pericolo d'infortunio all'operaio, il qual<! contribuisce a questo guadagno; è tenuto in caso d'infortugio, a soccorrerlo, a risarcirlo, almeno in parte, del danno solfato, in quella misura che la legge, nell'interesse della pace sociale, per sentimento di umanità e di giustizia cristiana, determina. L'infortunio colpisce l'industria, di cui è necessaria conseguenza ; su di essa, e quindi anche sull'industriale, deve ricaderne il danno. Se l'infortunio però è conseguenza di volontà deliberata dell'intraprenditore o dell'operaio, esso non è piu un infortunio, è dolo, è un vero e proprio delitto, e come tale deve ricadere-sotto il diritto comune, dinanzi ai tribunali ordinari. In tutti gli altri casi, si tratta pure di negligenza, imprevidenza, colpa lieve o grave, di forza maggiore, di caso fortuito, l'operaio, anche se la colpa è sua, riceve la indennità fissata, e cessa allora ogni altra responsabilità civile dell'imprenditore. Naturalmente la responsabilità penale, che può portar seco pena afflittiva, resta sempre in tutto il suo pieno vigore. La nuova legge, come già dicemmo, determina, nei vari casi, la indennità da pagare. Siccome però suo scopo precipuo non è solo d'aiutar l'operaio, ma di assicurare anche la pace fra di lui e l'imprenditore, così essa vuole che questi cominci coll'assicurare tutti quanti i suoi operai, presso una delle Casse a questo fine istituite dalle varie associazioni industriali colà esistenti. In sostanza, secondo il concetto della legge germanica, è l'industria stessa che soccorre l'operaio. L'assicurazione diviene perciò una delle sue spese generali. Ammesso che sia obbligo di dare il so~corso, essa riesce vantaggiosa all'intrapreaditore che non si trova improvvisamente esposto a pagar somme che potrebbero condurlo al fallimento, e riesce non meno vantaggiosa all'operaio, il quale è sempre sicuro d'essere pagato, anche nel caso che l'imprenditore fa1lisca. Oltre di ciò, queste Casse non essendo una speculazione privata, non hanno bisogno di dare dividendi, e quindi di fare quel guadagno che, secondo il Bodiher, arriva fino al 20 per cento. E non è pcssibile che, come fanno gli ~peculatori, si accordino per far alzare il premio di assicurazione, a danno dell'industria. Esse sono finalmente un gran mezzo di pacificazione, perchè appena seguito l'infortunio, l'operaio riscuote l'indennntà fissata; tutte quante le possibili contestazioni si dibattono fra di lui e la Cassa, tolto di mezzo l'intraprenditore, e si risolvono generalmente dinanzi a speciali tribunali di arbitri, con procedimenti rapidissimi. Sono passati più di dieci anni <lacchè questa legge è in pieno vigore, ed i Tedeschi, Governo, operai ed industriali, se ne dichiarano contenti. Con tutto ciò essa è stata esposta a severissime critiche. L'hanno molto discussa, criticata nel Belgio, e più ancora in Francia, dove c'è molta antipatia per ogni cosa che si fa in Germania. Nè minore opposizione ha trovato in Italia. La critica fu duplice, teorica e pratica - La legge tedesca sugl'infortuni, si disse, è una manifestazione di vero socialismo di Stato, una violazione della libertà individuale e della logica, sopratutto della logica giuridica. Ma oltre di ciò, essa porta un enorme aggravio sull'industria, il quale va crescendo, e min:ccia di opprimerla. Nel r894, infatti, l'industria tedesca pagava la somma di 44,28r,736 marchi, i quali erano nel 1896 saliti a 57,347.673, ossia lire italiane 7r,684,59r, per r8,389,468 di assicurati. Ed è ben notare che in questi r8 milioni ve ne sono compresi r 3 circa di contadini, pei quali gl'infortuni si riducono a minime proporzioni. Nè cresce solo la spesa, ma, secondo le statistiche, cresce non poco ancora il numero degl'infortuni. Nel r887, infatti ne furono, nella sola industria, denunziati ro5,897 i quali nel r893 erano saliti a r83,9u e nel 1894 a r92,336. Quelli indennizzati erano saliti da I5,970 nel 1887, a 32,026 nel 1893, a 33,73 nel 1894, a 37,78 nel r895. Il che vorrebbe dire· che ·gl'infortuni · erano saliti da 27142 per mille assicurati nel1'87 a 35.58 nel '93, a 37,2r circa nel r894, e quello degl'i_nfortuni indennizzati era salito da 4114 per mille nel r887 a 6,20 nel 189 3, a 6,43 nel r894, e poco meno nel 1895. - Che cosa, dunque, si diceva, prova questo aumento che si verifica ancora in Austria ed altrove, dopo l'attuazione della legge? Prova che l'assicurazione da una par~e, e la certezza dell'indennità dall'altra, hanno reso sempre più trascurati, noncuranti l'intraprenditore e l'operaio. Il primo sa, ormai, che pagJta una volta l'assicurazione, non ha più nulla da temere; il secondo sa che, se avviene l'infortunio, non può mancare il sussidio a lui o ai suoi, e diviene meno attento alla propria salute, anche alla propria vita. Questi sono gli effetti perniciosi della legge.

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