130 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI -presenta un' importanza così grande da meritare l'attenzione pubblica da un punto all'altro del Continente. Qualunque sieno infatti le condizioni speciali della coltura e della proprietà rurale in Francia, qualunque sieno le differenze che si rilevano tra la ripartizione dei fondi rustici in Francia e la loro distribuzione in Inghilterra, in Germania ed in Italia, la questione agraria si afferma oggi in tutto mondo. È che la crisi agricola determinata da dei fatti generali e gravante su tutte le nazioni è generale; è che in tutto il mondo civilizzato, i conservatori ed i socialisti sono alle prese per disputarsi le grandi masse rurali. I socialisti nei loro congressi pongono in prima linea le preoccupazioni agrarie; essi hanno completato o ritoccato i loro programmi per attirarsi l'elemento rurale, per conquistarne i suffragi esitanti, mentre i conservatori, sia monarchici che repubblicani, si sono votati alla ricerca dei palliativi che permettano soltanto di mostrare la loro simpatia al coltivatore. Non bisogna dissimularsi che l'àvvenire dipende dalla scelta che faranno le popolazionirurali le quali oggi tengono così in mano i destini dell' evoluzione sociale in corso. O esse entreranno in lotta con l' industrialismo e allora il socialismo si troverà di fronte a gravissime violenze, o esse si alleeranno al proletariato operaio con un fine comune e allora il socialismo avrà vinto. Si concepisce dunque quale interesse abbia la questione che si è agitata recentemente alla Camera francese. La Francia è d'altronde la nazione nella quale, .oggi, una simile discussione può aver la maggiore ripercussione., Essa è presso a poco egualmente divisa tra il contingente urbano ed il contingente rurale, o almeno questo offre ancora una massa di 16 milioni di abitanti. La proprietà non si è concentrata ancora in Francia come nell' Ungheria, nella Sicilia, nell'Inghilterra, in Prussia. Vi si contano sempre delle migliaia di piccoli produttori, tutta una classe media di piccoli proprietari che s'interpongono tra la grande cultura capitalista ed i salariati afferrati dall'ingranaggio del presente. Le collisioni sono nelle campagne di Francia meno dure che nelle città e meno rudi anche che nelle campagne dell'Europa centrale ove questa classe media si assottiglia ogni giorno di più. Così si spiega, in Francia sopratutto, perchè il partito conservatore, di cui uno dei più autorevoli capi occupa presentemente la Presidenza del Consiglio abbia tentato di dirigere i lavoratori delle campagne contro i lavoratori delle città. È stata una tattica affermata spessoda Méline nei suoi discorsi, quella cioè di appoggiarsi su di una metà della Francia contro l'altra e di opporre alle dottrine dei socialisti rivoluzionari od evoluzionisti la lentezza del movimento dei giornalieri dei campi. Aprendo l'inverno scorso una vasta inchiesta sulla questione agraria, il socialismo francese ha inteso soprattutto combattere Méline, nel suo proprio terreno. Quel che noi stiamo per riassumere non è stata che la conclusione e la sanzione di questa inchiesta. La maggior parte degli oratori che hanno trattato alla tribuna il problema rurale, sono dei capi fila, degli uomini di prima linea, che per esprimersi meglio, oltre che parlare a nome di gruppi, più o meno numerosi, hanno delle qualità non ordinarie. È da notarsi poi che i repubblicani conservatori ed i socialisti si sono direttamente urtati; le frazioni intermedie dei radicali e dei radicali socialisti, come anche quella della destra clericale si sono dispensate da metter fuori le loro idee, ed è appunto l'astensione delle opposizioni repubblicane non socialiste che ha dato alla discussione la sua migliore caratteristica: essa non è stata politica, ma sociale; essa si è posta naturalmente sul terreno delle classi. Noi cercheremo di riassumere brevemente le dichiarazioni che sono state fatte da una parte da Méline e Deschanel repubblicani conservatori, e dall'altra da J aurés, Guesde e Deville, socialisti. É obbiettivamente ed imparzialmente che noi intendiamo presentare questo riassunto. Il discorso di Jaurés non ha occupato meno di tre sedute, quelle del 19 e 26 giugno e del 3 luglio 1897. Non abbiamo bisogno di dire, astrazione fatta dalle idee, quale meravigliosa potenza di eloquenza, riconosciuta da tutti i partiti, ha spiegato il gran tribuno dell'Estrema Sinistra. Egli ha trattato successivamente i tre punti seguentì : Condizioni dei lavoratori rurali; opera compiuta dal governo dalle sue maggioranze; soluzioni socialiste. La prima parte di questa magistrale esposizione è stata uno dei quadri più vigorosi, più finamente toccati di quanti si son mai fatti sulle condizioni della classe rurale. Jaurés ha dimostrato l' insufficenza dei salari, la vita miserevole vissuta senza speranze pel domani dai vignaiuoli del Mezzogiorno, dai taglialegna del Cher, dai coltivatori Brettoni dei quali « lo sguardo si allontana sempre più dagli antichi orizzonti in cui vissero i loro avi e va verso la luce ardente e fosca che mandano le notti delle grandi città». Ha detto dell'ammirabile pazienza del contadino oppresso « taglieggiato da secoli » che vede fuggire dalle sue mani la forza delle estati, l'abbondanza degli autunni e che per gli altri sempre soffre e s'esaurisce. L'agricoltura segue, più lentamente, è vero, la medesima evoluzione dell'industria. Essa è afferrata dal capitalismo. Quelli che la sfruttano sono sem~
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