RMSTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI dbi e di donne. I morti passano il tempo cacciando; nè <è detto che io quel paese vadano i buoni prnttosto che i cattivi ( 1) . Gli Otteototi credono all'immortaliti dell'anima; ma non h~nno nozione alcuna di ricompense o di castighi di là della vita (2). I Pahuini della Guinea (3) ~1mmettono l'esistenza d'un Dio creatore, che essi chiamano Agnama; han pure un vago concetto della vita futura, ma, inkrrogandoli di ciò che debba accadere dopo morte, vi risponderanno in guisa da mostrarvi che non han cognizione alcuna nè di premi, nè di castighi nell'altra vita, secondo il bene o il male che avran potuto fare in questa. Nè hanno culto di sorta per la divinita, che, secondo essi, non si occupa in nessun modo della loro sorte. Gli africani di Batoka (4) credono alla vita futura; .sono persuasi che lo spirito del defunto sa perfettamente ciò che fanno coloro che gli sopravvivono, e si compiace o si irrita delle loro azioni; ma non aggiungono altro che riguardi i particolari sul modo di vivere nel paese di là. Nemmeno i Kookie del Chittagon hanno idea d'inferno o di paradiso ( 5). E dove va l'anima immortale dunque? Che gli Africani del Benin non lo sappiano ne abbiamo una prova in questo canto funebre raccolto dal missionario, padre Beaugendre (6). « Le foglie della foresta non ci indicano il cammino « che tu hai seguito. Noi ti cerchiamo, gran guerriero. « Saresti entr ~to in qualche capanna dalla porta di die- « tro 7 » Restar viYi dopo morte per uscire da una capanna e rientrare in un'altra, ci dà il diritto d'esclamare: Immortalità persa ! I Laos dell'Asia credono che, appena l'anima si se• para dal corpo, erra per alcun tempo attraverso le tombe -e le montagne vicine, spaventendo i Yiventi con le sue apparizioni notturne. Poi si va a perdere nelle profon- .dita tenebrose dtlle regioni del sud. E dopo? Mistero. E mistero i'.: anche l'avvenire per i Bannar, i quali non si occupano che del presente (7). Uno degli Scirè della tribù africana dd Manganja (8), diceva: « Non passiamo « che pochi giorni sulla terra ; ma torniamo a vivere « dopo morte. Non sappiamo però dove andiamo, nè come « si stia all'altro monc\o, nè chi avremo per compagni, "' perchè i morti non son venuti mai a dircelo. Essi « tornano qualche volta, e ci appaiono in sogno; ma non « dicono né dove sono, nè. come stanno ». Fortunati <lei resto quei selvaggi che vivono neli' ignoranza delle cose future! Coloro che cominciano ynvece a fantasticare sul destino delle anime nell'altra vita stanno assai peggio. Prima di giungere alla concezione d'un paese di spiriti purchessia, prato, fondo sottomarino, ca, erna, isola o plaga celtste, hanno, come !ntermezzo, un lunghissimo sogno di bestiale metempsicosi, che non è davvero la credenza più gentile e più desiderabile di questo mondo. Clavigero (9) ci apprende che i nobili e i sacerdoti dei Tlascaliani del Messico, erano sicuri, morendo, di andar ad animare i corpi di uccelli di splendide piume e di armonioso canto. La promozione non è tale da inorgoglire un uomo. Peggio i plebei! Le loro anime passano in corpi di donnole, di scoiattoli e di scarafaggi. Simili credenze sono molto diffuse in Africa. I negri della tribù dei Bangala, nel Congo, credono, per esempio, che l'anima d'un uomo vada, dopo (1) Magyar, Sud Afrika; p. 336. (2) Kolbeo, History of J/ie Cape of GoodHope. Voi 1.; p. 314. (3) A1111ali, op. cit. Anno 1880; p. 278. (4) Davidt! e Carlo Livingstone. Lo Zambese e i suoi affittenti. Milano, 1877, p. 94. (5) Renne!, cit: in Hill tracts of C/iittago11di Lewin; p. I 10. (6) .A1111ali, op. cii., Anno 1873; p. 146. (7) .A,mali, op. cii., Anno 1855; p. 444. (8) Livingston; op. cii., p. 62. (9) Storia del [J.