RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Pelr'organizzazione desiocialsiisctiliani Chi segue il movimento del partito collettivista, osserva che in Sicilia le società socialistiche sono diminuite di numero e d'aderenti e che rara v'è divenuta qualche manifestazione proletaria in senso veramente ci- -vile. I tempi dei Fasci sembrano lontani: una leggenda cui non hanno potuto dare il fuoco della realtà palpi- "tante l'entusiasmo fervido e la fede inconcussa operosa di Barbato. Quali i motivi di tale fenomeno ? Sia lecito -enumerarli a chi prese parte alla formazione dei Fasci ed e testimone di quanto succede nell'isola. La persecuzione feroce di Crispi durata due anni ·-- 1894-95 _;_ per lo stato d'assedio e le leggi eccezionali, allontanò dal partito moltissimi i quali alla quiete .domestica ed alla tranquillita degli affari da cui hanno pane, non sanno pref,:rire i disagi, le avversita e le sod- -disfazioni di compiere un'alta missione civile, avvenga -che può. Si dini che con l'allontanamento di costoro il partito ha guadagnato dovendo esso comporsi di uomini risoluti, forti, tetragoni alle sventure; ma non si comprende che tali uomini sono la minoranza sparutissima e che intanto alla diffusione delle idee nuove sono necessarie persone non straordinarie propaganti con polemiche, discussioni e conferenze le dottrine non ufficialmente accettate : queste persone sono come l' bumus da cui germoglierà il migliore assetto sociale; formano a _poco a poco l'ambiente, l'abitudine di pensare e di sentire, atti a trasformare il consorzio civile. Esse erano indispensabili in Sicilia, perchè l'organizzazione de' la- -voratori trovavasi agli inizi con tutte le intemperanze e le ili usioni proprie de' periodi di preparazione : indispensabili tra lavoratori impulsivi, analfabeti, rozzi, credenti nella virtù sanatrice di mali negli scoppi violenti. I compagni non dotati di eccezionali qualita morali, sareb- •bero concorsi in una parola ad educare le plebi : la persecuzione implacabile terrorizzante ci ha fatto perdere {!Uesto valido aiuto, sgominando le fila socialiste. Simile alla persecuzione, per gli effetti, è stata in Sidlia la tattica, votata nei congressi nazionali di Parma, Firenze e Bologna. Sin dal 1895 la combattei sulle colonne della Lotta di clns;e, questa tattica, perchè non tiene conto delle circostanze locali svariatissime e vuole costringer.: in unica formula l'esuberante ed imprevidibile molteplicità dei fatti, e le circostanze locali ed i fatti danno alla tat:i.:a, anche in Italia, degli strappi che non di rado sono approvati. L'estero, poi, giorno per giorno, ce oe mostra l'assurdità, ed a proposito è bene ricordare come il corrispondente ginevrino, se mal non m'appongo, dell'Avonti I nostro, - il quale corrispondente dev'essere un iutrausigente - voleva giustificare l'alleanza dei radicali svizzeri co' socialisti per l'elezione dei componenti il consiglio cantonale o federale, col clire che peculiari necessità imponevano tale alleanza, ed il corrispondente non s'avvedeva che la sua giustificazione era la condanna più stringente della tattica intransigente, perchè non solo in Svizzera, ma anche in altri paesi possono esservi condizioni ineluttabili, che impongono l'alleanza dei socialiati con altri partiti o con altri gruppi. E ciò verificasi a preferenza in Sicilia, in cui il feudalismo non è ancora scomparso. Come vuolsi che dei socialisti siciliani aventi simpatie larghe, estese relazioni, rinunzino ai voti ed all'alleanza non dico dei radicali, ma degli onesti, se eglino nei .consigli locali possono con la propria autorita, con la propria influenza far cessare arbitri, abusi, sperperi di denaro e migliorare le sorti de' poveri ? Pretendere simile rinunzia alla vita pubblica, voler costringere ali' inazione tante forti energie, aspettando che i tre o quattro socialisti diventino legione, è per lo meno ridicolo e disgusta. Infatti non pochi socialisti di Sicilia, di cui potrei fare i nomi, si sono ritirati dall'organizzazione ufficiale del partito, perchè non intendevano più oltre seguirne la tattica ; e Carlo Dell'Avalle potrebbe dirne qualcosa. La tattica detta di Milano sembra opp·ressiva: a ciò aggiungasi che i socialisti di Sicilia credonsl abbandonati, perchè mai un deputato del partito ha fatto un giro per l'isola. Sarà un lamento sciocco codesto, ma i siciliani sono impres~ionabili e tengono a certe convenienze o forme che dir vogliomo. Auguro, quindi, insieme con molti altri, che la tattica del partito sia presto modificata; per quanto io ritenga che l'esito delle votazioni nei congressi nazionali non sia l'espressione genuina delle opinioni della maggioranza, non intervenendo al congresso tutti i componenti del partito. Per -sa·pere le opinioni della maggioranza dei compagni non c' è altro mezzo che il referendum ; e noi che lo propugniamo tra le nostre immediate riforme, dovremmo cominciarne ad usare nelle questioni che dividono il partito. La terza causa del fenomeno che ho impreso a studiare si ritrova nel carattere de' siciliani, non educati ancora alla vita pubblica e alla disciplina dell'associazione. Noi isolani, nervosissimi fantastici abbiamo troppe bizze, troppe velleita, moltissimi puntigli ed un zinzino d'invidia e di feticismo. Esempio tipico n'è il caso di Petrina e Noè: conosco il primo da circa vent'anni e ne apprezzo non poche doti d'organizzatore, di propagandista e d'uomo politico pratico; il secondo m'è stato descritto come persona piena di fede, di zelo, pronta a qualsiasi sacrificio per il trionfo dell'idea. Sono dunque due compagni degni di stima, Petrina e Noè, ma ciò non obbligava gli altri compagni messinesi a mantenere ·il partito della loro città diviso in due frazioni. Gli amid di Messina, facendo a meno di Noé e di Petrina, dovevano riunirsi in una sola associazione, che avrebbe risolto, senza bisogno di ricorrere ai compagni del continente, le questioni insorte tra Noè e Petrina. Qpesta era l'unica via diritta da seguire, e se non si segui lo si fu per puntigli, per bizze e per una certa venerazione feticista per Noé e Petrina: il che ci potrebbe spiegare certe discordie scoppiate tra i compagni palermitani. Infine è la mancanza delle industrie manifatturiere una ragione non piccola delle rare e r:ichitiche organizzazioni socialistiche in Sicilia e non c' è bisogno che io mi dilunghi ad indicarne i motivi noti a tutti. Esaminate cosi alla meglio, le cause dell'arretrato ed incompleto sviluppo del socialismo siciliano vediamo se possa darsi vita ad una forma d'organizzazione socialistica ed a quale.
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