Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 13 - 15 gennaio 1898

RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI del pezzo grosso della politica dominante nel distretto. .. . . Dato questo stato di cose ditemi voi quale ,POtrà essere la condizione dei poveri magistrati Italiani! Nelle cause nelle quali entra la politica, e il Governo ha un interesse diretto, è da ingenui ritenere possibile una indipendc:nza di procedere o di giudizi, perchè sia la Procura del Re che i giudici collegiali agiranno e giudicheranno, i primi sotto la dettatura del Procuratore generale che prende l'imbeccata dal Ministro, come si è visto testè'per il processo di Bologna, ed i secondi sotto lo spavento di un trasloco o di una nota segret I di sfavore da parte del riverito capo, che li renderà prudenti nel giudicai e e devoti tutti ai desiderii ddla Procura generale, che vale quanto dire ai desiderii del Governo. In tutti gli altri casi, l'indipendenza non sarà possibile che nelle cause della povera gente nella quale non prendono parte attiva come interessati, o come patroni avvocati onorevoli di qualche influenza. Solo in questi casi l'egregio magistrato 9.otrà esercitare il suo ministerio con qualche indipendenza. Ma in ogni altro caso in cui vi sia un imputato od una parte litigante che abbiano da spendere e possano permettersi il lusso di un der,utato avvocato di qualche influenza, no. Vi sarà allora l'onorevole che seguendo la caus'l in tutte le sue fasi, d'istruttoria, di sezione d'accusa, e di giudizio, porterà su di essa la sua protezione la sua ingerenza sui magistrati che di lui temono o che in lui sperano, e l'interessamento crescerà a seconda della parcella, creando ali' imputato ricco una speciale condizione di preferenza sugli altri imputati, sempre in omaggio al principio che < la legge è uguale per tutti. » Io non dico che tutti gli avvocati onorevoli si valgano della loro autorità coi magistrati; ma vi è la volta che se ne valgono, come vi è la volta che il magistrato, sapendo quale influenza l'onorevole p0$Sa esercitare per il conseguimento di un trasloco sospirato, gli si rivolge, e siccome, una mano lava l'altra, ne viene per conseguenza che il rr,agistrato alla sua volta non potrà negargli un rinvio o non sentirlo con una specialeattenzione quando si presenterà alla sbarra e discutere una qualche causa. Figurarsi poi se l'avvocato è un ex ministro o un deputato papabile! Allora, per poco non suonerà a stormo la campana del palazzo di giustizia, mettendo in fuga al famosa indipendenza della magistratura. E quando l'onorevole papabile sia diventato Papa, si emltera poco dignitosamente lodandone la nobilta e la grazia del bel porgere, con quanto prestigio per il decoro la dignità della magistratura lo lascio pensare a voi ! ( 1) GIOVANNI SARAGAT. §perimentalism§oociale Vita e condizione degli Italiani nell'America del Nord. Il Bollettino del dipartimentodel lavoro di Washington dopo l'articolo del Koren sul sistema-padrone - in cui si parla dei modi disonesti coi quali vengono sfruttati gl' italiani in America - pubblicato in uno dei numeri precedenti, nell'ultimo (N.0 13. Novembre 1897), ci dà un interessante riassunto del rapporto ufficiale sulle condizioni degli Italiani in Chicago. Avdcinandosi l'epoca della discussione della legge su!- l'emigrazione crediamo utilissimo fornire i dati principali del riassunto, di cui abbiamo modificato il titolo, perchè la comparazione colle condizioni degli italiani di Baltimora, di New York e di Filadelfia mostra che nelle linee principali, ciò che si dice dei nostri connazionali di Chicago si applica su per giù a tutti quelli dell'Unione. In Chicago furono studiate 1348 famiglie, che formavano in tutto a 6773 persone, delle quali 4493 nate in Italia. In quanto all'origine si ba: il 28,29 ¼ della Campania; il 28,20 della Basilicata, il 15,64 della Calabria, il 1 ;,27 della Sicilia, il 7,12 degli Abruzzi; il rcstù delle altre regioni d'Italia. Queste cifre dimostrano la grandissima prevalenza dei meridionali. In quanto all'occupazione degli italiani prevale generalmente quella nella quale neo si richiede che un minimo grado d'intelligenza, poca abilità e poca forza muscolare. Solo il 0,98 è consacrato all'esercizio di professioni; molti al servizio domestico e ai trasporti ed al commercio: rispettivamente il 17,78 e il ro,14 per cento. Sorprende la piccolezza della quota di quelli dati all'agricoltura, alla pesca ed al lavoro delle miniere - 0,47 °/ 0 - mentre si sa che tali occupazioni danno un altissimo contingente all'emigrazione mcridiouale. Pochissime le donne che lavorano e guadagnano. I salari sono in media bassissimi: dollari 5,93 e q2 cent. I salari pochi anni or sono - come rilevasi dal 17° rapporto speciale dei Commissari - erano più alti a Baltimora, a New York, a Filadelfia ed anche nella stessa Chicago. La differenza si deve al fatto che questa inchiesta esclusiva sugli italiani di Chicago fu fatta sui soli operai del più basso grado. Le ore di lavoro furono in media. di 59, le più lunghe si ebbero nel servizio domestico: 62 per settimana. La giornata di lavoro risulta nell'accennato 17° rapporto: di 64,2 r ore a Baltimora, di 60,94 a Chicago, di 62,55 a New York e di 62,47 a Filadelfia. (1) Il male deplorato dall'egregio scrittore purtroppo è reale; a noi preme dichiarare, però, che nessnno mette nell'esercizio della professione tanta delicatezza e tanto rispetto verso la indipendenza dei magistrati quanto G. Zanardelli. Ma la sua condotta non basta per migliorare un corpo disceso molto in basso e che non si rileva nemmeno per le eccezionali buone qua• lità di alcuni suoi membri. N. d. D.

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