RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCJAJ,l 205 que osasse ricbiamarle alla osservanza delle teorie che le mosse. Conviene procedere a gracli. La vita dell'individuo segna un istante in quella delle nazioni. Ed i riformatori cbe sognano realizzare nel loro tempo i concetti arditi cbe sprizzano dal cozzo delle nuove iclee, dimenticano gl' insegnamenti della storia; essa ,dimostra che se la invenzione scientifica può essere l'opera di un istante, la trasformazione politica di una nazione segna le leggi della evoluzione biologica lenta de' secoli; essa è l'opera del tempo. - La Repubblica francese insegni. Gli Italiani assonnati nella lunga secolare tirannide si sono destati al grido della libertà, ma non hanno saputo intenderlo ed abbandonarono il frutto delle iniziate conquiste. Le istituzioni che sorpassano il livello morale del tempo degenerano e decadono. * ,. ,. Il disagio si aggrava su tutti; un profondo bisogno spinge tutli a melter termine allo stato caotico delle cose presenti. Non basta aver conquistato il diritto cli avere una Patria e della libc1tà della parola. Dovevasi raggiungere le coudizioni di wia stabile e felice esistenza; assicurare il diritto di godere del perfezionamento morale e civile, che è in armonia co' nostri tempi : risanare il Paese dalla crittogama de' partitini; combattere senza tregua la nefasta politica perso11ale;elimi11arc l'equivoco clurato fin troppo su uomini e cose; porre francamente al Popolo il problema della sua esistenza tra i due termini - l\lonarcbia o Ucpubhlica. Esso saprà mostrarsi a l'altezza del suo destino. Prof. ED0ARl)0 GIA.\1PIETRO. Per il gruprpeopubblicano p rlamentare illustre Signor Deputato, Nell'ultimo numero clclla sua Rivista Popolare Ella ha pub])licato col titolo: "La Uandicra cliCavallotti,, un articolo che ha i pregi essenziali cli essere molto opportuno e sincero. Ella tocca in questo articolo mol.tc questioni, che i.o mi auguro di vedere in seguito trattate dalla sua penna smagliante. iUa non comprendo perehè Lei, dopo avere pubblicato nella sua Rivista il P1·ogramma del Partito Ilepubblicano, scritto eia Bovio e firmato da Lei e eia tutti gli altri deputati componenti il Gruppo Repubblicano Parlamentare, abbia potuto dire al suo anlico Sacchi: " .... avrei preferito elle non tosse avvenuta la co- " stituzione elci gruppo parlamc1111.1r1e·pcubblicano, e " che l'Estre111a Sinistra avesse continuato, collie pd " passato, a colllbatlcre le sue battagli<' unitn nella " !altica parla111cnt.11H·con oslilntc le sue varie tc11- " clcnze, che - salvo poche eccezioni - più che di· « versi.là sostanziali rappresentano sf'umalure lii un « meclcsimo concetto fonclamentale: quello ciclia so- " vranità nazionale, come risultò all'evidenza clall'ami- " chcvolc cliscussio11enella Sala Hossa alt' indomani « delle ultime elezioni generali». Queste parole sono gravi e bisogna cliscnterle. Le ultime elezioni gcnc1·alifurono propizie al partito repubblicano, cbc vide portato 1124, se non erro, il nit· mero dei suoi componenti ; ccl in base e così buon esito loro deputati repubblicani pensarono <li costituirsi in vel'O e proprio pa1tito parlament11rcco11programma inclipenclcntc. 1,' iclca ru buona e l)C'lla. La democra::ia italiana viclc con piacere questo concentramento clclleforze repubblicane parlamc11tari,e sperò ancora cli meglio. l\la le parole elle Lei lia scritto alJ'on. Sacelli e cbe io bo sopra citato, oggi la stessa democrazia amaramente sconfortano. Riconosce Lei il bisogno di un partito repubblicano? In tal caso il partito deve avere un programma proprio, con idee cbiare, nette, ben delìneate, con un sistema di condotta e tattica parlamentare indipendente. E precisamente per la mancanza cli questo programma sono in Italia pochi repul),blicani. Quanclo loro, signori deputati repubblicani, lrnnno eletto e stampato: « partito repubblicano», siamo frnnchi, non hmrno clC'tlonulla, e la prova l)iù chiai·a cli questa mia asserzione è appunto quella arnicltcvolc discussiouedella Sala Rossa: vi sono molti, moltissimi raclicali, molti 1·c·publ)lica11i, molti dcmocrntici, molli che se11zaavere il battesimo cli un partito sono i più stanchi del regime alluale, ma quando si viene ai conti e si trnta cli costituire un partito antidinastico, i. radicali, i repubblicani, i clemocratici,gli antidinastici inconsapevoli spariscono, e resta, si, siamo cl'accordo, On. Colajanni, la grande e luminosa idra cli Alberto n1ario: la sovra11ità11a- ::io11ale. V' è una confusione grandissima di idee e cli aspirazioni fra l'Estrema e fra i Repubbliccmi stessi, cbe impedisce cli lottare insieme comeElla vorrebbe; e poi è inutile che il Paese mandi alla Camera elci clcputati repubblicani se questi devono essere lù, per sfalema, f'ratclli inseparabili cli comlrntlirnrnto degli altri tleputati, che di estremo harmo solamente il banco su cui siedono. Ma e' è di più ancora: oltre la conrusione che si apporla così nelle i<lcr politiche della Nazione, si preparano lotte future srnza nessuna utilità, come sarebbe quella cont1·0 i radicali se a1Ti• vassero un giorno al Governo. Che peccato, On. Colajnnni, che manchi m1 centro intomo a cui si possano nggrnpJJal'e lutte le forze repubblicane cl' Italia! E dico npu!Jblicanc, 110n democratiche, perchè democratici sono tutli, eia noi, da S. M. il ne ad Andrea Costa. L'estate scorsa clomanclai acl uno dei. più autorevoli clrputati del gruppo repubblicano elciParlamento percllè non si costiti1iva su I scrio un partito repubblicano, acl imitazione di quelli cli Spagna e cli Pottogallo. Egli mi rispose cbe ciò è impossibile, data la straordinar.ia e violenta per·sccuzionc delle autorità; cd aggiunse che del resto il partito è sempre cosa scc011daria, poichè al clisop1·adi esso sta sempre sovr-ana eterna, la verilà. E sta bene; ma se si clcvc pensare all'opposizione delle autorità, non avremo 111ai un partito repubblicano, e se llc1·csiaver di rnira,a t\'arnclo da ogni altro mezzo e eh, ogni altro fine, la vcritù, sono inutili tulle le dichiarazioni di più o mrno grande repubblicanesimo. Osservi in Italia le due gra11dicorrenti politiche del giorno: o monarcbici o socialisti;
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