Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 13 - 15 gennaio 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI !47 « Proletari di tutti i paesi unitevi! » Di sicuro nell'età del commercio, come l' ha definita una frase imperiale, è cosa che si spiega da sè una certa nazionalità. Ma è una , conclusione falsa, tanto dal punto di vista logico, quanto da quello sterico e pra:ico, volerne deJurre che il momento naz'onale debba cedere su tutta la linea e debba esser superato dappertutto. La nazione e l' economia nazionale, appaiono dovunque, anche nel rapido sviluppo del presente, siccome fondamenta durature e necessuie. Solamente sulla loro base è possibile un sano dispiegamento delle forze economiche. Dovremmo diòconoscerlo noi tedeschi, questo dJvreste disconoscerlo voi della riva sinistra del Reno? Darci di bel !::Uovo a fantasticherie cosmopolitiche, quando la nostra storia ci ha inferto delle lezioni cosi amare? Voi del Palatinato, voi della manca riva del Reno, non dovreste sapere che cosa significa mantenere alto l' elemento nazionale? La democrazia sociale açcusa quelli che afl"t-rmano ciò di sciovinismo. Io penso che noi tedeschi siamo fra i popoli d'Europa quelli che meno possono esserne accusati. Sicuro, noi abbiamo avuto sempre troppo poco sentimento nazionale. Su questo argomento noi possiamo fermare la nostra attenzione sui francesi. Essi hanno alto sentimento nazionale. Anche il socialista francese è sovrattutto francese. Di ciò dovrebbero saper trarre ammaestramenti anche i socialisti democratici tedeschi, se essi volessero essere innanzi tutto tedeschi e sentire da tedeschi. Accennando al lato nazio:iale del dissidio, si accenna anche ad un altro punto, a quello del governo 11a1,_ionale. Pure in questo riguardo la democrazia sociale è unilaterale e giudka unilateralmente, ed a me la sua condotta appare affatto incomprensibile anche dal punto di vista economico. Ammettiamo che noi ci decidessimo a disarmare, o che soltanto diminuissimo in considerevole guisa i nostri armamenti militari. A chi gioverebbe mai questa nostra condotta se non che ai nostri nemici ad occidente ed oriente? Come mai sarebbe assicurata la nostra indipendenza, in generale, e quir.di anche la indipendenza economica? Noi dovremo finire per conoscere una buona volta la storia ed imparare qualche cosa per la nostra condotta politico-pratica! Finalmente, dopo lunghe lotte per l'unità politica, noi siamo riusciti a tener lungi dalla terra tedesca i suoi nemici, per lunga pezza. Noi cosi ci siamo assicurata la prima condizione della vita politica: la indipendenza dagli stranieri delle nostre barriere nazionali. Ma non abbiamo con ciò adempiuto alla condizione prima per un prospero svi• luppo economico? Non si ha forse di ciò una prova nel grandioso sviluppo, quasi senza esempio, che l' economia tedes:a ha mostrata in quest'ultima generazione? E ad un tale sviluppo non hanno partecipate anche le classi inferiori, le cosidette classi lavoratrici, migliorando la propria posizione? Potremmo noi immaginare occupazioni rimunerative per le nostre classi lavoratrici, misure riformatrici delle loro condizioni, come la protezione operaia, le assicurazioni operaie etc., senza che prima fosse assicurata il indipendenza nazionale, e senza un forte potere politico? Qualunque miglioramento dello stato delle classi inferiori presuppone una forte economia nazionale, e questa alla sua volta presuppone una protezione sufficiente che si ha per mezzo della forza politica, quindi per mezzo della flotta e dcli' esercito, per mezzo di saldi armamenti militari. Ma per ottenere questa forza militare è necessario spendere considerevoli mezzi, e certamente non è cosa popolare richiederli, ma necessaria tanto nell'interesse della nazione çhe della sua vita economica. Da quando i tedeschi sono entra ti nella storia, si son battuti con grande valore, ma solo a malincuore ed in modo del tutto insufficiente essi hanno in pace sopportato i sacrificii ed adempiuto alle promesse che assicurano in guerra il successo, e ciò dai tempi d' Arminio sino a poco addietro. Cosi, in parte si spiega la nostra dolorosa storia politica. Noi dobbiamo esser grati allo stato prussiano di averci mostrato come si debba prepararsi in precedenza, durante la pace, per le guerre sempre possibili, e che i sacrificii così incontrati ottengono sempre rimunerazione. Per certo, dal dì della fondazione del!' impero tedesco, ed ancor oggi, e per uno spazio di tempo ancora lungo e la cui fine non può prevedersi, si son dovuti incontrare dei grandi sacrificii per garantire la nostra nazione, il ·nostro stato, la nostra economia. Abbiamo forse colpa noi tedeschi che l' Europa sia armata sino ai denti, anche durante la pace? Alcune persone, e più spesso anche i socialisti-democratici dicono: se noi nel r87 I non avessimo tolto ai francesi l' Alsasia e la Lorena, il conflitto franco-tedesco non sarebbe così aspro, e sarebbe possibile, ciò che tutti desiderano, di disarmare. Davvero! Chi parla cosi non conosce i francesi ! Se essi ancora fossero in possesso di Metz e Strasburgo, il pericolo di un conflitto armato fra i due popoli sarebbe assai maggiore. Non ci illudiamo su di ciò - ( e questo io voglio rilevarlo qui da voi, sulla riva sinistra del Reno, che fu francese per tanto tempo); - il programma degli sciovinisti francesi per una prossima guerra, non si arresta al ricupero dell' Alsazia e la Lorena, ma di tutta la riva sinistra del Reno. Per grazia di Dio noi siamo ora garantiti dalla fame di terra dei francesi come non eravamo garantiti qualche secolo addietro. ( r) E da ciò l'economia tedesca vi trae eminenti vantaggi. E se queste misure di garanzia ci impongono pesi di uomini, danaro: queste sono spese inevitabili imposte alla nostra economia, spese della stessa specie di quelle imposte ad altre nazioni, situate in ri \"a al mare o in una rete di riviere, per argini e dighe. Che cosa si direbbe in Olanda di uomini politici i quali predicassero: non sprecate tanto denaro per argini e dighe, poichè, per certo, le alte maree non ci minacciano ad ogni momento! Al contrario, presso di noi si acclama ai socialisti-democ:·atici e ad altri oratori, i quali domandano che le nostre spese per la flotta e per l' esercito, che sono i nostri • argini e dighe » vengano ridotti. Che pazzi! Ma vi è un altra ragione che ci separa dalla Democrazia sociale. Nei suoi fini ultimi questa è repubblicana (I) Anche qui il traduttore fa le sue riserve. Il programma sciovinistico della riconquista di tutta la riva manca del Reno, fu il programma dei napoleonidi, ma la FrJncia vi rinunziò agevolmente con la loro caduta. Vi è ora in Francia un movimento per limitare la reva11che alla Lorena. Qualche deputato francese ha riconosciuto in pieno Parlamento l' origine e la natura tedesca dell' Alsuia.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==