RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Il grande equivoco ILLUSIO I o 8 < ~ 8 (Il ~ p o ~ rJJ SEQ UESTRA'fO (Quest'articolo è stato ,equestrato pei commenti che facevamo ad un importante scritto che il nostro ormai ordinario collaboratore, l'ex-ministro Saracco, invece che a noi aveva mandata, forse per isbaglio, alla Nuova A11!ologia; ma i seguenti brani all'articolo Saracco - ai quali noi abbiamo ng;;iunto soltanto i titoli - sono cosi eloquenti .:hc per questa volta il lettore i commenti li fara senza nessuna fatica <l:t sè). Le prcvi~i,,ni improvvisamente ottimiste pei futuri bilanci. « Chi le.,;geed è chiamato a mcJitare sopra il linguagg·o, ed i prognostici conseguiti nelle due esposizioni fioa11zi:1riedtllo stesso ministro del tesoro avanti alla Camera dti deputati nelle sedute del 7 dicembre 1896 e r0 dic. 1897 si sente compreso da un senso di alta meraviglia e di dolce soddisfazione ad un tempo, scorgendo, che in soli dodici mesi la finanza del Regno di Italia è salita da basso loco a tale altezza, che giustamente si può chiamare prodigio,a. Mentre a creare un avanzo ipotetico di due milioni nel 1897-98, veniva in quella prima volta annunziata la necessità d'imporre nuove gravezze sotto la forma di tassa militare, la piu aborrita di ogni altra, che gittasse tre milioni almeno nelle casse dello Stato ; ed la mantenere nel tempo di poi il pareggio tra le entrate e le spese che tuttavia si sarebbe rotto nel 1902-903, con un disavanzo di undici milioni e mezzo, occorrevano, a giudizio dell'oratore-ministro, altri cinque milioni quattrocentomila lire che si dovevano trovare in un operazione di credito pei debiti redimibili; udimmo adesso con legittimo orgoglio, che l'Italia nostra può nntarsi di possedere un bilancio solido e robusto, che vince al paragone i bilanci degli Stati maggiori i cui titoli sono stimati al disopra degli italiani. Lungi pertanto che faccia mestieri creare nuovi balzelli o far capo ad operazioni disastrose per conservare l'integrità del bilancio, è piuttosto vero che siamo entrati nel periodo degli sgra•,i, ed in attesa di cose maggiori che dieno pace al contribuente italiano ed aiutino fortemente a svolgere la pubblica ricchezza e la fortuna d'Italia, il Parlamento potrà infrattanto destinare un fondo annuo di più che 43 milioni di lire a sollievo • delle numerose famiglie dei piccoli contribuenti ». Illusioni ministeriali. « Sarebbe facile dimostrare, che l'esposizione finanziaria non si rende esatto conto degli impegni che sovrastano alla finanza in un tempo alquanto prossimo. Diremo di un solo, il più cospicuo che si è taciuto. Sono nientemeno 8 milioni 232,400 lire che mancheranno in entrata di bilancio, a partire dal 1899-900, perchè a quel tempo si troverà esaurito il capitale ricavato dall'alienazione di rendita. Lo aveva riconosciuto il ministro del Tesoro nella sua esposizione del 1890 (pag. 36) e sgraziatamente non può formare oggetto di dubbio. Cosi gli effetti pel bilancio dell'applicazione dell'8.8o p. cento dei nuovi estimi combinati colla restituzione delle anticipazioni delle Provincie e le perdite pei crediti del tesoro verso i Comuni e le Provincie, sono calcolate con moltissima parsimonia. E converrà specialmente avvertire che le spese d'Africa si trovano ridotte a 5 milioni... ». « Sta scritto nella esposizione finanziaria, che sui lavori pubblici si otterrà un'economia di I 1 milioni, ed una seconda di 5 sugli esercii.,ifer.ro1.1inri, os5ia un beneficio netto di 16 milioni sui 43 milioni e duecentomila del fondo di sgravio. Altri 12 milioni e 200 mila lire si debbono trovare mcrcè l'opera concorde del Governo e del Parlamento; gli altri 10 corrispondo110nd nltreltnnil avanzi del bilancio ... » « Posto pertanto, che la spesa cffcttiva si possa tenere nei limiti segnati dall'ultima legge, ne risulta che soltanto a partire dal 1899 900 si avrebbe un milione e mezzo di disponibile, poi tre e mezzo, ed otto nei due successivi, a condizione di lasciarne un.1 larga parte per il compimeulo delle bonifiche classificate in prima categoria. Dee SJmente, l' aurorn del givrno l1111ga111eu!e a/leso è ancora un po' lontana, e conve, ra rivolgersi a!trave per trovare i 210 o 300 milioni almeno che potr3nno occorrere p~r bonificare le terre italiane .... "· I I 1
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