Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 11 - 15 dicembre 1897

2l0 HIVISTA POPOLAUEDI POLITICALETTERE E SCIENZESOCIALI 1nari. Così queste circostanze d'ordine commerciale •ed economico spingono una parte ancora piccola della popolazione ai traffici ultramarini; e poichè i grandi concorrenti di una volta erano tramontati, come Venezia, non per causa di decadenza di razza ma per la scopel'ta di nuove vie più rapide, come la Spag11a perchè già soddisfatta dal bottino fatto, e non resta• vano che i piccoli, l'Olanda, le città anseatiche e in poca misura la Francia, furono facile l'accaparramento dei mercati lontani, l'impianto di colonie, lo sviluppo di commerci che offrendo immediati guadagni attrae- ,,ano sempre più una parte della popolazione, la più forte fisicamente e la più svegliata intellettualmente, ripetendosi quel fatto che avevano già visto Pirenze e Venezia. i\Ia quando il vecchio mondo feudale tedesco fu ab· battuto, vennero i tempi della libertà politica cd economica, ma con essi ancora l'insicurezza della borghesia, il proletarizzarsi per l'artigiano, la miseria pel cont11dino e la sua emigrazione nella città. E così ncll'Inghiltena il capitalismo sempre più trionfante, gigantesco, mostruoso, spinse fuori tutta quella gente quieta e timida dalle loro nicchie secolari e la travolse nella bufera che mai non resta della vita moderna. ~cl càpitalisrno il dilemma è nuotare od ann~: gare. Esso è la scuola per cui le energie buone o malsane si destano dal letargo ed entrano in lotta; e l'Inghilterra che è il paese più antico dopo Pirenze, di economia capitalistica, è naturale che sia anche quello dove una scuola più antica abbia dato maggiori frutti, cioè é1uello ove tali certamente lodevoli qualità di iniziativa e di volontù siano più diffuse, anzi tanto da scambiarle come caratteri di razza. L'educazione di due secoli circa, educazione pratica e quotidiana nelle colonie, nei porti, nei banchi, nelle esplorazioni nelle gue1Tc ha prodotto quella perseveranza, resistenza, fiducia in se, quella <lisciplina interna elle riscontronsi così diffuse negli Anglo-sassoni. Eguale. trasl'ormazionc contraddistingue la Germania in questo secolo. La granclc industria basata sul capitalismo, la grande proprietà foncliaria esercitata colle forme capitalistiche sono colà gli elementi sovvertitori dell'antico popolo tedesco e lo obbligano ad essere diverso da quello che fu nel pcrioclo della burocrazia e dell'artigianato. Certo in questo ~ecolo, e per altre cause, il governo tedesco è venuto armando il popolo per queste nuove battaglie, e l'arma che gli Ila messo in mano è una forte istruzione fondamentale e tecnica : come ciel resto fece l'Ingbiltena nn dal secolo XVII, come non ha ancora fatto l'Italia e meno la Spagna. Nessuna energia, nessuna iniziativa possono trionfare se non sono basate e sorrette· da quegli istrumenti elementari che servono a metterle in opera. Tali qualità interiori noi vogliamo riscontrare specialmente quando il tedesco o l'inglese emigrano e confrontare la posizione loro con quella che pur troppo è riser• vata ali' italiano. Una vergogna ci assale quando leggiamo che il proletariato italiano trascinato nelle tor• bidc correnti dell'emigrazione è costretto a darsi ai servizi più umili e ai lavori più faticosi e meno rimunerati. Perchè? Perchè non solo è analfabeta e non conosce la lingua del paese che l' ospita, ma anche perchè gli manca l'istruzione tecnica elle lo renda pieghevole ai mestieri più varii. L'emigrante non è libero di scrglierc il mestiere. l\farx ha constatato la necessità degli operai nei paesi nuovi di passare da un mestiere all'altro per vivere. Ma per far ciò bisogna sapere: è allora che « l'uomo si sente meno di un mollusco e più di un uomo "· L'Ualia è al pl'incipio. della fase capitalista, e una parte di essa non vi è ancora entrata: vive ancora l'artigianato povero e senza desideri di elevarsi, e la grama borghesia non sogna che la tranquillità di un impiego. l\la quando in Italia il capitalismo avrà esteso il suo impero, allora sarà il caso di vedere se il rozzo nostro popolo è suscettibile di acquistare quelle energie che sono proprie degli Anglo-sassoni, o se sarà il caso <li dire col poeta americano, Walt Whitmann, nel suo canto i Pionieri, che le razze vecchie hanno fatto una sosta. Insomma noi vogliamo stabilire che accanto al clima concorre anche il fattore economico a determinare le disposizioni psichiche di un popolo, come a incoraggiare o dcp1•imerc le libere energie. In una parola è l'ambiente fisico assieme all'economico che forma la razza. Cii>che si nota nella psicologia individuale incontr.isi anche nella collettiva: ossia come il tenore di vita influisce sullo sviluppo dell'intelligenza e della volontà inclividualc, così le generali condizioni della economia nazional~ influiscono sui caratteri psichici fondamentali della collettività. Prendete il contadino di Sicilia, clcllc Puglie, di Calabria o Basilicata rassegnato, inerte, Lorpido, sospettoso e diffidente verso quelli stessi che si interessano alle sue miserie, quale l'hanno reso una regolare oppressione e una miseria elle or• mai è diventata la sua abitudine, una sua seconda natura; e confrontatelo col conta<lino inglese e belga che ormai è ricercato, sollecitato con miglioramenti continui della sua posizione pcrchè non abbandoni la terra per l'officina cittadina, elle in questi contrasti ha acquistata la fierezza, l'indipendenza, l'iniziativa, la sua personalità: e voi potrete· intravedere come su scala più vasta si siano formati i caratteri energici in un popolo e come presso un altro abbiano potuto resta re depresse tutte le forze dell'intelligenza e della volontù. i\Ia quì si può chiedere: ma come spiegare, per es., il forte sentimento di libertà, il rispetto alla legge, i'elevata moralità politica, il puritanesimo degli Inglesi, la sentimentalità dei tedeschi, la Uiforma che si diffuse nei paesi del nord e lasciò intatti i popoli latini? Non presumiamo anzitutto che il criterio sopra enunziato debba e sempre servire a spiegare tutto: l'wnani'à non è una cosa tanto semplice, e si compone come il pianeta che la porta, di avanzi di monili scomparsi. lUa vediamo un pò come a formare questi sentimenti vi entrino cause che nulla hanno che ve• dere coll'ambiente esterno o con speciali disposizioni fisiologiche. (Conlinua) Prof. G. SALVIOLI.

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