Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 13 - 15 gennaio 1898

242 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI voratori, a diminuirne la giornata di lavoro, ed assicurare il famoso picketi11g (1), a rialzarne le condizioni politiche, morali e intellettuali. Vogliono distruggere queste poderose organizzazioni di lavoratori, che rappresentano la spinta continua e vigorosa verso la legislazionesociale, il cui ultimo acl, del luglio I 896, secondo il Lavollée asserve l'industria allo Stato; vogliono annientare queste storiche associazioni dell'J nghilterra, che non si limitano · più ai miglioramenti dei propri membri, ma che si ritengono nel diritto d'indagare come vengono ripartiti i profitti di cui essi sono pt incipali fattori; vogliono infine, ridotto ali' impotenza il tradeunionismo perchè mentre in Europa si pensò che le Trade Unions costituiscono l'antidoto del socialismo - e in nome di questa credenza testè Lujo Brentano ha rivolto un caloroso appello ai padroni scongiurandoli a cedere per non togliere al mondo civile le speranza e l'esempio d' istituzioni che possono migliorare le sorti degli operai sottraendole nello stesso tempo alle pericolose illusioni delle nuove dottrine - i padroni, invece, hanno acql!istato la convinzione che lo spirito nuovo si è infiltrato nel loro seno e che anche senza il pericolo del Nuovo Unionismo - risorto dopo la catastrofe dell'owenismo - il vecchio unionismo lentamente, ma fatalmenu, condurrà alla tras!.:,rmazione di tutta l'organizazione politico-sociale Jell'Inghiherra, e avvicinerà ognora più il giorno in cui la somma delle cose passerà dalle mani dell'aristocrazia e del capitalismo in quelle del grandemal lavato, come vieni! chiamato il popolo. Questo obbiettivo assai più importante, che non sia quello della giornata di otto ore spiega la resistenza dei padroni, che altrimenti sembrerebbe follia. I lavoratori sin dallo sciopero dei cavatori di pietra di lord Penrhins compresero quali fossero le mire dei padroni, quantunque questi negassero ufficialmente per bocca del colonnello Dyer di voler menomamente attentare alla esistenza delle Trade Unions. Ma le imprudenti dichiarazioni di un industriale, eh' è uno dei pezzi grossi della Federazione dei Padroni - del Siemen, che nella libera Inghilterra vorrebbe introdurre IP. brutalità militaresche della sua patria primitiva, la Prussia - hanno fatto cadere le maschere. Queste dichiarazioni hanno confermato ciò che nei comizi e nei giornali che sostengono la causa dd lavoratori - principalmente nel Daily Chroniche, nel The labour leader, nella fustice etc. - era stato (1) Il pickeling viene quasi espl'citamente riconosciuto colla legge del 1875 e consiste uel diritto degli operai di picc/Jettare le fabbriche nelle quali è stato proclamato lo sciopero per impedire che altri operai 110n wzionisti - i disprezzati black legs - vadano a prendere il posto dei compagni, che hanno abbandonato il lavoro. più volte affermato lasciando increduli molti che non credevano possibile che si volessero fare scomparire quelle Trade U11iù11s, che rappresentano una delle secolari istituzioni dell'Inghilterra, ammirate dagli scrittori appartenenti alle scuole più svariate - dal Brentano al Conte di Parigi, dai Webb al Booth ecc. ecc. - ed invidiate dagli statisti del continente, che videro sempre in esse delle miracolose valyole di sicurezza. Nella grandezza, e si può meglio dire, nella mostruosità dell'obbiettivo, che si prefiggono i padroni nella lotta presente, sta pure la ragione della resistenza dei meccanici, ed anche la loro forza e la probabilità del trionfo finale. Esaurite le loro risorse essi dovrebbero rendersi a discrezione, ma_se resistono ancora ed hanno speranza, e quasi certezza, di viecere egli è appunto perchè rese palesi le intenzioni dei padroni essi possono contare non solo sulla solidarieta dd propri compagni di lavoro, ma anche sulla immancabile reazione che l'esorbitanza delle pretese padronali produrrà in tutte le classi sociali : reazione, che in un paese in cui la grande e vera sovrana è la pubblica opinione, rappresenta la prima condizione per la vittoria. Della solidarietà dei lavoratori si hanno già avuto importanti segni sin dagli inizi della lotta nelle oblazioni e nei prestiti per milioni di lire che hanno fatto e che ora promettono con maggiore entusiasmo le piccoli: e le grandi Trade Unions. Questa solid.1rietà tra lavoratori per la prima volta ba oltrepassato la Manica ed ha eliminato da un lato ogni tenutivo di concorrenza del lavoro - che non mancò in altri scioperi inglesi - e dall'altro ha fatto inviare parecchie centinaia di migliaia di lire in soccorso agli scioperanti oltre che dal!' Australia e delle altre colonie inglesi, da tutti gli Scati del Continente. Fra questi ultimi la Germania tiene il primo posto; ma meritano una speciale menzione gli operai di Pietroburgo, che hanno mandato il loro obolo, e Li sottoscrizione aperta ddl' Avanti che in questa terra ddla miseria ha dato parecchie migliaia di lire raccolte, e col forte contributo della vigorosa e relativamente ricca Lega dei ferrovieri, e con quello modesto dei poverissimi contadini di Piana di Greci. È da notarsi che questo ~pirito di solidarietà veramente internazionale è la prima volta, almeno in proporzioni considerevoli, che si manifesta. Iohn Burns, nel fare la storia del celebre sciopero dei 'Docliers, con amarezza conf, ssava nella Societé Nouvelle di Bruxelles, che nessun soccorso allora era venuto dal crntinente. Ma se le manifestazioni Jella solidarietà internazionale hanno un alro significato morale e mostrano che la cosdenza dei lavoratori ~i sveglia dappertutto

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