296 JUVISTAPOPOLAHEDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI servono, che significato danno, che intendono per patriottismo, beo diffi,ilmente si avrebbe una risposta unica. Ed in vero le spiegazioni non sarebbero poche. Colui che identifica il concetto di patria con quello di potenz11, ch·ama traditori della patria, coloro che negano spese necessarie all'accrescimento di potenza; i fautori della guerra, nei sostenitori della pace vedono i nemici della patria. E non mancano coloro che il concetto di patria, io una determinata forma politica idealizzano, e quelli pure che l'amor di patria fan consistere nel disprezzo per le altre nazioni. Il sano patriottismo, invece, deriva dall'amore per tutti gli uomini, e dall'attaccamento pel paese nativo, per la propria terra. Ma il patriottismo sarebbe qualche cosa ca;npato io aria, sarlbbe un vuoto sentimento se non lo rendessimo obbiettivo. Tutti i nostri pensieri non sono che l'aleggiare, in questo campo, della fantasia, la quale si levi quanto vuole dalla terra : dalla ttrra parte, alla terra torna. I nostri sogni, i nostri poemi, i nostri desideri, i sentimenti tutti, i doveri, appartengono all'uomo. La coscienza di un dovere verso tutti indistintamente, è causa dell'amore ptr tutti: alla manifestazione appunto di questo amore contribuisce il patriottismo. Il patriota, il vero, innanzi tutto, ama, i felici e coloro pure che soffrono. Egli crede ad un avvenire migliore, fugge, raccapricciando, il pensiero d'una guerra sanguinosa, aspettando l'éra della pace. Oggi, come ho detto, tutto questo vien disconosciuto: quindi una gran confusione, •ma grande incertezza. Popolo, stato, patria, per i più son delle espressioni, dei concetti in tutto differenti, e contraddittori. Ora quanti dei mali presenti da questo profondo errore traggono origine I Come sarebbe semplificato il problema odierno, se ci si potesse persuadere che se una differenza passa tra popolo, stato,patria, è pura forma I E se gli uomini una volta comprendessero, che lo scopo e l'origine di tutto, il sostrato d'ogni idea, d'ogni sentimento, è uno ed eterno: 1'1101110. ('Die Zeit. 22 gena. '98). Luigi Eùiatutt: la municipalizzaziondeel suolo nelle grandi città. lo questa prima parte viene dimostrata la enormità dei guadagni indebiti dei proprittari del suolo di alcune grandi città: La Storia economicadi "" quarto di aere (vale a dire un decimo di ettaro) i1I Chicago può servire di modello a centinaia di casi simili. Questo quarto di aere di terreno di cui ha fatto la storia il sig. Chandler voleva 20 dollari nel 18 30; valeva w1 milione e duece11toci11qz,am11ilta dollari nel 1894 I Questa storia forse in minore proporzioni si è ripetuta ~ si ripete in altre grandi città di America, d'Inghilterra, di Francia ed un poco anche d'Italia. Questo aumento enorme di ricchezza che sembra fantastico, avvenuto tutto a danno dei poveri e dei lavoratori, si è verificato senza il benchè menomo meriW. dei _proprietari.. Le formule del -,ecchio diritto rom.ano, i sillogismi acuti dei teorici dell'astinenza non possono riuscire a giustific.rla. E e' è ancora di peggio : questi percettori oziosi di queste rendite disoneste pervengono ad aumentarle continuamente perchè in vari modi si sottraggono al pagamento di ogni imposta. (Le Deveiiir Socia/. Gennaio). F. Volknovsky: la fame in Russia. I contadini russ' sono attualmente minacciati da una carestia peggiore di quella del 1891-92 Io 17 provincie, situate per la maggior parte sulle rive del Don, del Volga, del Kama e dell'Oka le seminagioni d'inverno e di primavera non hanno dato quasi nulla - dal 40 al 55 °[0 io meno della media per le prime, che in queste provincie occupano una superficie di 27 milioni di acri e costituiscono i 215 delle semine d'inverno di tutta la Russia. Su queste 17 provincie, 14 avevano già subita la carestia dei 1391-92, di modo che i contadini vi sono ancora fortemente indebitati. Bisogna anche notare che il raccolto è stato peggiore appunto dove il suolo è più fertile. Finalmente è mane .to anche il fieno, cosi che i contadini hanno dovuto vendere il loro bestiame a