RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 260 È ciò sarebbe anche meno male, se la scuola riuscisse in qualche modo a essere educativa. Lo svolgimento delle materie d'insegnamento non è in fondo che mezzo di educazione; il fine, lo sappiamo e lo insegniamo nelle scuole normali, è la preparazione dell'uomo-cittadino; è lo svolgimento armonico di tutte le energie umane, la formazione di quegli abiti che del fanciullo faranno l'uomo on.:sto e il cittadino operoso. Ma di quest'opera educativa non è alcuna traccia ; la classificazione stessa dell'ispettore sulla valentia dei maestri è fondata sui risultati didattici, non già sulla efficacia educativa della scuola ; la qual efficacia, al modo come stanno le cose, in grazia di quel formalismo e formulismo burocratico che è la peste della cultura pubblica, sfugge al controllo dell'ispettore. Sperare che questo controllo eserciti la società, e, da noi, una follia, almeno per ora ; credere che possano farlo i comuni, è una illusione non meno folle: la relazione e una requisitoria appunto pei comuni, contro i quali si aggravano le deposizioni e le testimonianze degli ispettori. Non solo essi non curano che la scuola sia anzitutto educativa, e le negano ogni soccorso, e si sottraggono a ogni obbligo ; ma non pensano neppure a ubbidire, anche pro forma, alle prescrizioni della legge. li Torraca ha potuto constatare che la legge sull'istruzione obbligatoria e solamente scritta nella collezione delle leggi; perchè geueralmente i comuni non si danno neppur la briga di compilare gli elenchi degli obbligati, quando non se ne sottraggano di proposito per non esser costretti ad aprir nuove scuole. . .. . .. Se questo è lo stato delle scuole elementari obbligatorie, che dire di tutte quelle altre istituzioni che, idealmente dovrebbero servire a educare il popolo? Pochi, in grandi città, e male organizzati sono gli asili d'infanzia; rare le case di custodia pei bambini; sparute le scuole serali; piu sparute le festive; rarissimi i ricreatori festivi, le scuole complementari o tecniche per operai; cd ove esistono, vivono vita stentata e grama. Prosciolto dall'obbligo dell'istruzione il fanciullo del popolo, che appena sa leggere e non ha alcuna cognizione utile alla vita, non ha il modo nè trova alcun aiuto per compiere la sua educazione. Così questa educazione che dovrebbe essere la prima funzione della società verso i suoi membri, diventa sempre piu un mito ; e la (scuola elementare resta una preparazione a studi piu alti per le classi borghesi, senza formare il popolo. Il governo raccomanda in platoniche istruzioni l'educazione pubblica ; i ministri creano anche grandi frasi ; ma con tutto ciò la scuola primaria è ancora assai lontana dal produrre uomini atti ad affrontare le battaglie della vita, e a saperle vincere o a saper cadere gloriosamente. Ora è certo che, se dopo tanti ritocchi nella legge, tante istruzioni, tanti regolamenti, tanti programmi, la scuola non è ordinata secondo quelle norme pedagogiche che il ministero vuole si studino; e non è per nulla educativa, come si vuole ; se con tante scuole e con tanti maestri non si è fatto un passo avanti, e il popolo è ancora schiavo di pregiudizi e superstizioni, estraneo alla vita moderna, ignorante, produttore di delinquenti ; se la buona volontà degli ispettori si spunta contro il mal volere dei comuni, la tolleranza inqualificabile dei Prefetti, la rassegnazione dei Provveditori e l'acquiescenza del Ministero ; se insomma fra la scuola ideale e la miseranda realtà dei fatti v' è fra noi così profondo distacco, anzi aperto dissidio ; ragioni potenti v'hanno a essere, le quali dovrebbero essere ricercate, perchè si possano ricercare e suggerire i rimedì piu efficaci. L'egregio Comm. Torraca non ha indagato le cause e non ha additato i rimedi: forse non questo compito egli si è assegnato : forse egli ha voluto anzitutto esporre lo· stato delle nostre scuole, quasi per togliere quelle illusioni che potrebbero sorridere ai legislatori; ha voluto denudare la piaga, perchè si riconosca quanto urga che si apprestino rimedi radicali; ha voluto, fra le tante quistioni scolastiche, mostrarne una, che, pel legislatore è forse la piu urgente e la piu grave di tutti. La soluzione della quale non è certamente facile : il problema non è soltanto pedagogico, è ancora sociale ed economico, nè potrebbe essere risoluto in modo definitivo, se· non risolvendo altri e piu generali problemi. Tuttavia parmi che, anche oggi, stando ai dati della Relazione, qualche provvedimento radicale si possa e si debba prendere, lasciando stare i pannicelli caldi delle mezze misure, che non approdano a nulla. Allo stato delle cose parmi che si debba anzitutto sottrarre l'istruzione elementare a quell'individualismo che l'ha ammiserita: che bisogna toglierla alla libertà dei comuni per farne una vera e propria funzione dello stato, non potendo per ora essere una vera e propria funzione sociale. Io non so qual viso avrebbe fatto a questa relazione il caduto ministro della Pubblica Istruzione, che in Sicilia non favorì certo le scuole primarie; ma credo che debba essere una grande seduzione per un uomo che, come !'on. Gallo, oltre alla competenza e alla modernità, ha per se la giovinezza e l'ambizione di legare il suo nome a un'opera duratura. li tempo è maturo per finirla con le melodrammatiche difese della libertà dei municipi, che nel fatto è stata la libertà del malfare ; contro le vacuità parolaie, che sotto l'orpello di magiche parole nascoudono complicità invereconde e liberticide, sta, requisitoria inflessibile, la relazione del commendator Torraca. LUIGI NATOLI. Il Follkorn ~BIIB Ori~i~i II. L'Idea dell'Anima nelle razze inferiori. (Continuazione e fine vedi N. 10). Abbiamo visto che cosa sia il famoso consentimento universale e l'autorità dei filosofi analfabeti a proposito dell'anima immortale. Ebbene, si precipita nel peggio, passando a discorrere della cosiddetta sua semplicità. · ella mente dei selvaggi l'anima è qualcosa di materiale: ha fame, sete, concupiscenze e tutti i bisogni della carne, dai meno ignobili ai piu impuri. Secondo i Cafri, l'uomo che muore lascia presso di sè una specie di fumo, simile all'ombra proiettata dai corpi (I). Gli stregoni kariani della Birmania ( 2) corrono a destra e a sinistra, per af- (1) Burchell, Travels. Voi. 2; p. 550. (2) Lefèvre. La Religion, p. 170.
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