Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 12 - 30 dicembre 1897

232 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI risposto a Deville. L'evoluzione, ha detto, non ci trascina al capitalismo agricolo. La grande proprietà non copre che un terzo o poco più della superficie coltivabile della Francia. Il numero dei grandi produttori è aumentato nel decennio, dal 1882 al 1892 da 5,672,000 a 5,702,000; quello dei piccoli proprietari è salito da 2,167,000 a 2,235,000: Méline riconosce però che 138,000 giornalieri proprietari e quasi 400,000 giornalieri non proprietari hanno emigrato verso lè città, ciò che attesta la gravità · della crisi agraria. Di questa crisi, il Presidente del Consiglio enumera le cause: il ribasso generale dei prezzi che raggiunge dal 40 al 50 010 in rapporto al 1880; la rivoluzione economica universale, vale a dire la messa in valore di terre vergini e la moltiplicazione dei mezzi di trasporto; la speculazione sfrenata ed il ribasso dell'argento. Méline dopo Deschanel fa il processo al collettivismo ed enumera i palliativi che bisogna adottare -per saivare l'agricoltura: la repressione degli speculatori (1) la riforma dei dazi e del regime delle bevande, l'abbassamento dei prezzi di trasporto, ·la diminuzione dell' imposta fondiaria, l'organizzazione del credito e delle assicurazioni agricole, lo sviluppo della cooperazione e della produzione del bestiame, le leggi sulle falsificazioni alimentari, l'istituzione del pegno o warrant agrario, l' azione sindacale, sotto t11ttele sue forme e particolarmente gli acquisti fatti in comune dei letami e delle sementi. Come Deschanel, Méline ha avuto gli onori dell'affissione del suo discorso che è stata ordinata con 338 voti. Questa memorabile discussione è stata chiusa il 20 ottobre con un ordine del giorno di Deschanel condannante le teorie socialiste, e che è stato approvato con 458 voti contro 46. Essa avrà avuto il merito di mettere in luce le dottrine dei due partiti che si trovavano di fronte e soprattutto di permettere ai socialisti di precisare la loro dialettica in ciò che concerne la pro• prietà rurale. Essa resterà uno dei più bei tornei oratori che abbiano giammai illustrata la tribuna francese; ma citS che è più degno di attenzione, esso è il più gran dibattimento sociale, che sia impegnato da lungo tempo, nella cinta parlamentare. PAUL LOUIS. (1) Il testo del discorso di Melinedice: « l'intermediario giuoca una parte troppo considerevolea detrimento dell'agricoltura; non v' è dubbio, tra produttore e consumatore vi son troppi scalini. Nel prossimo numero pubblicheremo un importante artt"colo di Achille Loria : La questionesociale innanziagli statisticiparigini. LeclassoiperaiineEuropa (Inghilterra) Rcnalo Lavolléc - un conservatore onesto, inLclJigcntc e laborioso, - si è dato allo SLU(liodelle condizioni clcllc classi operaie in Europa; e con quesLo studio continua le belle traclizioni ciel Villcrmé. Il tc1·zo volume edito dalla casa Guillcmmin et C. di Parigi e che consta cli circa 700 pagine è dedicato all'Inghilterra e per la importanza sua supera i due precedenti. Nell'introduzione e' è un quadro breve e chiaro del meraviglioso prog1·esso economico della nazione inglese. L'opera è divisa in tre parti. La prirna con-- tiene la statistica delle professioni, notizie interessanti sulle classi lavoratrici delle campagne, delle miniere.,. dei centri industriali, di Londra, ed una succosa storia della legislazione sociale - daU~prime origini sino all'atto del 6 luglio 1896. La seconda è dedicata allecondizioni morali e materiali degli operai agricoli e industriali, - delle campagne e delle città e cliLondra in ispecie, ai salari ed alle ore di lavoro. Nella terza vi sono ampi dettagli sulla vita del lavoratore· inglese, sul bilancio cli famiglia, sulle abitazioni operaie, sulle Trades Unions e sulle altre associazioni di ogni genere - politiche, economiche, religiose etc. - sullo sviluppo ciel socialismo, sul programma socialedei vari partiti politici, sul carattere dell'operaio inglese, sul suo avvenire ecc. In ultimo contiene vai·ie appendici tratte da documenti unlciali e che servono a dimostrare la esattezza cli tutto ciò che è stato espostone! testo. Ripetiamo che il Lavollée e un conservatore in politica ed un liberista in economia; ai suoi giudizi,. perciò noi spesso non possiamo sottoscrivere ; ma si deve riconoscere la lealtà nella esposizione dei dati e dei fatti. L'opera del Lavollée, perciò è degna di raccomandazione calorosa e vorremmo vederla tradotta e dilfusa in Italia - dove tanto c'è da apprendere e da imitare dall'Inghilterra. E' di vera attualità oggi che il grande sciopero ha richiamato l'attenzione del mondo civile sulle classi lavoratl'ici di oltre Manica. N. Il ~azi~oo~ansaulefrumento e il rincaro del pane Il dazio doganale sul frumento - imposto nel ,J 88T dal Governo, nella misura di tre lire al quintale, e subito fatto crescere nel!' 88 a cinque lire, per essere poi spinto, sul finire del '94, a lire 7,50 in oro, - è.,. senza eufemismi, una vera tassa SLtlpane, che frutta ali' Erario un utile annuo di oltre cinquanta miliont di lire cd ai procluttori di grano un beneficio clioltre duecentocinquanta. Chi volesse sui dati ufficiali, lare un calcolo più esatto di ciò che il dazio è gia costato al paese eia! 1888al 1896 ricaverebbe queste cifre : per dazio riscosso dall'Erario sul frumento introdotto dall'estero, Trecento settanta milioni cli lire;

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