Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 12 - 30 dicembre 1897

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ogni angolo del suo territorio sia terra adatta allo sviluppo dei migliori uomini e delle migliori donne che possano governarla » I fanciulli imparano a sentire che i sentimenti espressi nell'inno patriottico e nel credo devono avere la loro attuazione lavorando in opere utili come quella della Lega per la nettezza della città (Revieio of Reviews, Dicembre). DoUor J{urt Breysig: L'amoredi sè e l'amoreverso gli altri: Ogni ordinamento morale è di natura sociale, cioè deriva dai bisogni della comunanz". Nessuna fra le morali, o meglio fra i sistemi morali odierni ba conquistato il primato ; e niente più importante dell'osservare come in ogni epoca, pratica e teorica morale sieno state abbastanza diverse. Lo stesso Cristianesimo - l'Etica più comune e più persuasiva = mai ha sorpassato un certo grado, un certo livello. Certo l'etica individualistica non è nuova: quella dei sofisti era tale, contro la quale sorse Socrate col suo altruiamo. E come Macchiavelli la pubblica così Alberti la privata morale sull'egoismo fondarono. Nei nostri tempi a F. Nietzsche spetta l'onore di una ricostruzione di morale individualistica col suo ,uperuomo, il quale abbia il dovere solo di accrescere la sua personalità con tutte le forze dell'animo, del corpo, della volontà. Il criterio inf,•rmativo dei codici moderni è la utilità ed il danno scciale. E pare che col tempo possa trovarsi un terreno di con- ' ciliazione tra i due indirizzi apparentemente contrari. Percbè in fln dei conti in ogni sentimento altrui~tico non può trovarsi un fondo d'egoismo, e viceversa i Tra i due sen· timenti un eterno conflitto è durato da secoli, il loro campo vien detto storia della umanità, e la osservazione sist~matica di quelli, etica e sociologia. Nietzsche ba mostrato d'ignorar questo conflitto. Certamente l'arte e la vita rtiligiosa sono più influenzate dall'altruismo: i più antichi canti e la musica su essi intessuta son pieni di questo sentimento. In ogni religione, tolta la parte metafisica, non resta che un amore sublime per gli uomini, che conduce alla fratellanza. Ogni religione altro non è, in ultima analisi, che il culto dei morti. E la stessa scienza 1 Si occupi proprio degli uomini, o si occupi della loro condizit ne rispetto alla natura, sempre però essa ten::!e ad esser loro utile. La progredita civiltà molto ha rinnovato, molti sentimenti altruistici ba infiltrato ovunque: mentre uoa volta la simpatia era pel forte, pel bello, mentre una volta l'amore era per la perfezione, e pel perfetto - oggi è verso il misero, il debole, il deforme che si volge l'uomo, per soccorrerli, per rivolger parole d'amore: oggi il misero, il debole sono soggetto, all'arte, che ad essi si ispira forse con effetti maggiori e più belli ( Die Zukun/t, dicembre 97). L'Oriente la cristianità. La rivista da cui è tolto il sunto di questo articolo ha fatto una inchiesta su queste tre quistioni : 1.0 Le nazioni cristiane sono solidali tra loro 1 2.0 Gt' interessi della civiltà cristiana possono essere sacrificati al mant,mimento della pace ad ogui costo 1 3° Vi sono due morali: una per l'individuo e l'altra per lo Stato? Molti artisti tra i quali Barrès, Leon Bloy, Morice, Walter Crane; alcuni sociologi come Picard, Tarde, Denis, Grave; e molti cattolici banno risposto al quistionar10. La fede essendo il legame che unisce gli ultimi, le loro risposte sono più o meno rassomiglianti. Le risposte degli artisti e dei sociologi in vece sono le più varie. Dal sarcastico Leon Bloy ch·e trova che le nazioni sono solidali nello stesso cretinismo e cbe non c' è morale, a Jean Grave che pensa che la quistione si risolve nella lotta tra gli sfruttatori e gli sfruttati e che tutti hanno una morale a parte, le risposte sono assai varie. Denis crede che le tre quistioni si riso! vono nell'ultima : « non e' è che una morale sociale « egli dice~ e la sua più alta espressione è nella solidarietà umana ; ma l'organo adatto ad assicurarne il trionfo manca. Le nazioni di occidente dovrebbero essere quest'organo e la sola soluzione da vagbPg~iare e perseguire sarebbe nell'autonomia e nf!la confederazione de'le provincie dei Ballrnni. Per la realizzazione di questo ideale tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero unire i loro sforzi, sia che essi credono nella Chiesa, sia che credano nella Umanità ». (Spectateur catholique). A. G. Lamusica tra gli Aztechi.Gli spagnoli conquistando il Messico, dove si disonorarono colle stragi e colle devastazioni, confessarono di avervi trovato una civiltà avanzata. Dal carteggio di Cortez con Carlo V, risulta che · Flaxcala era una città più grande e tanto bella e ricca quanto Granata. Vi erano grandi mercati e bagni pubblici - vi era buon ordine e regola dappertutto. Messico aveva 300,000 abitanti; vie larghe e rette spazzate e lavate o~ni giorco, ed era ricca di acqua che veniva dai monti vicini. Si andrebbe per le lunghe se si volesse descrivere la civiltà di quei pretesi selvaggi, che prima di noi ebbero calendari più perfetti dei nostri e possedevano già un' arte musicale. Di questa possiamo giudicare imperfettamenta dagli avanzi dei loro strumenti sino a noi pervenuti. L'arte dei suoni era pei messicani prerogativa divina ed essi passavano le loro giornate esercitandosi nella musica e nel canto. Avevano strumenti a percussione e strumenti a flato ed erano quasi tutti ornati di disegni, e se di creta avevano figure strane di animali. Gli Aztechi e gli antichi Peruviani sembra abbiano avuto uno sviluppo musicale superiore a quello delle altre razze, che abitavano il continente americano. I Chippeways, però, che abitavano assai più al Nord possedevano strumenti a flato di sei fori somigliantissimi ai nostri clarini. (Emporium, Novembre (i).) (I) Ogni articolo dell'Emporium è splendidamente 11Justrato. RECENSIONI. DE~mTRIO DE GRAZIA: Demostene e i suoi accusatori. Editore N. Giannotta, Catania; pag. XX-420. Prezzo L. 5. li chiaro A. in questa sua nuova opera si propone uno scopo assai utile e nettamente determinato, cioè quello di lumeggiar meglio la vita di Demostene, difendendolo dalle accuse violente scagliategli da' suoi emuli e dai suoi detrattori, e facendo « uno studio critico che seguita punto per punto l'accusato e gli accusatori ». E si propone ad un tempo di mostrarci nel grande Ateniese, oltrechè l'oratore onesto, l'oratore principe, l'uomo di stato, che consacra tutta la sua vita al bene della patria e della nazione. Lo studio critico è condotto con metodo rigrroso e con la massima diligenza. Il De Grazia segue un piano tutto proprio, e nella larga orditura dell'opera sua non scimmiotta nessuno dei valenti scrittori che lo hanno preceduto nella difficile impresa. La figura di Demostene sorge più maestosa ed anche più simpatica da queste pagine, sia che si consideri come oratore, sia che si consideri come amministratore della cosa pubblica e come uomo di stato (giacchè nel volume del De Grazia è provato a sufficienza quale e quanta fosse l'attività politica dell'autore delle Filippiche). Mi duole dover notare che la forma e lo stile non sempre adeguano la bontà del contenuto, dove l' A. mostra una mente dritta e nutrita di forti studi e una competenza speciale nella letteratura greca e in particolare nella letteratura demostenica. Prof. SANTE GIUFFRIDA. FRANCESCO ìUAGGIORE PERXI : ,1 ° La popolazione di Sicilia e di Palermo dal X al XYIII secolo. 2° La popolazione di Sicilia e di Palermo nel secolo XIX. 3° Delle condizioni economiche, politiche, e morali della Sicilia dopo il 1.860. Palermo, 1892-1897. Sono tre opere intimamente tra loro connesse ed al'.e quali farà bene di ricorrere qualunque studioso delle cose della Sicilia. L'indole loro non si presta essenzialmente ai riassunti, percbè sono irte di cifre e di ragionamenti fondati sulle medesime. Ci pare elle dei tre volumi del chiarissimo professore di Palermo - che dal i858 al giorno d'oggi quasi tutta la sua attività scientifica ha con~acrato alla sua isola natia - il primo sia il più interessante e costituisca un buon modello di statistica storica, le cui ricostruzioni giovano ad intendere la storia e lo sviluppo di un paese. Nell'ultimo prevalgono troppo le considerazioni in senso conservatore; ma lodiamo sinceramente il Maggior Perni per la sua decisa avversione alJ'unilà accentratrice e per la predilezione verso un ordinamento federale. Dr. Napoleone Colqjanni proprietariod,irettore-responsabile, Roma, Tip. Tiberina, Via de' Gigli d'Oro, 16.

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