RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI pegni inevitabili, adombrati più sopra, che tali parranno ad ogni uomo di sano criterio, perocchè non è opera di buon governo, ed è piuttosto economia sbagliata quella di lasciare lungamente in sospeso l'esecuzione di quelle opere, senza delle quali il danaro già speso dovesse rimanere senza frutto condegno.... " • « Restano le ferrovie non ancora iniziate che, a giudizio dèl precedente ministro dei lavori pubblici, richiederanno una spesa che oscilla fra i 350 e i 500 milioni. A questo riguardo ci terremo contenti di notare, che gli ~tessi ministri dell'oggi non si sono mai ricusati chè anzi non si sono fatti uno scrupolo di promettere l'adempimento a giorno fisso delle promesse consecrate ripetutamente con leggi di Stato. » Le leggi si fanno per ingannare il prossimo ? « Se le leggi dello Stato non sono · fatte per ingannare it prossimo, come si può coonestare questo precetto di legge coi propositi manifestati poi? È dunque vero che spesso non giunge a novembre quel che ottobre fila! » Il fallimento. « Che dire adesso della serietà di queste promesse, innanzi ad un programma che le mette tutte bravamente a dormire? Non sarà ancorn il protesto, ma sarà per lo meno la mornloria che precede il f alli111eulo. Ora i popoli sono pazienti, ma non sopportano a lungo di essere ingannati. » (I) Sequestrato Leori~iàneilSocialismo àiStato I PRECURSORI FRANCESI. Le idee non piovono dal cielo. Una dottrina, per quanto originale si voglia, non balza fuori dal cervello fecondo d'un pensatore bella e completa, come Minerva, sotto il colpo del martello di Vulcano, balzò fuori tutta armata dal cervello .di Giove Olimpico, ma al contrario essa è il prodotto lento di una lunga elaborazione storica. Il pro/es sine malre creala, che Montesquieu poneva candidamente ad epigrafe al suo Esprit des Lois, è una impossibilità storica e non si adatta al certo come epigrafe a qualsiasi dottrina, vuoi filosofica, vuoi religiosa, vuoi politica, vuoi econom'ca. La dottrina del Socialismo di Stato ha anch'essa i suoi precursori, la sua patri8tica econom· ca e filosofica. se mi è lecito dire, nonchè i suoi antecedenti logici e storici. Il pubblicista francese Charles Andler in una sua opera recentissima (2), di cui si è brevemente occupata questa (1) Il corsivo in questo brano ce l'h1 messo !'on. Saracco, che avrebbe fatto bene ad adoperarlo invece per le ultime parole. N. D. R. (J) Hisloire des doclri11rs<'co110111iq11rs. p~g. 26-1-65. Rivista, ha studiato con molta dottrina e diffusamente le teorie filosofiche ed economiche che hanno dato origine in Germania al cosidetto Socialismo di Stato. Ad esse può attingere largamente chi vuole rendersi un'idea esatta di questo vasto movimento sociale, che guadagnò progressivamente le menti degli uomini di stato e la coscienza delle masse, tanto da far credere, troppo precipitatamente a me pare, ali' Andler che la Germania sarà tutta wcialista alla pro,sima generazione(?). Dal punto di vi,ta teorico e storico la si5tcmaz:one del Socia! smo di Stato data approssimativamente dalla fondazione del nuovo impero germanico, mentre la sua origine rimonta, come cercheremo di dimostrare brevemente, alla filosofia sociale del secolo xvm e precisamente alla teorica del cosi detto despotismo illuminalo propugnato in Francia da D'Holbach, dai fisiocratici ; in Inghilterra da Hume ; ii, Germania da W olf e da Leibnitz. Difatti come i teorici del despotismoilluminalo, del governo paterno, concepiscono la natura dello Stato, le sue funzioni, i suoi rapporti coli' individuo? D'Holbach nel suo Sistema Sociale ha tracciato il vero codice del despotismoilluminalo. Il modello, l'archetipo degli Stati, è la Cina. I popoli europei dovrebbero copiarne le istituzioni politiche, la costituzione sociale se volessero veramente realizzare il benessere e la felicità. Lo scopo supremo del « patto sociale, della legislazione e del governo » consiste nel far praticare la virtù, la quale nel concetto della mente dell'autore si confonde col vero benessere sociale. D'Holbach si mo,tra indifferente nella questione della forma dello Stato. Ciò che maggiormente gl' importa è che lo Stato renda felici la maggioranza dei cittadini che ad esso son sottoposti. I Fisiocratici sono libertari in economia, autoritari in politica. Sebbene abbiano lanciato contro il vecchio corporalivismo come grido di battaglia la formula famosa: laisser-faire, laissei·-passer ( 1), pure il despotismolegale, la monarchia palerna costituisce il punto culminante, l' ideale della loro dottrina. D'Holbach avev:1. preso a tipo del miglior governo la Cina. Baudeau, Quesnay, Dupont de Nemours fanno a gara per loJare la Cina come il paese meglio governato, aggiungendovi l'antico Egitto e la Russia di Caterina Il ! I Fisiocratici combattono, da un lato, la teorica di Montesquieu sulla separazione e la triplice divisione dei poteri legislativo, esecutivo, giudiziario, chiamandola « guerra sorda e continua »; dall'altro la teorica del contratto di Rousseau, opponendovi « l'ordine naturale sociale ». Quesnay e Baudeau vogliono che « la voloutà del sovra110sia unica e che ad essa appartenga il pot,re di fare la legge ». Ecco il despotismo, si dirà. Ma nulla di nulla. I Fisiocratici si difendono dall'accusa distinguendo il d.:spotis111le0gale, il solo vero e naturale, dal despolis1110arbitrario; precisamente come Bossuet aveva distinto il potere assoluto dal potere arbitrario ! Hume è un fautore del despotismoillumi11alo alla francese. Manifesta apertamente le sue simpatie per il governo assoluto. Espinas (2) ha o;servato mila filosofia (1) Les Origi11es du Socialisme d'Etal m Allemagne. Paris - Felix Alcan, (2) La formnla è dd Goumay.
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