Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 10 - 30 novembre 1897

RIVISTA POPOJ,ARE DI POLITICA LETTEilE E SCIENZE SOCIALI -103 fantasia si sbrigli cl'un tratto per giungere alla concezione cl'un'anima spirituale, d'un'anima che non muore, cl'un'anima premiata o punita iu una seconda vita, per benemerenze o colpe della prima. Pe1· pazza elle vogliate immaginarla, la fantasia è una facoltù lentissima nelle sue invenzioni, ccl ha per giunta tcnclcnzc conservatrici, oncle ab.banclona a fatica un so• gno vecchio per una credenza nuova. Appena l'uomo intanto s'è sviluppato sino n provare la sorpresa di sentire qualcosa di cui vuol darsi ragione, quando av,·erte un pensiero dentro la testa, elci battiti in mezzo al petto e clei moti nei polsi, immagina, cd è naturale, che vi sia un essere il quale produca quei pensieri, quei battiti, quei moti, onde la credenza in tre anime, rcsiclcnti sotto la fronte, nel cuore e nelle braccia, comune a molti selvaggi, per esempio agli Akambus (1), i quali pensano che !'ani• ma del cuore, dopo morte, diventa spirito, poyé (2). Gl' isolani di Viti (3) sono del parere che le anime sicno cluc. I Fidji dànno all'omb'ra proiettata da un uomo, quando è al sole, il nome di spiritonero. Questo spirito lo segue nella fossa, e si lascia seppellire insieme al corpo. L'immagine rinessa ncll'acqun, nei corpi specchianti invece è tenuta in conto di spirito leggero, destinato a sorte diversa (4). Anche gli antichi Egiziani crcclcvnno all'esistenza di parecchie anime, una clcllc quali un po' grossolana, era una specie di corpo aflinato, avente colore, lineamenti e forme umane. Il Mnspero (5) chimna tal anima corporale il doppio ; infatti essa è come un corpo etereo. Il doppio, nella crcclcnza egiziana antica, ha tutti i bisogni dcli' uomo vivente, e abita presso la mummia, in un cnnto ùella tomba. Per i Kllonds clell'Orissa tre anime non bastano: ne immaginano quattro: una delle quali muore con l'uomo; l'altra rimane nella tribù, per animare un nuovo bambino; la terza va a raggiungere il. Dio Uuro; e la quarta s'incarna talol'a iu qualche tigl'c (6). Anclle i Dakotal cicli'America elci Nortl credono all'esistenza cli quattro anime, una delle quali rimane nel villaggio, mentre, clcllc altre tre, la prima si slancia ncll'arin, la seconda va nel soggiorno degli spiriti, e l'altra rimane acl aliare attorno al corpo (7). Per i l\lalgasci le anime sono tre: la prima, che essi chiamano aina, muore col corpo; la seconda eletta saina, prende la granclc aria, e la terza, matoatoa, appare come fantasma vicino alla fossa (8). I Cara·11)i (9) asseriscono che, appena un uomo muore, (i) Rochefurt. Hist: naturelle et moral des lles Antil• /es. 1658. (2) Delaborde. Recueil de divers voyages, Hi8L (3) Wi!liams, Fiji and the Fijians. Voi. I.; p. 185. (4) Williams. op: cit:, Voi. I.; p. 241. Citato da Bourdeau, Le Probleme de la Mort, p. 60. (5) Masp,·ro, IIistoire des dmes dans l'Egypte ancienne (Revue scientifique, 9 marzo 1879). Vedi anche A. Lefèvre - La Philosophie. (6) G. De Rialle, La Mythologie comparée. Voi. 1.; p. 110. (7) G. De Rialle, op. cit: Voi. i.; r-109. (8) G. De Rialle, op. cii: Voi. I.; p. 109. (9) G. De Rialle, op. cit: Voi. I.; p. 109. gli esce clalla testa uno spirito buono, <laicuore uno spirito aereo, e gli escano dalle membra molti spiriti cattivi. Alcuni negri poi giurano ( I) che l'uomo, nasccntlo, riceva clal Dio l\rawé un'anima, soghe, che lo fa ,·ive1·r, e un'ombra, l11.1vo, che è il suo spirito protettore, il quale ritorna al Nodsie, paese clcllc anime, llopo mortr, lasciando uno spettro, uoali, sulla terra. Altri immaginano che una delle quattro anime, susama, possa essere avvertita dalla voce interna. Cominciano gli albori della coscienza. l\lentrc scrivo queste pagine, corro con la memoria a quei giorni della mia prima giovinezza in cui un maestro assai reputato in quella vecchia maniera di filosofare, che seguita ancora ad aver credito in molte scuole italiane, mi parlava dell'anima umana, come se l'avesse còlta per l'ala, e -confitta con uno spillo sul suo tavolo eia studio a inquisirla dj llomande. La credenza nell'anima era per lui una di quelle verità primitive, che prcndon forza clal consentimento universale; oncle mi diceva: « Gli stessi selvaggi sentono di essere possccluti da un'arcana virtù animatrice a cui attribuiscono quelle facoltà che non possono esser clatc alla materia ». Io non so veramente cli che conforto possa riuscire alla scienza l'autorità clei filosofi delle sch·c; acl ogni moclo, se l'opinione ciel selvaggi dovesse aver valore in filosofia,non dovremmo solamente tener conto clelln credenza che essi hanno nelle cluc, tre, quattt·o anime di cinscun uomo, ma nella credenza che han parimenti nelle anime delle bestie, degli alberi, ùclle pietre e di tutte le cose. Quanùo l'anima di un Polinesiano lascia la terra, è accornpagnata nel moneto cli là eia tutte le anime cle• gli oggetti, che sono stati rotti ai suoi luncrali (2).E, pit'1 parlicolarmcnfc, i. , iliani (3) han fccle che eia un'ascia che si rompn, <la un albero che secchi, eia una capanna che sia clemolita, si sprigioni un'ombra, uno spirito, un'emanazione invisibile, un'anima, che prende la via del loro paradiso, il Balolu. Per effetto cli simili crcclenzc, stdla fossa clcll'estinto i superstiti uccidono un cavallo, che clcvc portare il suo padrone nel monclo cli là; e seppelliscono, insieme al morto, la pipa, l'accetta, la fionda, gli arnesi ùa pesca, le monete e tutt~ quelle cose di cui l'anima si deve servire nel paese clegli spiriti, simile in tutto al nostro, clal quale non differisce che per le penetrabili vacuità clelle persone e clellc cose, che serbano del primo loro essere, per quanto etereo, ogni contorno cli figura riconoscibile sempre nella sua diafanità. E' il sogno, dicono molti filosofi, che ha potuto contrilrnirc in gran parte a for nascere nei selvaggi la prima iclca cl'un anima che possa cli.vidcrsi eia! corpo. Quella dei sogni è prr gl' ignoranti vita vissuta e non gioco cli fantasia. Se un selvaggio è sicuro d'escrc rimasto, clorrncnclo, in un luogo e, svegliato, ricorda cli tornar eia lontano o cl'aver vecluto gente morta eia tempo, non saprà fare a meno ùi spiegarsi la co~a che irnrnag·inanclo tl'csscrc uscito, in ispirito, (1) G. De RiaLe, op. cit: Voi. I.; p. 109. (2) M. Radiguet. Derniers uiuvages; p. 181. (3) Williams; op. cit. Voi. I; p. 183.

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