(essico. Voi. 2°; p. 5. morte, a rifugiarsi nel cuore d'una scimmia. Per la qual cosa quei negri, che uccidono gli schiavi senza pieta di sorta, non san volgere la mano violenta contro una scimmia, pel timore di far male a un antenato o ad un parente (1). Anche i Neo-Zelandesi credono alla metempsicosi, e giurano che le anime dei trapassati ritornano loro d'attorno sotto forma di bestie (2). li missionario Croonemberghs, che visitò le terre degli indigeni - di Gubuluwaio, nell'Alto Zambese (3), giunto presso una grande mimosa, mentre legava a un tronco la sua cavalcatura, vide sopra la testa dei lunghi e grossi serpenti, che si ravvolgevano ai rami fogliosi dtll' albero reale. « Non datevi pena per quei rettili; lasciateli stare, gli disse un Cafro: sono gli spiriti degli antenati ». Meglio il nulla che rinascere dentro un serpente o dentro uno scarafaggio! Non mi perdo in simili notizie: la metempsicosi è una dottrina assai nota. Ma ha avuto anch'essa la sua len• tissima evoluzione. S'incomincia dall'idea che l'anima trasmigra in una pianta, in una bestia, tanto per avere un rifugiq, un abitacolo qualunque, quando è separata dal corpo, e si giunge sino al degradamento, alla promozione di stato dell'anima, mettendo la vita avvenire in rapporto con la presente. l Serer dt!la Guinea (4) pensano che, dopo morte gli uomini rinasceranno. Un negro può rinascere bianco, ed un bianco negro. Appena una giovane morì le tagliarono il labbro superiore, e, nove mesi dopo, essendo nella tril>ù nata una creaturina con il labbro spaccato, credettero tutti che fosse rinata quell' altra. Alcuni di quei selvaggi affermano di avere dei parenti nati nuovamente in un altro paese che mai non nominano. Torniamo al paese delle anime. I selvaggi, come vi dissi, non credono che in quel paese ci si vada per godere o soffrire, a seconda del bene o male fatto in vita. Nel Micllan o paese delle anime degli antichi Messicani (5), ci and.ivano,dopo morte, i ricchi, i poveri, i potenti e gli infimi; ma non c'era sezione riservata ai virtuosi. Degli abitanti della Polinesia alcuni credono ehe la dimora delle anime sia in cielo, alcuni in fondo al mare, ed altri in un'isola lontana e misteriosa; ma in quella dimora non ci è nulla che sia diverso dalla terra ( 6). Per gl' Indiani Saliva, il paese delle anime è nella luna ; ma è più bello della terra. Qnei poveri selvaggi si contentano d'immaginarselo senza quelle zanzare di cui in vita hanno avuto tanta molestia. Anche i Guaycurus credono che la luna sia la dimora futura delle anime dei capi e dei guerrieri (7). I Natchez del Mississipi e gli Apalasci della Florida pensano invece che la luminosa dimora dei loro capi e dei loro guer• rieri sia, dopo morte, il sole (8). Nel Messico e nel Perù vi sono tracce di tale credenza. I Groenlandesi (9) collocano il Torngarsuk, o dimora delle anime, in fondo a quel mare d'onde essi traggono l'esistenza. E aggiungono che v'è un'eterna estate, un sole che :ion tramonta mai; un'acqua limpidissima e pesci e uccelli e n·nne che si lasciano pigliare facilmente e mettere senza ribellione in una grande marmitta ; ma non dicono che da quel paese possa essere esclus<t qualche anima. La maggior parte degli uomini hanno alzato gli occhi al cielo e han sognato di là delle nuvole la dimora delle anime; ma quei popoli che dal cielo non han veduto scendere altro che raggi infocati per bruciare le loro terre, le loro fronti e i loro occhi, non possono sognare altro sogno che quello di sprofondarsi nelle visceri della terra, (1) Le Missio11iCattolic/,e. - Milano, 1894; p. 517-18. (2) Armai-i; op. cii.; Anno 1838; p. 470. (3) .A1111ali; op. cit. ; Anno 1881 ; p. 262. (4) A,111a/i; Anno 185 I ; p. 20. (5) Sahagun, Histoire de Nueva Espa11a, I. III, Appendice. cap. I; citato da Tylor, Civ. Prim., Voi. 2°; p. 102. (6) C. Le1ourneau; op. cii.; p. 257. (7) Tylor; op. cit.; voi. 2. ; p. 90. (8) Tylor ; op. cit.; voi. 2.; p. 90. (9) Cranz, Groelu11d cii. da Tylor; Voi. 2 p. 99.
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