Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 11 - 15 dicembre 1897

212 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIBNZE SOCIALI una politica, e colla volontà si possiede la forza per farla trionfare ». GIUSEPPE SARACCO. Altra volta la Rivista popolare si procurò la facile e gratuita collaborazione di Rugg;iro Bon!lhi riproducendo dalJa Nuova Antologia molti brani di suoi articoli, che suonavano severo ammonimento al Principe (1). Oggi consincera soddisfazione abbiamo preso dalla stes•a Nuova Antologia (30 N,,Yembre97)queste osservazioni sant.Pe giuste che sono state fatte da G. Saracco a difesa della frase prorunziata in un modesto banchetto di una cittadina del Piemonte. Noi non s~ppiamo chi sia l'alto locato cui dispiacque la -constatazione della nostra povertà fatta dall' ex ministro che si prepara il terreno - profittando della bu~ggine -degli italiani - per tornare al potei e proclamando qualche verità indiscutibile; ma vorremmo conoscerlo per metterlo alla gogna. Sappiamo altro, però, e eh' è ;issai ·importante: s3i;- piamo che la requisitoria di Saracco va a colpire in pieno petto la politica africana e della triplice - la politica che ci fa spendere per ,l'esercito tutto ciò che non abbiamo e che e' immiserisce doppiamente col Jur.ro cessante - per gli alterati nostri rapl)orti commerciali - e col danno emergeote - per i miliardi spesi inutilmente. L'on. Saracro scaglia frecce bene aggiustate contro l'on. Di Rudinì, che non sa dove va e con chi va. li paese conosce, p_erò, con chi andò Saracco - con Crispi - e dove andò - ad Abba Carima; il paese, perciò, potrebbe rispondergli che la compagnia e la meta note sono peggiori di quelle ignote. Volendo e~sere generoso può dirgli: arcndes ambo! È bene, poi. che si sappia dalla bocca di un ex ministro: essere le nostre popolazionimalcontente disgustatedel presente regime. Alla buon'ora! Tutto ciò che prima il Bonghi e ora il Saracco scrissero sul Principe, sulla miseria del paese, sul disgusto e sul malcontento delle popolazioni _è la pura ve. rità, che venne molte volte proclamata e illustrata nelle colonne della nostra Rivista, e la verità non acquista maggior valore se l'anuunziauo Tizio o Filano anzichè Caio o Sempronio; ma quando esce dalla bocca di autorevoli ex ministri non ci potranno essere citrulli o malevoli, che vorranno metterla in fo, se col pretesto che gli enunziati sgraditi siano il prodotro de:Ja esagerazione o della invenzione settar-ia dei repubblica, i. Questa la ragionP, per cui abbiamo ricorso e continueremo a ricorrere alla collaborazione dei .Ministri passati, presenti e futuri della M,,narcbia. 1 nostri lei.tori sapranno apprezzare la nostra tattica e ci saranno gr:iti delle buone armi che loro somministriamo per ogni p,·ssibile polemica. LA Rl\'lSTA. SUL VOTO PLURIMO La riforma del voto plurimo apparsa fra quelle proposte del Presidente del Consiglio nel suo programma di governo, ha fatto sollevare di nuovo, la di• scussione che si era accesa nel campo scientifico, allorquando, primo fra gli stati moderni, il Belgio la sanciva nel !892 per le elezioni politiche. (1) Avvertiamo il Rt>gio Fisco che Roggiero Bonghi, benchè fo~semdispettito per certo invito non ricevuto, non parlava di questo o di quell'altro principe, ma del Principe in genere. La riforma percbè possa essere convenientemente· discussa deve essere esaminata da due lati diYersi: dal lato sociale per vedere se essa sia in relazione col model'llo indirizzo d' iclee e delle legislazioni : dal lato gim·idico per vederne la rispondenza coi princip"i fondamentali ciel nostro diritto pubblico. Il sistema del voto plurimo al pari di quello fonclato sulla rappresentanza delle classi e ctrgli interessi,. è informato all'antico concetto romano di temperare la forza del numero clei meno abbienti e lici più ignoranti, nel governo della societù. Di esso troviamo un esempio veramente tipico in Inghilterra per le elezioni degli amministratori della tassa dei poveri: votano tutti i contribuenti: ma chi è tassato in ragione di 50 sterline di rendita fondiaria, valore locativo o fitto, ba un voto: al disopra per ogni altre 50 sterline si ha un allro voto e così di seguito fino a sei elle è il massimo. Anche in Francia, secondo il TuRGOT, prima della Rivoluzione nella elezione dei Consigli municipali i padri di J'amiglin proprietari cli fondi della rendita di 600 lire avevano un voto: quelli di 1.200 due, di •l800 tre e così vin. In Inghilterra nel '.1867, successo al GLADSTO:S:E, il OISRAELJ, a temperare l'allargamento del sulfragio elle egli proponeva sulla base dcli' household, dell'occupazione cioè cli una casa soggetta alla tassa locale dei poveri, voleva l'introduzione di alcuni Yoti dopJi"r agli elettori delle classi supcl'iori: ma la sua proposta non trovando appoggio tu costretto a ritirarla. L'esempio che il Presidente del Consiglio ha avuto indubbiamente sott'occhio fu quello della legge belga del 1892. Fra le due correnti del suflragio univel'salc pieno e<l asso-· Iulo, rappresentala dal JANSOKe l'altra del sulfragio ristretto rapresentata dall'illustre FHERE-OnnA:s:,trovò fortunn una proposta intermedia ciel deputato J.\yssE::--:,;, per la quale si adottava un sistema di suffragio universale non escludente neppur gli analfabeti, tempe-- rato clal voto plurale accordato a certi elettori. Questi son diYisi in tre categorie: - ad un voto - cittadini belgi che han compiuto i 25 anni, che godono i diritti ciYili e che abbiano da un anno domicilio nel comune, nella cui lista elettorale intendono iscriversi; - a due voti - cittadini belgi awnti i requisiti suddetti ammogliati o vedovi con prole e l'hc paghino allo stato 5 lire d'imposta dirella; - n tre voti - cittadini belgi compresi nelle prime (lue catrgoric e cltecuoprano alte cariche, etc. Come si vede nella legge briga la pluralitù del voto è basata nella seèonda categoria sul censo, nella terza sul censo e sulla eapacitù intellcuuale. Nel progetto abbozzato dal Presidente del Consiglio in tutte e duele categorie la pluralitù è basata sul ceuso e sulla capacità intellettuale. Il sistema del Yolo plurimo forse anche piÌI ciell'altro della rappresentanza degli interessi e clelle classi, ha per fondamento un concetto razionale che può, esprimersi sinteticamente colla celebre frase cli iUrLL « i voti si debbono non contare ma pesare »-STGART' l\lILL, pur essendo così valido difensore (lei sulfragio universale, ammise anch'egli il voto plurimo. Però, a differenza dei sistemi generalmente seguiti, voleva i•

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==