RMSTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI ':!53 continente, formino un partito autonomo, come le condizioni speciali dell'isola richiedono. Non vi sia un comitato regionale, ma comitati comunali e provinciali, in corrispondenza tra loro; i quali giudichino dell'opportunita delle lotte elett0rali e delle alleanze o meno con gli elementi affini, poichè solo quanti vivon~ in un paese possono sapere quali i metodi di lotta e d 1 propaganda da usare. Si faccia sventolare all'aperto ;~ programma socialista, ma si lasci liberta d'azione nello scegliere i mezzi come attuare un tale programma. Così solamente un partito è qualche cosa di organico e di vivo. Tra le accnse che si potrebbero rivolgere a quanto ho esposto, vi sarebbe quella che in questa maniera noi soc.ialisti faremmo del radicalismo borghese o meglio ci sostituiremmo al partito democratico. Ma se il ritardato sviluppo economico-sociale della Sicilia, costringe noi socialisti a fare del radicalismo borghese, che possiamo noi contro la dura realta dei fatti? È meglio starcene con le mani alla cintola _guardando da• che parte il vento spiri? Nessuno può preai'cart tale nichilismo, simile apatia. Acct ttiamo i fatti che ci costringono a sostituirci ai radicali oggi: domani il nostro parziale atteggiamento da radicali, permetter:\ a chi verra dietro di noi ad essere ed agire d3 socialisti, come a Milano o a Torino fanno attualmente i nostri compagni. Ma senza l'oggi, foggiato nel modo piu sopra detto, il domani non sara. Ho finito : ho forse con parola schietta, ardita mosso qualche rimprovero, ma questo non potra offendere alcuno, perchè il mio articolo si è ispirato al desiderio di vedere fortemente e largamente riattaccate le fila socialiste in Sicilia. FRANCESCO DE LUCA. DIGNIT A' DI MAGISTRATI A proposito di una circolare. Leggo nel giornale giudiziario La Giustizia una risposta alla circolare del ministro Zanardelli da parte di un Collegio giudicante che è veramente sintomatica. « Questo collegio - dice la risposta - in una « con la Regia Procura esultano novella assunzione « Dicastero giustizia Eccellenza Vostra qnorevçi- " lissima, il cui solo nome significa l'oratore per u fiamma di patriottismoper continuità di scienza di • giureconsultoe per la nobiltà e grazia della pa- « rola " ecc. E la risposta continua di questo tono, con lunghe turibulazioni dalle quali si elevano nubi d'incenso all'avvocato ministro ed al ministro avvocato. E a quel grido di esultanza mi par di sentire t1Jtte le campane di quel paese suonare a stormo come per l'ingresso del nuovo arcivescovo diretto alla sede vescovile. Davvero io non capisco che cosa ci entri col Ministro dal quale l'Italia tutta chiede che ridia con provvide leggi indipendenza alla magistratura, e l;. sottragga alle ingerenze dirette ed indirette della politica e dei politicanti, la lode alla sua fiamma oratoria ed alla sua grazia della parola. A voler esser maligni, si direbbe che gli egregi magistrati vogliano dire all'Eccellenza Onorevolissima: Vi abbiamo sentito perorare dinnanzi a noi e lodiamo, ammiriamo in voi la fiamma oratoria e la grazia della parola. Ritornerete dopo disceso dal così detto Calvario del pokre e noi vi sentiremo di nuovo volentieri. l\Ia intanto che sirte in alto, tenete conto ddla nostra ammirazione. Questo si può pensare che abbiamo voluto dire quelli egregi magistrati a Sua Eccellenza Onorevolissima ; e questo non è dignitoso nè per il magistrato che:: deve sentite tanto alto di sè da non piegarsi ad atti che possono parere di servilismo; nè per il Ministro, il quale non è un maestro di bel porgere che possa sent1rs1 carezzato dal complimentino sulla grazia della parola. Così, le stesse circolari del m1mstro servono a farci vedere, nelle risposte che provocano, che « el difeto xe nel manego "· Le circolari tendenti a richiamare la funzione del magistrato alla sua alta missione e tendenti a rialzare il prestigio della magistratura, resteranno bei componimenti letterari a base di rettorica da figurare magari degnamente in una raccolta di temi varii; ma non leveranno un ragno dal buco, e la magistratura resterà com' è, timida davanti agli uomini politici che indossano la toga d'avvocati, patrocinanti oggi, ministri domani, paurosa ài fronte alle intimazioni della Procura generale, se provvide leggi non vengono a sottrarla dalla dipende 1za quasi diretta del potere esecutivo, il qu:ile, coll'attuale ordinamento giudiziario ha aggiogato a sè la magistra:ura. E mi spiego. I magistrati non collegiali, Pretori, Sostituiti Procuratori del Re sono in pugno del Procuratore generale dal quale dipende la loro carriera. }:l Prq_cu,ratore generale alla sua volta è mancipio del Guardasigilli il quale deve piegarsi alle leghe politiche del Governo centrale ed alle pressioni degli uomini politici più influenti . Nè in migliori condizioni sono i giudici collegiali ai quali l'articolo r99 del Regolamento giudiziario, che è una legge-decreto, tolse quella garanzia d'inamovibilità che loro concedeva lo Statuto; e mentre in tutti i paesi d'Europa a sistema rappresentativo il giudice collegiale è inamovibile per il grado e per la sede, in Italia, in vece, è ridotto alla condizione di un impiegatuccio qualunque sbalt=strabile dalle Alpi al Capo Passero, sempre quando le sue fìerezze siano di ostacolo in qualche causa di colore politico, o siano d'ostacolo agli intenti
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