Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 15 - 15 febbraio 1898

RIVISTA POPOLAHEDI POLITICALETTEHEE SCIE1"ZESOCIALI alla nostra debolezza anzitutto in una organizzazione a base 11azio11ale, 111a di spirito illtenu1zio1111/e. Non v'è dunque in Italia un manipolo di fo·ti, di generosi che sia deciso ad inalzare il vessillo del!' JNTERNAZtONALISMOc,ome principio moderno di pensare ed operare? Scrivi~mo so questo vessillo: " Lungi da noi lo c/Jauvinisme e l'odio di razza, l'antinazionalismo e l'esclusivismo partigiano; ma sia nostra stella l'idea della solidarietà delle llJZioni autonome nella realizzazione degli ideali positivi; e nostro metod, lo studio coscienzioso delle questioni che più interessano la vita dei popoli .... ,, (La Vita llltemaziouale. 20 gennaio). E. C arpenter: Tappeversola libertà. Malgrado tante opm1oni diverse mi pare che tutti i socialisti si siano formato uno stesso concetto delle tappe che deve fare la societ:\ moderna. Si va verso la libertà. La principale obbiezione che si fa ad una società libera - senza governo - non è che essa non sarebbe desiderabile, ma che essa non è praticabile. La paura domina la società odierna ; sembra a molti, che la società si scioglierebbe se non vi fosse un governo. Nessuno, ad esempjo, vorrebbe più lavorarr. Ciò non è esatto. Le classi agiate lavorano spontaneamente. Senza governo ognuno sceglierebbe il lavoro che gli riuscirebbe più gradito, e tutti farebbero lavori utili. I Tipee descritti da Melville nel 1846 non hanno governo e lavorano e vivono liberi e fi.:!ici. Gl' istinti dell'uomo in questa v;ta libera e con,unista si mcdificherebbero. Il dovere di provvedere ai disoccupati, i Trusts, le Trt,de U11io1,s le cooperative, saranno i mezzi di trasformazione. Le battaglie dell'avvenire saranno individualiste, non c mro le forze armate dei governi, ma comro la mline e l'inerzia insénsibile delle masse. (HwMnité Nouvelle. gennaio). Oscar F. Walzel: Il giubileo di Heine. La fatalità pesa su Enrico Heine ! Più di quarant'anni son pass;ti dalla sua morte, ed ancora giustizia non gli si è resa, ancora, son numerosi coloro che gli gridano cc Via! » ancora un monumemo non gli è stato elevato. Pullulano gli scritti sulla sua opera, sulla sua vita, e, strano nessuna conclusione si trac da tanti opuscoli, da tanti articoli, da tanti libri. La Germania il 13 dicembre 1897 ha celebrato il centenario della sua nascita: le pubblicazioni sul!' argomento non si contano. E naturalmente non son mancati quelli, che han profittato dell'occasione, per gridare all'autore del Bue/, der Lieder i soliti epiteti. Questa celebrazione quindi farebbe credere che tutti sien d'accordo oramai sulla nascita d'Enrico Heine, la quale cadrebbe nel 13 decembre del 1797. Ma è poi cosi? Nella DeutscheRu11drcha11, Hiiffer dice che Heine afferma d'esser nato il 1800 solamente per tar dell'umore, ma che in cealtà la nascita del poeta, per il 99 non può esser mess.1 in dubbio dalla seguent~ lettera, diretta a Saint-René Taillandies: cc En regardant 11101a1cte de bapté111je, trouve le r J decembre 1799 co11111d1aete de ma naissa11ce. » Hiiffer sostiene la sua idea, con gran copia d'argomemi, che se 11011 persuadono tutti, son certame.1te degni sempre dello storico renano. Fritz 5\foutlmers nel 'Berli11erTageblatt scrive che la questione della n,1scita è sufficiente a provare come o chi scrisse 'De11tscl,la11d non possa avere, e non abbia una patria. Les Berg nella U111sclmu si limita ad osservare come unilaterali sieno tutti gli studi fino ad ora compiuti su Enrico Heine: gli uni s'occupano solamente dell'ebreo, mentre gli altri lo gridano un antisemita, gli uni si pr~occupano dell'artista, gli altri solamente dell'uomo e van cercando tutte le ragazze che furono da lui baciate; ma nessuno ha cercato di abbracciare, in uno, l'artista e l'uomo, l'ebreo ed il tedesco, con tutte le virtù, con tutte le debolezze. Jules Legras, in uno splendido libro (Henri Heine poete) è quegli che più di tutti si occupa del pccta, nel quale predominano senliment poetique, p1issiouelégiaque,instiucl de vail/erie, et imti11cl de