Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 14 - 30 gennaio 1898

172 RMSTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIBNZESOCIALI e fine godere un po' di penombra a di frescura dopo morte. I Basuto ( 1) immaginano difatti per eterna loro dimora un paese sotterraneo, sempre verde, dove le anime conducono delle mandre di animali senza corna. Le ombre errano silenziose e calme, e non provano nè gioia, né dolore; giacche quei selvaggi non hanno idea alcuna di ricompense o di castighi futuri. Della misteriosa dimora degli spiriti alcuni popoli sanno indicare il punto preciso. Il viaggiatore Saint-John, citato dal Tylor ( 2 ), dice che per gl' ldnn di Borneo e in cima del Xiua-Ba/11. Le guide indigene, che lo condussero su quel monte, non vollero passarvi la notte; ma gli mostrarono il muschio di cui si nutriscono le anime, e le impronte che gli zoccoli dei bufali fantasmi, i quali che le han seguite di là della vita, lasciano sull'erba. Nella tradizione dei Malgasci il soggiorno dei morti si chiama ..Ambondrombe, e dicono che è una montagna verso il sud, dalla cima rocciosa, dei fianchi coperti di selvagge foreste ( 3). I Neo-C aledoniani han piene le loro leggende di particolari che si riferiscono al paese delle anime. Credono che vi si danzi sempre all'ombra di grandi banani, e vi si trovino ogni sorta di cibi. I selvaggi di quelle terre hanno una vaga idea d'un luogo di supplizio o inferno per anime cattive ; ma non ve ne condannano mai nessuna. chè non hanno coscienza di potere meritare tal castigo (4). Come vedete, siamo già a un luogo di pena senza dannati ; ma il bandolo di quella gran matassa di fantasie, che riguardano l'evoluzione dell'idea d'inferno l'abbiamo già; basta tirare perchè il filo si svolga. Visiteremo i diversi inferni dei popoli selvaggi, e, Dio volendo, faremo anche una scorsa in paradiso, cercando di riattaccare la corda spezzata che conduce alla celeste dimora. G. RAGUSA MOLETI- (1) Casalis, 'Busutos; p. 247. (2) Op. cit.; Voi. 2.; p. 78. (3) ..A,mal_i; op. ~it.; Anno 1890; pag. 350. (4) A,malt; op. c1t.; Anno 1860; p. 438. ~~......_,,,.'-./"~'--{'-.J ABBONAMmNTO CUMULATIVO Italia del Popolo giornale quotidiano repubblicano di Milano (abbonamento annuo ordinario L.15) e RivistaPopolare (abbonamento annuo ordinario L. 5): LIRE DICIQTTO anzichè Venti, quanto costerebbero gli abbonamenti dei due giornali presi separatamente. Gli abbonati, a cui è scaduto l'abbonamento alla fine dell 1 anno sono preg·ati nu.ovaUJ.ente a UJ.ettersi in regola a scanso di ritardi nell'invio del periodico. Per cambiamenti di indiri:;:;i rivolgersi al Sig. G. l\lO~TALBANO - ria S. Nicola da Tolentino N. 45 Roma. IL FENOMENO D'ANNUNZIO Vi meravigliereste voi se vedeste domani Gabriele D'Annunzio, l'illustre difensore dei diritti politici ed estetici della « siepe », il montagnardo del conservatorismo, passare al partito socialista? lo no davvero. Me· ne dorrei, per il partito cui appartengo, ma meravigliarmene no. Fate che domani il socialismo prenda improvvisamente un nuovo e più intenso vigore ; fate che esso penetri efficacemente nella letteratura, special-- mente francese ; fate che l'estetismo di John Ruskin di Willia1 n Morris (il quale ha nel socialismo il suo presupposto e la sua integrazione) si diffonda nei paesi latini; e, in fede mia, voi vedrete Gabriele D'Annunzio diventar socialista. Quest'uomo infatti - anzi, che dico ?, questo semi-• dio - che sembra a chi dia uno sguardo superficiale alla sua più recente produzione, compiacersi di spiegare tutta la sua gloriosa energia opponendo, novello OrazioCoclite, il suo petto alla folla; questo n111scadi11 della. letteratura contemporanea che posa a gran dispregiatore del volgo; questo nuovo vVagner, che, a somiglianza dell'antico scolaro di Faust, vuole creare il superuomo e riesce appena a foggiare l'ho1111mculus; è il più pronto e servile adoratore della folla che io mi conosca. Egli sta legato e prostrato dinanzi alla massa come nel celebre quadro di Schneider l'uomo dinanzi a Mammona. E non v' è nessuno più di lui facile a sentire donde spira il vento della moda, creata dal volgo esecrato, e a seguirlo. Guardate infatti. Quando imperava il verismo e si giurava nel verbo di Zola, Gabriele D'Annunzio parlava delle « reni di Jella », scriveva l'Intermezzo, scriveva. Terra Vergine. Quando, più tardi, la letteratura russa, attraverso il mez:zo francese e per opera sopratutto del visconte De Vogiié, divenne popolare in tutta Europa, Gabriele D'Annunzio parlò dei « vortici interiori », dcli' « Uomo, forma nobil~ di vita» (Federico Hermil, questa specie di Michele Levine occidentale) e di Giovanni di Scòrdio, il mougick abbruzzese: e scrisse Giovanni Episcopo, e l'Iuuocente. Tra l'uno e l'altro stadio, quando cominciava ad aver seguito e ammiratori Paolo Bourget, coi suoi « stati d'anima », specialmente amorosi, e colle sue descrizioni minutissime degli appartamenti, delle vesti, dei costumi e delle occupazioni delle classi ricche, Gabriele D'Annunzio trovò modo di bruciare col Piacere un grano d'incenso alla nuova tendenza. Da ultimo, quando le stramberie d'un alienato qnale era Federico Nietzsche cominciarono a diventare di moda, e dopo che Maurizio Barres aveva scritto Sous l'oeil des 'Barbares, Un hom111leibre e Le ja1·di11de Bén!11ice, e aveva. nel suo Examen des trois Idéologies tracciata, e ben piu sensatamente, la teoria del Culle du moi, Gabriele D'Annunzio sentì l'irresistibile impulso artistico a maledire anche lui i barbari e il volgo, e ci gratificò di quell'eroico ma11ueq11i11 che è Claudio Cantelmo. Speriamo dunque, o amici! Lasciate tempo al tempo, lasciate maturare gli eventi; e vedrete che in ùn futuro rom:mzo, Gabriele D'Annunzio finirà per celebrare anche le plebi, che abbattuta finalmente la famosa « siepe », si ordiaano a regime collettivista!

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