Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 13 - 15 gennaio 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 219 militare per tutti. Ognuno deve servire la patria : il figlio del lavoratore come il figlio del principe. Tutti sono eguali, sotto questo rapporto. Dove al popolo venga imposto un cosi grande dovere è legittimo che il popolo richieda che ognuno venga consider:ito come un membro eguale di un gran tutto. Infine noi abbiamo anche il suffragio universale politico. Anche da questo diritto discende la conseguenza che si debbano considerare come esseri indipendenti i figli del popolo. Certo esistono differenze di cultura e di ricchezza, ma là 'dove tutti hanno gli stessi doveri tutti debbono esser trattati come eguali. Se vuolsi chiamar questo il « tratto democratico » dei tempi io non ho da opporre niente. Un tale tratto è il risultato di tutto il nostro sviluppo storico. Ma appunto per la trattazione della Questioneoperaia discendono da tutto ciò impertanti conseguenze. Si sente spesso denotare la quistione operaia come la quistione sociale vera e propria. Questo significa concepire troppo strettamente la quistione sociale. Le cosiddette classi operaie son pur sempre una parte, per quanto la maggiore, del nostro popolo, ed i loro interessi non sono gli interessi del popolo sic et sempliciler. Come qualunque altro interesse di classe essi possono essere presi in considerazione solo in quanto lo permettano i superiori interessi del popolo tutto. Ma in tempi cosi ricchi di rivoluzioni tecniche progressive, di movimento di nuove fonti di pubblica ricchezza, è possibile e perciò, necessario, di sollevare sempre più le _cbssi lavoratrici nella loro condizione materiale, assicurando ad esse il loro reddito, e migliorando tutta la sfera della loro vita morale ed intellettuale, poichè a ciò è interessato tutto il popolo. Questo deve essere duuque il principale compito della riforma sociale. Certo un tale elevamento delle classi inferiori tocca gli interessi delle superiori, provoca spostamenti nelle condizioni economiche e soc ali dell'oggi, e perciò conflitti di interessi. I miglioramenti di maggior interesse per gli operai, aumento di salarii, diminuzione del tempo di lavoro, possono qua e là esser congiunti con accrescimenti della capacità di lavoro e della prestazione d'opra. In questi casi gl' interessi dei lavoratori non si appongono a quelli degli imprenditori e capitalisti. Ma in molti casi, e forse nella maggioranza di essi, gli aumenti del salario e le riduzioni dell'ore di lavoro si at• tuano a svantaggio degli imprenditori e possidenti, riducendosi i guadagni, ed accrescendosi il prezzo di alcuni prodotti di consumo delle classi superiori. Qui si hanno notevoli conflitti di interesse fra le diverse classi. Nella lotta per il salario essi si manifestano nel modo più aspro, ma si rivelano anche altrimenti. lo ricordo che la maggior riforma attuata da noi in favore delle classi lavoratrici, l'assicurazione degli operai, mostra sempre più l'esistenza di questo conflitto. Con questa misura noi abbiamo ottenuto un miglioramento delle condizioni economiche delle classi lavoratrici ed una garentia della loro sorte, sinora sconosciuto. A noi tedeschi spettò l'onore di essere i pionieri di questo movimento innanzi a tutto il mondo. Ma essendo imposta la spesa dell'assicurazione ali' imprenditore, si è caricata questa classe a favore dei lavoratori ; per la quale non sorgono lamenti in quelle industrie che, come l'agricoltura, lavo-• rano in congiunture sfavorevoli. Chi questa cosa non voleva e si mostrò favorevole all'assicurazione obbligatoria, non ha certamente saputo ciò che voleva. Poichè un tale effetto era da prevedersi. È l'istesso dell'altra grande misura di riforma : della legislazione protettrice dei lavoratori. Anche questa doveva per diretto cd indiretto agire a svantaggio degli imprenditori e possidenti. In tale stato di cose deve richiedersi all' intelligenza ed alla ricchezza che al presente, nell'interesse dei lavoratori, si adattino a tali effetti senza mormorare. Sono spostamenti questi, nella rispettiva posizione economica delle classi, divenuti necessari per tutto lo sviluppo moderno delle cose. L'istesso sia della posizione dei possidenti alla quistionc infine più importante di tutte del miglioramento delle condizioni delle classi lavoratrici, della quistione del sabrio e della durata quotidiana del lavoro. Un' intervento immediato dello Stato e della legislazione nella quistione del salario è quasi impossibile, ed è limitatamente possibile nella quistione della durata del lavoro, finchè noi ci manterremo saldi all'organizzazione attuale dell'economia privata. Oppure si incontrerebbero tante difficoltà ed ostacoli, anche in conseguenza degli ulteriori interventi nella vita economica del paese che da tale misura discenderebbero, che noi dovremmo guardarcene, anche se fosse possibile. Ma resta ancora una cosa a fare perchè i lavoratori siano posti in grado di migliorare la loro condizio,,e per ciò che riguarda il salario ed il tempo di lavoro: essi debbono avere il più pieno diriuo di coalizione e quello di unirsi in sodalizi corporativistici, perchè cosi possano divenire, nella stipulazione del « libero contratto di lavoro » di fronte agi' imprenditore, una parte egualmente forte. È una necessaria conseguenza dell'ordinamento « libero » della nostra economia il concedere tale diritto, ed è nell' istesso tempo una esigenza della giustizia e della equità. Solo quando possederanno questo diritto, i lavoratori saranno in grado di regolare sul mercato del lavoro la loro offerta, in proporzione dei propri interessi. Che posizione intanto si piglia di fronte al diritto di coalizione ed alle organizzazioni corporativistiche ? Non tanto i governi, quanto una gran parte degli imprenditori vi sono nemici. E la « pubblica opinione » si lascia trascinare nel!' istesso senso. lo me ne son potuto accorgere da poco, allorchè nel!' inverno scorso tenni in Bochum un discorso al congresso dei minatori cristiani, al quale conve1Jncro i lavoratori delle due confessioni, a tendenze patriottiche, cristiane cd antisocialistiche. Avendo io in quel discorso parlato in favore del diritto di coalizione e di organizzazione corporativistica, mi tirai addosso gli attacchi rabbiosi della stampa che difende gli interessi capitalistici, e fra gl' industriali del Reno ci fu chi domandò che io fossi disciplinarmente perseguitato e punito. Da tali fatti si scorge quanto possa essere accecata la pubblica opinione (I) e come essa possa essere sviata da una stampa tendenziosa. Naturalmente se quel diritto venisse concesso, i lavoratori dovrebbero farne un uso razionale e moderato. Ma se in tempi di ottime congiunture, quando salgono dividendi e profitti, i lavora- ( 1) Delle classi capitalistiche ! - (N, d. 'J{_.)

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