Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 12 - 30 dicembre 1897

RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIAJ,I 223 Cavallotti. Si vuole rialzare il bandierone discreditato della Sinistra ? E allora perchè gli uomini di Sinistra, che costituiscono la maggioranza della attuale opposizione, rimangiano i propri ordini del giorno per votare quello dell"on. Colombo che è il rappresentante, in uno ai giovani turchi: capitanati dall'on. Radice, della più pura Destra, che noi rispettiamo ed abbiamo lodato per le sue car!ute, ma che rimane sempre segnalatrice del fango che sale? Il fango, fii sa, eh' era, per quei di Destra, la democrazia di Milano, la più pura, la più intelligente, la più attiva che ci sia in Italia. C'è, poi, una conclusione che l'ufficioso non poteva e8porre. A noi pare che Don Chisciotte abbia voluto fare come Sansone, che fece rovinare le colonne del tempio per seppellirsi con tutti i Filistei. L'attacco brillante - tale anche contro Cavallotti - del Saraceno per lo meno non può rendere ammissibile che questa sola illazione: tutti nel Parlamento sono fuori della logica e fuori dei programmi; rispettiamo, quindi, il ministero attuale, che ba la superiorità sui venturi d'avere oggi in mano il potere. Questa superiorità però non servirà ad assicurargli una lunga vita, perchè l' on. Di Rudinì è uno specialista in fitto di autodemolizione. Egli possiede la rara abilità di sciupare le migliori situazioni per un Presidente d<-lCl onsic5lio che non a- ,•endo saputo, voluto o potuto fa1·eil bene de'. paese, si riserba il triste privilegio rii preparare la risurrezione di un ministero Crispi - con o ~enza Crispi - con relativi Blanc e Tavani, Mocenni, Baratie1·i, con interpretazione dello Statuto secondo il vangelo di Sonnino, con legislazione sociale uso tribunali milita1·i con compre di muletti e con immancabili peculati.... ministeriali. Dicono alcuni avversa1·i dell'on. Di Rudinì, ch'egli è di quelli che passano senza infamia e senza lode. Invero. a noi parP, che se egli colla sua debolezza, colle sue incertezze, coi suoi errori, passerà. anr be senza vero dolo, se riuscirà a 1·icoudurre al governo l'on. Crispi, pas,erà alla storia senza lode sì, ma con molta infamia. " .. E il paese 1 Francamente non vi sarebbe alcuna ragione di sconforto se dal goverJ.10 reazionario o corrotto del Parlamento imbelle, ci si potesse appellare al Paese vivo e cosciente; ma non si può. Per un istante ripigliamo il confronto tra l' Austeia e l'Itaiia. In Austria il popolo foce senlire la sna voce - è come! - a Vienna, a Praga, a Gratz. Ma chi invece saprebbe dire dov'è il popolo in Italia? E quando mai esso ha incoraggiato, coi fatti, l'azione dei suoi rappresentanti pii1 energici e più coraggiosi? Questi non hanno raccolto che i dileggi e i rimproveri degli uomini d'ordine, e delle classi ben pensanti .... Ricordiamoli certi episodi, e certe date - e ricordiamo solo i recentissimi - affinchè uomini e cose vengano giudicati al giusto e le responsabilità vengano essegnate, cui spettano. VenHe la Banca Romana e il popolo non si mosse se non per accompagnare tra gli applausi il Sor Bernardo assolto; venne la quistione morale coi suoi cordoni Herz, cogli intrugli Favilla-Cavallini, e con tante altre laidezze - più laida cosa tra tutte la proroga del Parlamento del 14 dicembre 1894 - e il popolo non si mosse; vennero le stragi degli inermi contadini di Sicilia e il popolo non si mosse; vennero i Tribunali militari, le leggi di luglio, lo scioglimento delle associazioni socialiste, le imposte per decreto reale, la violazione di tutte le leggi e il popolo non si mosse; venne Amba Alagi e il popolo permise che si preparasse Abba Carima .... Allora, solo allora, si tumultua in Lombardia - non in altri punti - e il governo ha paura; e si dimette - scioccamente - Crispi .... Cade Crispi nel 1891 e il popolo si frega le mani; sale Rudinì e il popolo se la gode; cade Giolitti e il popolo scherza; risale Crispi e il popolo ride; torna Rudinì e il popolo non se ne cura; si rimpasta il gabinetto Rudinì, pe1· rimangiarsi il proi?ramma economico militare e il popolo non se ne dà per inteso; torna a rimpa;,tarsi quest'ultimo Gabinetto sotto gli ordini del Generale Pom:io-Vaglia e il popolo comincia ad interessarsi nella speranza di vedere risorgere Depretis, cui riserba la sua ammirar.ione sull'artistica disonestà politica ... 1on tutto il popolo, però, pensa in questa guisa assistendo alle allegrissime e caleidoscopiche vicende dell'ultima crisi ministeriale: una parte è malcontenta del ritardo pel ritorno di Giolitti ; un' altra ancora è impaziente di applaudire al connubio Sonnino-Saracco-Prinetti; e non mancano coloro che fanno voti perchè venga restituita la somma delle cose nelle mani di un ministero Crispi. * * * Tiriamo le somme: recheremmo grave offesa al1' Austria se volessimo ad essa paragonare il nostro paese. Questo è tale - ci auguriamo che tale a lungo non rimanga - che un amico nostro, un poeta bizzarro, ci scriveva testè da Milano: « si « dice che i popoli abbiano i governi che si me- « ritano. L'apoftegma è falso: Se fosse vero l'Italia « avrebbe un governo peggiore di quello che ha .... • LA RIVISTA. Gli abbonati, a cui scade l'abbonaxnento alla fine den·a~no sono pregati nuovanH:,nte a mettersi 1n regola a scanso di ritardi nell'invio del periodico.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==