198 R[VISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI fosse più vicino ai poveri od ai ricchi! E una tal pena dovrebbesi infliirgare in nome della giustizia e per la tu. tela della So~ietà 1 Ironia della legge! (l..a Scuola Positfra, Ottobre). Vittorio Racca: Sulla digtribuzione delle ricchezze. Non si verifica la concentrazione progressiva e fatale della ricchezza presagita dai socialisti da Marx in poi, nè è necessario ohe la piccola proprietà e la piccola industria muoiano perchè la grande industria dilaghi e trionfi. Del rèsto molti piccoli proprietari non scompaiono, ma sì trasformano: convertono spinte o sponte il loro capitale immobiliare in capitale mobiliare. Molti si associano; e la loro ·conservazione vien favorita dalle casse rurali, dalla esenzione d'imposta delle quote minime, dalle maggiori cognizioni agricole, della distribuzione a domicilio della forza elettrica: dalle divisioni di latifondi e proprietà comunalì; dalla assegnazione di case pagabili a rate; dal fraziona mento delle proprietà per l'istituto dell'eredità. li miglio ramento de'le classi lavoratrici, che smentise.e il pessimismo dei socialisti viene provato dalla diminuizione degli operai unshilled (squalificati). Ma continuerà il processo di sproletarizzazione nell'avvenire 1 Non pare impossibile perohè il capitalismo favorisce gli alti salari che agiscono nel senso dell'uguagliamento delle entrate. Ciò ammesso però, non verrebbe definitivamente escluso il collettivismo come vorrebbe Lero)•-Beaulieu, perchè esso vuole la collettività dei mezzi di produzione e nessuno vorrà negare che nell'industria'. nell'agricoltura, nel commercio marciamo verso questa collettivizzazione che rapprasenta il massimo utile economico e sociale. (Giornale degli economisti. Novembre 1897). Cai-lo Gallini: Il caso Crispi e la competenza dell'autorità giudiziaria. Il giudice istruttore di Bologna spicca mandato di comparizione per !'on. Crispi in data 20 marzo 1897. li giorno seguente Crispi è eletto deputato, il 25 ha luogo un interrogatorio ed il 27 un altro in cui Crispi eccepisce l'incompetenza dell'autorità giudiziaria pei fatti che avrebbe commesso quale ministro dell' imterno e pei quali egli riteneva solo competente il Senato. - Nella forma dell'ordinanza del giudice istruttora vi sarebbe a ridire, ma nella sostanza no. Per l'art. 45 dello Statuto, in quanto all'elezione politica del 21 marzo, il giudice doveva soltanto sospendere gli atti e chiedere l'autorità a pi·osl'guire; e per l'art. 47 per l'eccezione sollevata dall'on. Crispi, di essere stato egli cioè ministro all'epoca del fatto, il giudice non doveva farne p,arola, come fece, perché l' autorità giudiziaria non deve occuparsi dell'affermazione che fa soltanto l'imputato, quando vuol definire il reato ascrittogli. I reati ministeriali sono una creazione della Camera, la Camera ha il solo di• ritto di tradurre innanzi all'Alta Corte i ministri per reati ministeriali, e se fosse diversamente ogni ministro od ex-ministro avrebbe l'impunità pei reati comuni. La Sezione d'accusa, errò nel cambiare la motivazione dell'ordinanza del giudice istruttore, e la Corte di Cassazione non corresse quell'errore. Le conseguenze del deliberato della Corte di Cassazione saranno due: i· che tutti gli atti anteriori al 21 marzo saranno annullati e l'autorità giudiziaria dovrà ricominciare daccapo, ottenuta l'autorizzazione dalla Camera; 2· che iniziata la nuova procedura, Crispi solleverà ancora la questione ci incompetenza. e ritornerà di nuovo a palazzo Altieri. Allora, o la Corte Suprema, in omaggio ai principi di diritto, cambierà la sentenza, o sarà la Corte Suprema, cbe assicurerà I' impunità ai delinquenti, non la Legge, che d'impunità n' ha voluto una sola, quella detta