Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 10 - 30 novembre 1897

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI 1.87 Al congresso di Pisa, a me che sosteneva la questione delle otto ore, dal lato igienico, si osservò che il valore igienico ce lo tiravo io. Per questo, e perchè le otto ore hanno, di questi giorni, fatto le spese a molti fogli, a proposito dell'articolo del Bebel, credo sia prezzo dell'opera vedere un po' se è o no eminentemente un bisogno igienico. • * • Non solo nel campo materiale, ma anche in quello intellettuale è dimostrato (l'Accademia di Medicina di Parigi se ne occupò per quasi un anno, nel 1886) che l'eccessivo lavoro, eccessivo così per la durata, come per la durezza, porta allo strapazzo (sur• menage). Ora, ammesso il surmenage, lo strapazzo, si viene a questa logica conseguenza : se ad un operaio, ad un individuo che fa un certo lavoro, fa bisogno di un determinato riposo proporzionale al lavoro che ha fatto, riposo, che io chiamerò medio, ad un altro operaio, ad un altro individuo che lavori es:igeratamente, occorre un riposo maggiore. Nè questo maggior riposo basterebbe, perchè mentre il lavoro moderato, non porterà come conseguenza che quella stanchezza, normale per chi ha eseguito un qualsiasi lavoro, stanchezza che si ripara col riposo medio, il sopralavoro, il lavoro eccessivo per durata o per durezza, porterà a un esaurimento fisico che non si potrà riparare con il riposo, ma che lascerà una impronta nell'organismo che in tal modo sarà indebolito, infiacchito. D'altra parte, la questione della durata del lavoro va collegata (se la si consideri dal lato fisio-patologico) con quella delle funzioni del!' organismo: ed è ovvio che l'apparecchio digerente funzionerà bene, se dopo il pasto si avrà quel riposo che è necessario per la funzione della digestione; che il sangue si rinnoverà sufficientemente se il cibo che si mangia sarà buono, in giusta quantità e ben digerito, che l'organismo si manterrà in buone condizioni se sarà ben sanguificato. Tutto questo non si avrà invece se dopo il pasto, subito o quasi. l'operaio dovrà riprendere un lavoro faticoso, o se un individuo dovrà mettere il proprio cervello al lavoro mentale, perchè quel sangue che occorre alla fatica del cervello o delle membra, viene sottrat~o allo stomaco che ne ha bisogno per compiere la sua funzione. E quando l'organismo non si mantenga in condizioni normali di resistenza, avremo, anzi abbiamo la predisposizione alle malattie; quando un organismo sia fiacco, lo vedremo più facilmente cadere vittima di un infortunio. Nè credo inutile un' altra considerazione: se i pasti sono troppo distanti fra loro, come accade quando la giornata di lavoro si protrae oltre le 8 ore (avvertite che in molti casi, l' oper·aio che ha I finito il lavoro, ha poi una o due ore da fare a piedi per recarsi a casa), se i pasti sono troppo distanti fra loro avviene che in certe ore, il lavoro si compie in uno stato di debolezza fisica che fa sentire maggiormente la fatica, che porta più facilmente allo strapazzo, e che nello stesso tempo si produce meno assai di ciò che si produrrebbe quando il corpo è riposato e nutrito . Nè escludo che lo strapazzo fisico e intellettuale possa essere causa di aumento nel contingente della delinquenza; è certo che nell'organismo indebolito, strapazzato, quel che ne soffre di più è il sistema nervoso e spMialrnente il cervello; la neurastenia cerebrale è il resultato ultimo cui giungono coloro che si sono sottoposti a un lavoro esagerato; dalla neurastenia cerebrale alla pazzia non c' e che un passo, e così si capisce come i Caserio, gli Acciarito, gli Angiol1llo etc., vengano piuttosto dalla classe degli operai che da quella dei borghesi. * * * Mi era proposto di scrivere intorno alle otto ore, solamente dal punto di vista igienico, ma non posso fare a meno di osservare che la limitazione del lavoro a 8 ore, ha importanza anche dal lato morale: osservazioni e statistiche dimostrano che dove maggiore è la durata del lavoro, maggiore è anche l'indice dell'analfabetismo. Ed è naturale: l'operaio che lavori soltanto 8 ore, può dedicare le altre alla educazione sua e dei suoi figli,· può avere oltre al riposo fisico, quel riposo mentale che lo mette in grado di affrontare i vari problemi sociali, da un punto di vista più elevato che non sia quello della vita vegetativa. Nè credo, come alcuni, che l'alcoolismo avrebbe ragione di aumentare la sua dannosa influenza, per la maggiore libertà degli operai : molti, anzi i più, si danno al bere per trovare un ristoro, sia pure illusorio, alla stanchezza fisica e morale, per dimenticar la tristezza della loro condizione. Ed ecco che veniamo, senza fallo, alla conclusione che la limitazione della giornata di lavoro a 8 ore, va legata alla fissazione del minimum di salario, perchè non basterà per l'operaio l'opportuno riposo, se non avrà il vitto sufficiente per qualità e quantità. Ma ora entrerei nel lato economico della questione, e quindi finisco, perchè a questo punto comincerebbe la mia incompetenza. D.r CALDERAI. /",,J~'-./"'-./-V-"\J"'-./ / J""-./....,_/'-./ ../'-./"'-../'\..,/"""\.~ È in corso di stampa e comparirà al pr·incipio del 1898 ima seconda edizione, ampliata e corretta del libro del Prof. Napoleone Colajanni sul Socialismo. Di questa vm·rà spedita una copia a tutti quegli abbonati che avranno sodisfatto anticipatamente il 1irezzo di abbonamento alla Rivista.

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