perdita. D'altra parte la siccità dell'autunno scorso ha impedito la semina d'inverno quasi interamente su di una estensione molto più vasta di quella delle provincie ricordate, fino alla metà di settembre, epoca nella quale cominciarono le nevi. Per far fronte alla fame che li minaccia i contadini non hanno che una risorsa: le riserve di grano dei comuni. Ma sulle I 7 provincie minacciate una sola possiede i 314 della riserva normale e, d'altra parte, queste riserve costituiscono il bene alienabile di ciascun comune. Ugualmente i « fondi d'alimentazione pubblica » impiegati dai Zemstvos nella compra del grano si risentono ancora dell'ultima carestia. D'altra parte, anche i comuni i quali haon:i i mezzi per comprarlo, troveranno grano abbastanza per provvedere ai loro bisogni, dato che il grano manca dapertutto. Malgrado ciò il governo continua a far prova di ottimismo e dichiara che i contadini potranno uscire di imbarazzo senza soccorso fino all'anno venturo. Intanto le assemblee provinciali fanno voti per ottenere il condono di alcune imposte, ma un solo governatore, quello della provincia di Tambor, ha raccomandato l'indulgenza agli esat:ori verso i contadini. Il governo non ha condonato alcuna imposta e si contenta di riunire dei comitati speciali, come quelli del 1891-92, formati dagli zemstvos, la burocrazia locale e i marescialli della nobiltà. Gli zemstvos, sole assemblee veramente competenti, si trovano cosi ridotti a rappresentare una parte secondaria come è accaduto nel 1891-92. (Free Russia). L. Melchi11:e Tra I forzati. Il narratore di questa triste odissea presenta un episcdio della sua vita ai lavori forzati tra i condannati per reati comuni. Due anni or sono egli aveva pubblicato sotto lo stesso titolo e nella medesima rivista un lungo racconto delle peripezie che avea attraversate dopo la sua condanna. Quest'opera, che rivela nel suo autore un ingegno letterario, può, so.to parecchi punti di vista, paragonarsi alla Maiso11des Morts di Dostoiewsky. Essa ha suscitato un grandissimo interesse nel pubblico russo. L'autore riprende il racconto della sua vita tra i forzati e del suo lavoro nelle miniere. Egli non è più isolato come prima, poichè due suoi amici, conJanoati come lui ai lavori forzati, son venuti a raggiungerlo. Osservatore finissimo, egli studia lo stato psichico di questo mondo dd riprovati. Schizza i tipi più notevoli dei suoi compagni contro suo volere ; sopratutto quelli dei vagabondi, i quali condannati per la maggior parte per assassinio, sono più volte evasi dalle prigioni. Essi presentano un interesse particolare, per la loro energia, la loro audacia e l'amore della libertà. Queste qualità e i loro precedenti permettono loro di esercitare un'autorità morale indiscutibile sti tutta la prigione. Racconta altresì le impressioni di uno dei suoi amici nuovi arrivati, il quale trova il regime della prigione detestabile, ma viceversa trova tutti i suoi compagni di camerata assolutamente incantevoli. Egli vede in tutti questi delinquenti degli uomini come gli altri e riconosce in essi gli stessi tratti simpatici che caratterizzano, in generale, il popolo russo. Afferma che la teoria di Lombroso è falsa e tutta io mala fede. D'altra parte l'autore constata in questi delinquenti analfabeti un d, siderio ardente d' istrursi, una vera passione per lo studio, ciò che gli fece nascere l'idea di dar loro delle lezioni. Intanto il suo uditorio si disinteressò del tutto dalla sua propaganda di idee comuniste e si rifiutò assolutamente a metterle in pratica. I tr~ amici ricevevano dalle loro famiglie delle piccole somme di denaro e le davano pel miglioramento del cibo e per la compra del tabacco che distribuivano in ciascuna sala per mezzo degli starosles (eletti dai prigionieri, i quali li rappresentano nello loro relazioni con l'amministrazione della prigione e si occupano delle faccende comuni nelle loro sale rispettive). Questo impulso generoso li lasciò del tutto indifferenti. L'impressione penosa che lascia questo rac- ,onto è talvolta cancellata da qualche aneddoto che fa sorri-
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