bo11JJ011erie. Io son convinto _ dice il signor Legras - che il soggiorno in Francia fu disgrazia per la vita intellettuale e mcrale di E. Heine: egli sarebbe stato più fdice e forse più grande, se fosse rimasto in un cantuccio della sua adorata Germania. Poichè, contro tutte le apparenze, egli adorò il suo paese. Non fu patriota, ma amò la sua pltria, ebbe un grandissimo amore per il suolo natale, al quale stava legato per una comunità di pensieri, di passioni, di speranze, con tutte le radici del suo cuore Il signor Legras trova in Heine una prédomi11a11cde l'apparei/ sensitif s11r /es f acultés de raiso111ieme11t. \ questa formola, puo dirsi, si informa tutto il libro. Heilbom nella 'N..ation studia con molta finezza il sentimento ddla natura nell'opera tutta del poeta. Edouard '}{od in Cosmopolis invece d'un saggio critico, addirittura una leggenda ci dà: le bnone fate coprono di beni H. Heine, e dimenticano solamente l' équilibre. Nella medesima rivista Ed. Dowdens studia lo sviluppo intellettuale del nostro poeta (dall'interno all'esterno) e conchiude col dire che non c'è canto, nella voluminosa opera, l.1 quale non sia uno specchio chiaro ddl'anima dello scrittore. Manerhof, Ka11/111a1m si slanciano addirittura, in due libri d'occasione contro l'autore di Atta Troll: il primo contro l'artista, il secon lo contro l'uomo, del quale solo gli amori vengono considerati. E questi, ed altri simili, sono gli scritti ch'ogni giornale, ogni rivista s'è affrettato a pubblicare per il Giubileo heiniano. La conclusione di questa occasionale rifioritura? Nessuna, come al solito. È triste leggere quante diffi.:oltà abbia incontrato la proposta della Fra11k/11rter Zeitw,g, per salvar dalla negligenza, dall'oblio, in cui si trova, la tomba di Enrico Heine. Non importa : il poeta dormirà finalmente sotto gli alberi. E questo è il miglior resultato del Giubileo. Non cespugli di rose, non piangenti salici, non verdi foglie, ma almeno dd fiori selv.tici, campestri! Tutti d'accordo: H. Heine è nato il I 797. Sia pure; la festa è fatta, torni tutto in silenzio, ora. A marzo, forse, una p~llida violetta non sdegnerà di sorgere presso a quella tomba, a Montmartre, e farà quello che gli uomini non sanno fare e non sanno dire. (Die Zeit 15 gennaio 98). G. Sergi: I dati antropologici in Sociologia. La teoria di Gumplowicz, che ammette una lotta derivata dalla moltiplicità delle razze alle origini non è suffragata da fatti. Egli in generale confonde razze, popoli, stirpi, orde ; e la confusione diviene più evidente in Italia. Latini, Equi, Volsci, Marsi, Piceni, Paligni ecc. per lui sono orde eterogenee; invece l'analisi antropologica dimostra che questi popoli erano frazioni di una stirpe grande e numerosa, che aveva occupato il Mediterraneo. La stessa omogeneità tipica c'era nelle differenti popolazioni della Grecia antica. Le razze eterogenee s'incontrarono quando g' i Ari vennero a contatto coi Mediterranei ; ma anzichè combattersi come vuole il Gumplowicz, si fusero. Invece gli Etruschi ch'erano ddla stessa razza degli Italici e quindi dti Latini, combatterono una eterna lotta con qu~sti. Al giorno d'oggi specialmente in Germania ed in Austria la lingua e la civiltà hanno accomunato due razze differenti ed hanno diviso i membri di una stessa razza. Cosi è avvenuto che vi sono da un lato i rappresentanti della razza eurapicana - dolicocefali _ distinti in Slavi e Tedeschi cd altri rappresentanti della razza eurasiatica, gli ari - brachicefali - divisi anch'essi in Slavi e Tedeschi. Tra Slavi e Tedeschi, perciò, impropriamente oggi si dice che vi è lotta di r.«za, poichè in molti punti sono identici antropologicamente. Invece c'è lolla di nazionalità. Lo stesso può dirsi delle cosi dette razze latine, che risultano da diversi elementi etnici ; ciò ch'è visibile più chiaramente in Francia. (Rivista </i Sociologia. Febbraio). ,\I. von Fgùly: Patriottismo. A destra d a sinistra, si parla, si grida: patriottismo!, si minaccia: cattivo patriota, ma se si chiedesse a coloro che, quotidianamente, di tale espressione si

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