152. RMSTA POPOLA.REDI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI E prima di tutto é bene notare che il più forte nudeo, se non il solo, de' socialisti siciliani è dato dalla borghesia magra : a Palermo, a Messina, a Catania vi. saranno, per l' inizio delle industrie, operai coscienti, ma essi non potranno essere che pochissimi insufficienti a darci un'unione compatta di proletariato consapevole dei suoi diritti di classe. E Palermo. Messina e Catania sono una minima parte dell' isola di fronte agli innumeri piccoli centri urbani e rustici. La borghesia minuta sad, perciò, per parecchio tompo a capo del movimento socialista siciliano : potranno i compagni del continente rammaricarsi di ciò ; potrà la Lotta di classe criticare il corrispondente messinese del- !' .Avanti ! perchè questi non nasconde la sua gioia, nel constatare che i socialisti di Messina sono quasi tutti avvocati, medici, ingegneri ecc...; ma a che valgono il rammarico e la critica contro la fatalità delle condizioni economico-politiche della Sicilia? Vuolsi che in un'isola uscita da poco dal regime assolutistico, non rigenerata dal soffio potente d'una grande rivoluzione politica che sarebbe valso ad abbattere i ruderi del feudalismo, in un'isola trattata con leggi eccezionali a mo' di terra conquistata ; vuolsi dico, che d'un subito fosse sorto un proletariato cosciente come in Germania ed in Inghilterra ? Ma pretendere questo è lo stesso che rinnegar; la legge dell' evoluzione ; mettersi sotto i piedi il• tanto strombazzato materialismo storico e confessarsi seguaci non d'un partito scientifico, ma d'una setta metafisica. Per cui i compagni continentali debbono porre, lungi dal dolersi e dal biasimare, questo problema « Nell'assenza di vere unioni operaie, frutto del moderno industrialismo, è bene in Sicilia avere una piccola borghesia socialista organizzata o non ? » La risposta non può essere che affermativa, perchè l'organizzazione de' borghesi socialisti vale se non altro, ad infiltrare nella vecchia compagine sociale le idee nuove che fermenteranno e daranno frutti. Or la magra borghesia socialista della Sicilia ove di preferenza dovrà rivolgere il suo lavorio, i suoi sforzi? A parte i pochi operai industriali delle grandi città, che si organizzano facilmente, i lavoratori dei piccoli centri urbani che non sono altro che artigiani, si mostrano refrattari ad ogni propaganda, ad ogni tentativo di disciplinarli a partito : essi non scorgono il riposto giuoco de' vari interessi di classe, ed il falegname, il calzolaio, il muratore, lo stagnino ecc. adibiti per lavori ,dal barone Tizio e dal cavaliere Caio, credono in tutta sincerità d'essere obbligati verso i danarosi parroccianiclienti, avventori, procuranti lavoro - e fanno ciò che vuole chi loro dà il pane quotidiano. ¾angiare il pane del marchese, del commendatore. e poi tradirli è una brutta azione da cui i nostri artigiani si guardano. Volere organizzare, adunque, gli artigiani socialisticamente è un perdere ranno e sapone: lo so per un'esperienza di quindici anni. E quando si crede che gli artigiani siano fedeli all'idea che tanto faticosamente s' è fatta penetrare nelle loro menti, nel più bello vi abbandonano e si resta scorati con un palmo di naso. I piccoli centri urbani non possono avere che nuceil o gruppi di borghesi socialisti. Ma tra le dure fatiche della campagna e della zolfara, che arricchiscono il principe vivente a Roma, l'opposizione degl'interessi di classe si vede a primo acchito : i contadbi e gli zolfatai lavoranti in parecchi per un solo padrone, si sentono sfruttati e dalla loro coscienza, per quanta incerta, e~ompe volta a volta il grido della ri-· bellione che i socialisti hanno l'agio di disciplinare con larghi intenti civili. Il latifondo e la miniera, ecco i due vasti campi d'azione proficua dei socialisti di Sicilia ; e dal latifondo e dalla miniera vennero numerosi ai Fasci i compagni coraggiosi, fidi, animati da quella fede, che fa miracoli. Si, miracoli, perchè la forte credenza religiosa e l'abitudine alle sofferenze dei contadini, co' loro schietti fervori e con gli slanci irresistibili al sacrificio, acquistavano via: via, sotto la propaganda indefessa e con la larga associazione l'indirizzo della fede sociale. I contadini sono la fonte v:rgine ìnesauribile della rigenerazione civile della Sicilia e da questa fonte debbono attingere i socialisti: !'energie delle loro union-i ; mentre gli artigiani scettici~ viziati, volubili si volgono là ove li attira la speranza del lavoro: oggi còn le consorterie municipali, domani disillusi con i partiti d'opposizione. È l'eterna storia delle nostre società operaie. Cosi l'organizzazione socialista 'dell'isola non può avere altra forma che quella assunta dal suo ordinamento economico, cioè l'agricola. Non dico che dal latifondo si possa passare senza stad:i intermedi al collettivismo rurale da noi agognato; perchè, secondo me, si possono accelerare i processi dell'evoluzione ma non saltarli. In Russia, che è un mondo in formazione, s'è visto che dall' artel ·e dal mir non s'è potuto andare di corsa alle collettività socialistiche, ad essi s'è sovrapposta l'accentramento capitalistico, che forse con i suoi ordinamenti bisognosi di libertà politica, sfascierà lo czarismo. Però se dal latifondo non è dato passare all'ordinamento socialistico l'organizzazione e l'educazione dei contadini siciliani renderanno meno faticosi e meno procellosi certi periodi di transizione : il che costituisce tutto un programma atto ad occupare l'attività d'un'intiera generazione. Nè bisogna dimenticare gl'intenti pratici nell'organizzazione, col fare partecipare i contadini a tutti i miglioramenti economici possibili : mutuo soccorso, cooperative, assicurazione, che varranno a spingere nelle società i proletari. I vantaggi saranno in principio lievi, ma oramai siamo tutti d'accordo io Sicilia che si ha da procedere per gradi senza inutili scosse. Non per nul:a la tormenta della reazione passò sul nostro capo: essa c'insegnò ad essere pratici, cauti, prudenti guarendoci della nostra declamazione rettorica ; per cui erano al tempo dei Fasci socialisti da parata quanti non credevano alle subitanee palingenesi, e predicavano moderazione e calma. All'organizzazione dei contadini, dovrebbe associarsi il lavoro dei borghesi socialisti, intento a fare strada nelle pubbliche amministrazioni ai loro rappresentanti per ottenere miglioramenti generali, tanto proficui e che ognuno intende. A raggiungere tale scopo è necessario che i socialisti di Sicilia, pur avendo le debite relazioni co' compagni del
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