Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 15 - 15 febbraio 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 291 posto, fuorchè nelle isole di Bermuda e di Bahamas, :in cui il primo posto spetta alla manifattura americana. Dinanzi allo stato deso'ante delle industrie britanniche, alcuni economisti credettero di trovar la causa di tale fenomeno in uno squilibrio tra l'ammontare della ricchezza e la quantità di moneta circolante, in una sproporzione tra l'estensione e l'ammontare degli scambi. Da una parte, essi dicono, la circolazione monetaria è in uno stato stazionario perchè, oltre la scemata produzione -dell'oro, s'è intensificato l'assorbimento del consumo; dall'altra, invece, la ricchezza aumenta continuam1:nte, la produzione s'allarga oltre gli usati confini di guisa <:hè, per la moltiplicazione dei traffici, si sente il bisogno del medio circolante. È la deficienza di questo che determina, con il rialzo del suo valore, la depressione ddle industrie, cioè la disce,a dei prezzi e dei profitti, il deprezzamento della proprktà capitalista. Per abbattere queste superficiali considerazioni basta considerare non solo la straorJinaria produzione dell'oro .avvenuta in questi ultimi anni, ma l'aumento continuo della rapidità di circolaz om: e l'estendersi sempre più dell'economia creditizia eh.: accompagna, assecondandnlo, il grande sviluppo commerciale moderno. L'erroneità di queste teorie fu ben compresa dalle -classi industriali inglesi le quali, nelle recenti inchieste dichiararono che la presente depressione industriale è -originata dalle alte barriere doganali erette in molti stati, specialmente in Germania, per difendersi dal!' importazione dei manufatti inglesi. Ed in questi ultimi tempi il pensiero delle classi industriali d'Inghilterra venne elevato a tesi scientifica dal Bourne il quale, in un suo .acuto lavoro, ha fatto un esam~ critico del protezionismo dominante, considerandolo come causa prima della :rovina delle industrie, perchè, alterando i rapporti dello scambio e l'indirizzo naturale della produzione, cagiona una grande dispersione di forze ed nreca molti danni .a tutte le classi sociali. Ma queste illazioni così luminose non appagarono affatto gli industriali, i quali unanimi, concordi domandano, con voce sempre più imperiosa, il ristabilimento di quei sistemi di politica doganale che un giorno vennero sepolti in mezzo a generale entusiasmo. Ora, essi dicono, é una grande disparità di condizioni tra noi e la Germania, noi non possiamo più combattere con il liberalismo contro la politica informata ai principi del Bismarck, .anche noi, se vogliamo vincere, dobbiamo usare quei mezzi di cui dispone la nostra potente rivale. E questi principi fanno capolino in tutti i meetings, in tutte le Associazioni industriali, perfino nella Camera dei Comuni cosi gloriosa per le sue tradizioni informate alla scuola manchesteriana. Quindi, per porre un argine a questo stato anarchico .di cose, l'Inghilterra pensò di denunziare i suoi trattati <li Commercio con la Germania e con il Belgio, vagheggiando la costituzione della federazione coloniale sulla base di reciprochi interessi. Però, secondo il nostro avviso, questa grandiosa federazi0ne difficilmente si potrà realizzare, tenuto conto -della diversità delle industrie .e del vario grado di sviluppo capitalistico delle numerose colonie. E poi, ammesso anche che la federazione fosse un giorno un fatto compiuto, l'Inghilterra come si potrà salvare dall'importazione delle materie prime e delle derrate alimentari delle colonie ? Non sancirebbe essa , forse la sua rovina economica ? Perciò, ogni sforzo che essa fa per trionfare della presente crisi economica è inutile; il capitale inglese se non trova nuove risorse, nuovi campi di lotta, dopo un periodo di convulsiva attività, è destinato a tramontare lentamente. Ed ora per dare l'ultima battaglia l'Inghilterra raccoglie tutte le sue energie, ravviva, 0gni sua attività. Il campo di lotta ogni giorno s'allarga ed ora esso è laggiù nel misterioso Impero del Sole, nella culla primitiva della nostra civiltà. La Cina, essendo un paese assai popolato, con grandi risorse economiche ancora non sfruttate, può essere la sorgente di rinvigorimento, di salute delle vecchie nazioni al limitare della loro grandezza. Questa terra conta ora più di 400 milioni di abitanti che han'.lo tutte le qualità per diventare eccellenti operai. Or:1, non si tratta di temere nè una invasione armata, nè un'invasione operaia, ma di sapere ben sfruttare quelle giovani forze per rinvigorire il capitale europeo, per ridargli l'antica energia. La razza gialla à dimostrato,checchè ne dica il Novicow, di saper fare molto e bene, di far tesoro dei progressi industriali europei e di lavorare, in virtù delle sue condizioni fisiologiche, per un salario assai basso indispensabile a mantenere viva la produzione capitalista. I Cinesi, dke il Brandt, sono superiori ai giapponesi, più intelligenti, più laboriosi, più docili. Essi, racconta il F.aguet, si nutriscono non di pane e di carne, ma di riso e di pesci, lavorano per pochi sapehi, per qualche pugno di riso. E queste ottime qualità industriali i Cinesi le dimostrano nell'attuale progresso delle industrie, nella crescente attività de' loro commerci. Quindi, se, aperti i porti del misterioso Impero del Mezzo alle nazioni europee, l'Inghilterra sapesse ben sfruttare quella inesauribile miniera di uomini e di materia, il suo capitale rialzerebbe maestosamente la testa, potrebbe combattere senza paura di sconfitte qualsiasi po~ deroso rivale. Ma, sostengono alcuni, l'incremento dell'industria cinese potrebbe invece generare la morte delle industrie similari europee, quindi gli Stati d'Europa non fanno politica 2ccorta nel ridare la civiltà a quell'Impero sterminato. Nulla vi è da temere, secondo noi, perchè se anche la produzione cinese si aumentasse sfrenatamente non potrebbe, come sostiene il Vignon, far seria concorrenza alla nostra più perfezionata, più evoluta ; i nostri prodotti non apprezzati in quelle remote contrade resterebbero sempre in Europa per soddisfare ai bisogni di una Civiltà più progredita, mentre i rozzi, rudimentali prodotti dei nuovi popoli orientali invaderebbero solo i mercati di quelle nazioni ancor semi civili. E questa condizione, questo stato di cose ben lo compresero i governi europei che dirigono tutte le loro forze alla conquista di un porto o di una piazza cinese. Ed il bisogno d'espansione capitalista sancisce ora con la forza brutale le maggiori iniquità, perchè nei leggendari m:tri della p:i.tria di Confucio, l'Europ:i. accorre con

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