RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI -l95 gramcntc i corpi dei nemici uccisi. n gigante Ba'inè, secondo gl'isolani di Tonga, aveva il l1·islc ufficio dt divorare e di lruggere le anime della gente volgare ( l). Gli indigeni delle isole Gnmbicri (2) (Oceania) comprendono generalmente lulti i loro Dei sollo la denominazione cl' Anw.i110, significante spiriti maligni. Hanno essi un'idea confusa dell'altra vita, ccl asseriscono che i morti, pei quali si ranno le clcbitc preghiere, vanno in un luogo ameno, mentre quelli a cui non fu concesso l'onore del tirau (cerimonia funebre), debbono andare nelle ·tenebre, dove sono divorate da un dio crudele. E ancora. Nangananga, dio dei Fijensi, mette in pezzi le anime dei celibi sopra una pietra nera (3). Dopo morte, l'anima d'un Yitiano va al capo occidentale dell'isola, a Jl'a.nna Levn, e là, in cimn a un albero, aspetta che si raccolgano le anime delle sue donne, devotamente strangolate ulla sua tomba, pcrchè lo accompagnino all'altro mondo. Senza tale compagnia, I'a11ima rimane sul promontorio fatale, sino ~ che non vengn il Dio Ravuyalo ad ucciderla (4). Guai intanto se dimentica a portar seco l'anima d'un dente di balena mascllio ! Perde la sua immortalità, perchè quel dente, piantato in terra, serve a far nascere quell'albero su i cui rami essa deve aspettare. Quanto ci vuole pcrchè si formi l'idea dcli' immortalità dell'anima. L'immortalità è una prerogativa dei capi. A Taili (5) la gente povera muore interamente; la stessa credenza l'hanno gl' indigeni di Tanga (G), quelli di Hawai (7) e i Cuk.is della 'eo Zelanda (8). Nel viaggio che la l'anima per giungere al paese degli spiriti, perviene, quasi sempre, secondo la concezione di molli popoli selvaggi, a un fiume sul quale è uno strcuissimo ponte diJJicilca passare. Tutte le anime che caclono sono giù travolte dnllc acque, e muoiono annegale. Rico1·do che E. llcnan (!J) dice di non veder la ragione pcrchè l'anima d'un l'apu debba e sere immortale. La maggior parte dei selvaggi sono del parere del dotto orientalista francese. Quantunque i Figiani credano che quasi tutti gli oggetti ché li circondano abbiano un'ap_ima, sono convinti d'altra parte che poche sono le anime le quali possano aspirare a eternità di vila. La st1·ada che mena a 1lfb11ln è lunga, cd è così difficile che non tutte le anime riescono a farla. E per quelle che non vi riescono, addio immortalità ( LO). (Continua) G. llAGU~.I. MOLETI. (1) L. Bordeau, Le Problème de la Mort; p. 101. (2) Annali della Propag. della Fede, 1837; p. 200?0~. (3) W1lliams, op. cit., Voi. 1, p. 245, c1t. da Marill1er, pPg. 10. (4) T. Pritcbard, ·Polynesian Reminiscences, p. 365. (5) C. Letourneau; op. ci t., p. 258. (6) Cook, Hist. Univ. des voy. Voi. Xl; p. 298. _ (7) Freycioet, llist. Univ. des Voy. Voi. X VIII; p. 9o. (8) Cruise's Journal; p. 282. (()) Dialogues philosophiques ; p. '. 93. (IO) Yate - Figi and the Figians. Voi. i.; p. 247. Per abbonarsi, spedire lettera o Cartolina-Yaglia a/l'Onorevole Dr. Napoleone Colajannl - Rom!\. §perimentalismo§ociale Il credito agrario in Francia È stata sanzionata e promulgala recentemente in Francia la nuova legge sul credilo agrario, le cui disposizioni costituiscono una importantissima innovazione su quanto è praticato in altri Stati al riguardo del creclito agricolo. E' una legge che merita di essere segnalata specialmente in Italia, paese agricolo per eccellenza, e nel quale il credilo agrario può dirsi non esista ancora. Sino al presente non si è concepito che gli agricoltori possano ottenere delle anticipazioni sui loro prodotti, in attesa della vendita, ritenendoli presso di loro. Si è ammesso, come per le merci ordinarie, che le derrate agrarie possano css~rc depositate nei magazzini generali, contro ,·ilascio di fedi di deposito scontabili (warrants). Anche la nostra legge bancaria del ·IO agosto 1893 all'art. 12, autorizza gli Istituti d'emissione a scontare coteste fedi di deposito, senza distinzione cli merci, si tratti, cioè, di manulatti o cli prodotti agrari, a condizione che non se ne anticipi il valore per oltre i due terzi, in ragione del prezzo corrente. I vantaggi che derivano dai magazzini generali e dalla possibilità cli scontare le fedi cli deposito, che elle e si rilasciano, sono preziosi anche per gli agricoltori. Sono essi che impediscono le coalizioni dei compratori, gli aggiotaggi cl.egli incettatori, i quali avviliscono i prezzi delle merci per accaparrarsele a miglio,· mercato, approfittando ciel bisogno degli agricoltori di vendere per pagare i lilli, le imposte, per riavviare le coltivazioni ccc. Con le anticipazioni sui warra11ls, essi possono sfidare la speculazione disonesta, e, a ogni modo, attendere i prezzi migliori pc,· vendere. Il funzionamento elci Magazzini generali si fonda su questo canone inconcusso ciel diritto civile, tramandato dal giure romano, che il pegno non possa rimanere nelle mani di colui che siasi fatta concedere una sovvenzione in danaro su di e so. Il i\Iagazzino generale funziona da intcrmccliario fra il proprietario clcllc merci e clcrn1lc, che riceve in clcposito, e colui o quella Banca che anticipa il danaro in l>asc al certificato da esso rilascialo. Chi abbia dato questo danaro sa di certo che i valori impegnati pc1· garantirne il rimborso ono bene custoditi. e difesi (la ogni insidia; che, in caso climancato rin{bo1·o dell'anticipazione alla scadenza, essi potranno essere realizzali, con sicurezza di ricupero integrale, tanto pc1· il capitale quanto per gli interessi. Si comprende però come non Lutli i produttori agrari, po ano acccllcrc ai benefizi offerti dai i\Iagazzini generali. Que ti da noi scarseggiano e non sono troppo numerosi nemmeno in Francia. E, ad ogni modo si intuisce che le spese cli lrasporto saranno scmp/c di grave irnpcclimcnto a che i produltori più lontani dal i\Iagazzino e meno agiati, possano approfittarne.
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