RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI 235 cipalc, altre se ne aggiungono, che sommate insieme e considerate quà o là, secondo i diversi luoghi, diventano anch'esse principali e rcnclono l'imposta sul pane aclcliriltura iuiqua ccl insopportabile. Tali sono il dazio clogauale sulle farine, il dazio consumo comunale sulle rar·inc ecl i monopoli climacinazione, cli panificazione e cli vendila. Noi lasciamo in disparte crueste ult!me cause, siccome pure lasciamo in clisparte le considerazioni sul grave prezzo dei trasporti, e sulla mancanza od insufficienza di grandi molini e cligrandi forni, per non darP- alle nostre argomentazioni uno sviluppo eccessivo; cd anche perchè crediamo che i monopoli clegli esercenti diminuiscano tanto più quantr; più caro è il prezzo del pane; per la maggiore vigilanza ed il maggior sindacato che si esercita, in tali circostanze, dalle varie autorità e dai cittadini. Diremo solo che il dazio doganale sulle farine è cli tre lire al quintale superiore a quel che dovrebbe essere; poichè è di lire -12.30 invece cli lire 9. 00, od al più di lire 9.38 al quintale; e elle questo eccesso cli dazio che sbarra og11i introcluzionc cli farine dall'estero, è fruito e convertito in monopolio dai grossi proprietari di mulini. Effetti del dazio sul rincaro elci pane e sugli introiti dell'Erario nell'annata corrente 1897-98. I bisogni del consumo, computati sul quantitativo di una razione minima cli 120 Kg a testa, si valutano a 37 milloni ed 800 mila quintali di frumento, a cui aggiungendo tre milioni di quintali, richiesti dalla semina, sono quaranta milioni ed ottocentomila quintali che occorrono, qucst' anno, cli (h1mcuto al nostro paese. Siccome la produzione fu minore di 24 milioni cli quintali, giusta il bollettino ufficiale cli notizie agrarie, saranno perciò 17milioni circa cli q11inLaldi i frumento che dovranno dall'estero introdm·si attraverso le nostre barriere doganali e saranno perciò lire -127 milioni e mezzo in oro che l'Erario dovrebbe intraveder cli riscuotere quest'anno sotto forma di dazio. 'oi non comprendiamo pertanto come mai il l\Iinist1·0 Luzzatli potè nella sua esposizione finanziaria indicare, come presunto provento del dazio sul grano una cilra che sarebbe minore clella metà della cifra sopraindicata, non potendo creclerc che egli possa ammettere che l'alimentazione ciel 1iaese si riduca quest'anno da Kg. 120 a soli Kg. 90 di frnmento a testa. E' probabile che il i\Iinistro non volesse, con una cifra più vicina al vero, smascherare la enormità clcgli appetiti ciel fisco, pe1· non essere costretto a cedere, lì per lì, alla domanda cli ricluzionc del dazio; clomancla elle si farà sempre più incalzante. La produzione del frumento è stata quest'anno clovunque scarsa: si calcola infatti eia valenti economisti che essa sia stata minore clell'anno scorso 1896: Nel mondo complessivamente ciel {2 p. ¼ In Eu1·opa ciel 20 p. °lo In Francia ciel 26 p. ¼ ln Italia ciel 33 p. ¼ Il prezzo del pane, che continuò a crescere, e già è alto, troppo alto, aumenterà quest'inverno ancora; appena e forse prima che siano esaurite le nostre riserve {ciò che accadrà fra un paio cli mesi) onde presto i lamenti clclla povera gente si faranno più manifesti ecl il Govemo allora ceclerà ma sarà forse troppo tardi, perchè allora si faranno più vive ccl intransigenti le pretese elci monopolisti, dei grancli incettatori cli grano. Che c'entri la speculazione _ingrande nel rincaro del frumento non vi Ila dubbio, ma essa vi c'entra come entra in un commercio qualsiasi. quando le domande si fanno maggiori delle offerte. Ciò cliciamo a quei nostri buoni amici che vollero vedere nel rincaro ciel pane, clovuto essenzialmente allo scarso raccolto monclialc, niente più che un effetto del grancle monopolio, della grande speculazione per incetta cli quel cerea le. A questo punto ci par cli sentire clellc voci governative, inspirate alle parole cleLteclal !Uélinc alla Camera francese, dire: ma una volta, qninclici o venti anni fil, il pane era ancora più caro cli 45 cm. al Kg I Grazie tante, e che importa ciò? Non sono i prezzi in sè dei generi cli prima necessità, anche alti, purchè stabili, che travagliano il lavoratore; poicbè a quei prezzi, se stabili, si commisurano le sue mercedi; ma sono i sulJìli aumenti, in tempi e stagioni critiche rispetto al lavoro, elle Io opprimono ed allliggono crudelmente. Se il prezzo del pane fu, durante parecchi anni, di soli 35 cm. al Kg., questo basso prezzo ei,li già Io scontò sui salari diminuiti, onde non gli rimarrebbe or:a che cli scontare il rapido e forte rincaro ciel pane a prezzo della sua alimentazione giil cleflciente. Date le triste conclizioni economiche del paese sarebbe ingiusto, immorale e pericoloso non venirgli in aiuto sopprimendo subito, o l'iducenclo cli assai, il dazio doganale sul frumento. La ragione sociale, se ragione può dirsi, per cui il dazio tu istituito a beneficio dei possessori, si ritorce ora contro cli loro a beneficio dei consumatori, e tra i bisogni del G-overno e quelli clella popolazione la scelta non può essere dubbia. Si appaghi quincli il G-overno d'introitare ctal dazio la sonuna che ha preventivata in Bilancio, e riduca immediatamente il dazio sul frumento a tre lire come era nel -1888, ccl in giusta proporzione cruello sulle farine. Così tacendo il Governo incasserà dal dazio non solo cinquanta ma cinquantaquattro milioni in oro; e poco pcnlcranno i produttori che già vendettero a prezzi alli più clclla metà forse i due terzi del prodotto, e venderanno la restante parte a prezzi sempre vantaggiosi. Per il solo tatto di questa riduzione il prezzo del pane scemerà da sette acl otto centesimi al Kg. e più scemerà se dal canto loro anche i Comuni diminuiranno il clazio consumo sulle farine. Ecco l'analisì clcllc spese rilcl'ilc acl un Kg. cli pane fino ai prezzi oclicrni.
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