Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 15 - 15 febbraio 1898

294 lUYlSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 2. 0 Di promuovere la costituzione ed aiutare lo sviluppo di Società cooperative di prcduz· one e lavoro, nonchè l'impianto di industrie ca sa linghe e campestri, nei paeii dove l'industria privata, apprtlittando dell'abbondanza della mano d'opera, fa condizioni difficili ai lavoratori, o dove la mancanza di qualsiasi industria costringe la sovrabbondante popolazione, respinta dai campi, ad emigrare nella citta, producendo, colla concorrenza, la disoccupazione degli operai. 3. 0 Di provvedere ali' istruzione ed ali' igiene dei lavoratori della campagna, istituendo o sussidiando: a) scuole d'arti e me~ticri e di pratica agricoltura, istituite e rette secondo appositi programmi; b) panifici e plstifici cooperativi o sociali, chl" servano a modificare razionalmente l'alimentazione del contadino, cercando di ottenere la sostituzione del pane giallo, germe di pellagra, o di altro pane malsano, con un pane piu nutriente ed igienico; e) societa cooperative o mutue d'assicurazione del bestiame; d) latterie cooperative o sociali, che introducono mttodi piu convenienti e razionali nel!' industria del latte; e) consociazioni agrarie, preferibilmrnte sotto la forma cooperativa, per la compera in comune di concimi, sementi, attrezzi, ecc., e per la costituzione di magazzini so:iali pu la vendita dei prodotti. Le istituzioni ~opraindicate saranno dalla Società Umanitaria fondate e promosss:, anche col contributo e col concorso di associazioni, di e:-:ti morali e di privati. Esse dovranno rispondere ai criteri della Società Uma,:ilm·ia che anche per le istituzioni sopraindicate, si riserva di determinare caso per caso, e nel modo piu opportuno, la sua partecipazione nelle rispetti,·e funzioni tecniche e amministrative. La Società Umanitaria determina che, salvo casi eccezionali, la sua azione si debba limitare, per l'anno 1898, alla provincia di Milano. RIVISTA DELLE RIVISTE 'R_io11xde Mail/oux: La scienzaal diciannovesimsoecolo. Il secolo passato fu quello dell'attrazio11e e delle gravità; quello che stà per morire sarà il secolo della evoluzione. 1ella zoologia, e nell'anatomia compardta, nelle matematiche e nell'astronomia, nella biologia, nella chimica, ndla fisica etc., questo secolo ha dato èei veri giganti. li secolo XIX ha fatto opera di verità cercata e realizzata, non semplicemente sognata, religiosamente collocata nell'ideale che sventola al di là degli orizzonti. La scienza umanizzata d,.,veva 1ogican1ente socializzarsi, farsi tutto a tutti. Le religioni, fatalmente antropomorfiche, fanno i loro Dii ad immagine dell'uomo. La scienza perchè è umana, ha potuto al contrario spingere gli uomini ad inalzarsi al suo livello ed alla sua somiglianza. Il nostro secolo ha portato l'ultimo colpo, l'irrimediabile e irreparabile colpo dell'indifferènza allo spirito teologico o metafisico, scosso dagli enciclopedisti, ed ha loro sostituito per sempre Io spirito scientifico. È arrivato a questo risultato colla s:overta, l'esposizione e l'uso dei metodi positivi, senza scopo polemico, per semplice via di conseguenza ; ed è precisamente questo che assicura la durata alla sua vittoria, che la rende definitiva. ('R_ev11Seo. ciltliste, gennaio). Rao11/Deberdt: Spie e damevelate in Francia. Non è la prima volta in Francia che una dama velala sia circondata di mistero e le si attribuisca un'azione politica. La grande briccona cosmopolita che dà tanto interesse ai tre 111oscbettieri non è un tipo fantastico. Nel secolo XVII le spie e le intricanti politiche pullulavano. Tuaa la politica interna ed estera del secolo fu diretta da avventuriere e da coq11ettes. La dimostrazione