cbiaramente all'art. 4 dello Statuto, Arturo Gmf: Don Abbondio.Il Mamoni fu, tra l'altro un grande umorista; il più grande che abbia prodotto l' Italia. Fu un grande umorista perchè è un realista ed un idealista allo stes~o tempo. Nei Promessi Sposi parecchi sono i personaf(gi abitualmente e sostanzialmente umoristiei; ma di tutti il più umoristico è sicuramente Don Abbondio. Anzi, dopo l'inarrivabile ed unico Don Chisciotte, divenuto oramai una specie di entità morale necessaria allo spirito umano e all'umano discorso, credo sia Don Abbondio il personaggio più profondamente umoristico della universa letteratura. Nonostante i rimproveri che si possono muovere a Don Abbondio gli si vuol bene in tanti perchè sentiamo che Don Abbondio non è cattivo e che a riuscire addirittura un brav'uomo forse altro non gli manca che un pò di corraggio e che il coraggio, chi nol sa ? uno non se lo può dare. Don Abbondio è riuscito uno di quei tipi estetici di cui si dice con ragione, che hanno in sè molta più verità che non l'essere vivo e reale fatto d'ossa e di polpa. E Don Abbondio è diventato uno di quei simboli di cui noi ci giovia:::io, parlando, per significare una condizione di umanità, che non si potrebbe significare altrimenti senza molte parole. Perciò Don Ab· bondio è immortale. (Nuova Antologia, (15 Novembre). Angelo Mosso: Le cagioni dell'effeminatezza latina. - Domenico Oliva: L'Europa giovane. I titoli di questi due articoli sono diversi; ma entrambi si occupano del libro di G. Ferrero e ne fanno una critica severa, per quanto infiorata di complimenti, che conf.;rmano in tutto e per tutto quella che fu pubblicata nel N. 21 (anno 2°) della Rivista Popola1·e. Secondo il Mosso la precocità sessuale dei latini, che deriva dal clima e non dalla razza come vorrebbe il Ferrero, non è segno d'inf.iriorità. Se oggi i latini sono inferiori agli anglo-sassoni ciò si deve esclusivamente all'educazione come anche ha dimostrato il Demolins del cui libro: À quoi tient la superiorité des ang lo-saxons si occupò anche lungamente la nostra '"R..ivista. « Noi non « siamo condannati per sempre e senza speranza di riabi- < litazione ad una inferiorità fisica e ad essere scbiavi « dei popoli nordici. Non è la struttura, nè la funzione « interna ohe ci renda più deboli, ma è l'eduoazioue effe- « minata che fomentando il sensualismo ci indebolisce. « Gli Inglesi lavorano più di noi, e sono più fori.i, perchè « hanno una educazione fisica migliore. L'essere più forti « e più laboriosi diminuisce l'eccitazione continua che pro- « viene dagli organi riproduttori. L'intonazione del libro « di Ferrero è troppo fatalista: la malattia nostra non è « di~perata e ci guariremo coi mezzi ricostituenti ». Pel deputato Oliva « il libro di Ferrero poggia sopra una con- « tradizione fondamentale ed insuperabile. L'onnipotenza « dello Stato, il cesarismo, è la ragione deh' inferiorità « dei popoli di razza latina, nella concorrenza civilizzatrice « da cui sta per uscire I' Europa giovane. E può essere < vero. Ma il suo sogno di grandezza futura pei popoli di « razza germanica e slava non ba altra forma che il ce- « sarismo. » È un libro di scienza quello di Ferrero? Dovrebbe esserlo secondo gl' intendimenti dell'autore; ma tutte le sue ipotesi non sono scientifiche: è letteratura e non scienza quella, eh e circola entro tali ipotesi. Come sono incerte e non scientifiche le ipotesi, così non sono sicure le leggi che egli ha inteso fissare. (Nuova Antologia. 16 Novembre). Hermann Bahr: Una Conferenza.A Vienna un fenomeno curioso si presenta: il pubblico corre a teatro alla prima comme1ia che s'annunzia, senza osservar se l'autore sia un novellino o un noto drammaturgo, e lascia che il li·
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