dell'onnipotente influenza femminile durante quel secolo, che si potrebbe estendere a tutti i tempi e a tutti i popoli mostra che l'evoluzione umana non si svolge solo colle serie di battaglie descritte nelle scuo1e. La vecchia signorina da Tillet, fu quella che armò la mano di Ravaillac ed ebbe connivente Maria dei Medici. Richdieu . non governò che per mezzo delle donne. Sua nipote, la signora di Combalet, lesbica per diplomazia e per ragione di Stato, era la sua grande fornitrice di segreti e fu l'amica di quelle che poi divennero le Fro11deuses. Ad un certo momento Marion Delorme divenne la 111011d1e - la spia - di Richelieu e la provveditrice del carnefice. L~ bella signora Chemerault, chiamata la belle Guens,, factv~ pure la spia per conto dell'Eminenza rossa. Mazzarino, troppo ladro, da principio non seppe farsi una buona polizia di donne ; rerciò la sua posizione fu lungamente vacillante. Fouquet, quando volle divenire il padrone della Francia, pensò anzitutto a procurarsi l'appoggio delle intriganti, e a prezzo d'ero acquistò la complicità morale della equivoca Madame Scarron, che divenne poi la Maintenon. Tentò anche di avere per sè La Vallière; e il tentativo gli riusci fatale. Si sa che la seducente Madama Enrichetta voleva imperare; ma per abbatterla il cavaliere di Lcrcna suo grande nemico divenne l'amante di Madama de Coetquen, che le faceva da spia. Madama de Mussy rese molti servizi all'esercito francese nei principi dd secolo XVllI perchè divenuta l'amante del Conte di Albcrr, fu la Dalila di Lord Stanhope, che comandava l'eser• cito inglese ed olandese. Madama La Chausseraye si sforzò di distruggere l'influenza dei gesuiti e del famoso confessore padre Le Te\lier sull'animo dell'invecchiato Luigi XIV; una delle sue amiche e complici fu lady Shrosbury, degna discepola della madre Christina di Northumberland, che possedeva i segreti della corte pontificia. Numerosissime furono le intriganti attorno a Louvois; prima tra ttr.te Madame Dufrenoy, che conviveva con lui matrimonialmente. L'ambizioso Villeroi cercò impadronirsi dell'animo di Louvois per mezzo della graziosissima Si,lonia de Courcelles. Interessantissima la Desmares mantenuta del Reggente coi suoi piani di trasformazione universale. I veri annali dell'influenza f~mminile non sono stati ancora scritti ed aspettasi un nuovo Taine che cc li dia. (Revue des Revues. I O f~bbraio). G. ~- 73resca: L' Italia nella Vita internazionale. La voce d' Italia oggi è fioca; essa fu maestra alle altre nazioni; ora è alla coda dell'Inghilttrra, della Germania, della Francia. Assurgere alla vita internazionale: ecco il fine che dovrebbe pre figgersi la generazione presente. Bisogna provare che la debolezza nazionale non è che apparente, e che viene principalmente da tre cause, le quali meritano un più serio esame di quel che fu fatto finora : 1.0 Lo scetticismo caratteristico di cui fanno pompa i pubblicisti alla moda; 2. 0 La i11dijferenza del popolo dinanzi al movimento generale della civiltà che rapida ,aie; 3.0 La mancanza di un re11troani111atore delle energie individuali, organizzate per r,nderle più efficaci. Io dico che la debolezza nazionale è soltanto apparente, perchè l'Italia è il paese dove più si sperpera ingegno e denaro! C' è in realtà abbondanza d'ogni cosa: ingegno, cuore, natura, storia, ed anche il capitak non difetta. Però il modo di pensare e cli vivere - grazi~ alla deficiente educazione che impartisce lo Stato - è tale che la " debolezza nazionale ,, di- ,·enta una caratteristica rilevata da quanti forestieri visitano il nostro paese. Chi vive in Italia, potrà Jirmi eh' io esagero, ma chi passa l' Alpi dir:\ che vedo chiaro. Io veggo il rimedio

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==