Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 10 - 30 novembre 1897

192 RIVISTA POPOLAREDI POLITICALETTERE E SCIENZE SOCIALI rispetto ni loro progenitori dni quali, per tante generazioni (li seguito, hanno crcclit.1toun patrimonio più. o mc110!'i.eco tli esperieuze e cli sogni. Gli studiosi non possono che mettere, dalle più ingenue alle più complicate, in un certo ordine di prima e cli poi le varie (autasic clcllerazze inferiori, per cercar cli connettere in conlinuit/1 evolutiva il lavoro compiuto clalla fantasia 111naunnell'abbozzare una cli quelle iClec,elle, in progresso cli tempo, prende scmbinnza cl' innata o cli rivelata dai supcl'i. 'on è possibile seguire l'evoluzione cl'un iclcn presso un solo popolo. Per applicnre questo metodo nll' iclcaclcll'anima, comincerò col clirYi elle sono molte e molte nell'Africa nera e nel resto clella terra le popolazioni selvagge, le qu,tli 11011seguono con pietoso occhio cl'amorc cli là clclla vita i loro poveri morti, giaccbè non llanno cognizione alcuna dell'anima. Scconclo il missionario Clark, citato eia Letourncau (1), i selvaggi che popolavano l'occiclc11tecicli'isola di Tasmania, non avevano idea cl'una vita futura; essi pensavano di dover morire come i lmngnru. In un canto raccolto nell'Africa Equatol'iale clal Du Cbaillu (pag. 43), i selvaggi clicono: " fino a che siamo giovani e /01·/i, cantiamo, « dcm~iamo,ridiamo; giace/tè, clopo la vita, è la « morte; il corpo imputridisce, il venne lo rnangiche « lnllo è finito pe1· sempre ». Seconclo Campbell (2), Levaillant (3), Tbompson (4) gli Ottentoti non hanno nessuna i(lea nè cli vita avvenire, nè cli Numi rimuneratori; « creclono invece di dover morire come le bestie». Il viaggiatore G. Schweinfurth (5) cita un canto funerario, che comincia con le parole « lutto è finito per sempre » a dimostrare che alctme tribù clell'Africa orientale non credono per nulla all'esistenza d'una vita ultramondana. 'emmeno i Rongos dell'alto Nilo han tale credenza, aggiunge lo stesso viaggiatore (6). Un missionario, elle visitò Tahiti nel '1879,trovò (7) che gli abitanti di quella terra non avevano idea cli sorta della grandezza, clella potenza e della bontà di Dio: ai loro occhi ciò che esiste è venuto da sè. La risurrezione del corpo, quale era predicata dai missionari, dice Ellis (8), « pareva ai Tahitiani mernvi- « gliosa e incredibile, e, a mano a mano che questo « argomento era più spesso da noi ventilato nelle « prediche, nei discorsi pulJl>licio nella spiegazione « delle clivinescritture, i sclv.iggi dovevano applicarvi « un'attenzione sempre più crescente, per farne l'ap- " plicazione ai loro avi, a sè stessi e ai prop1•icliscen- " denti, giacchè pa1·eva ad essi involto di straordina- " rie clifflcoltà,impossibili quasi acl essere da lol'O « comprese ». l Dinka (9) credono in Dio, e lo chiamano Den-clicl; (1) La Sociologie aprés l' Elhnographie, p. 249. (2) Hist: Univ: des voy: Voi. XXIX, p. 340. (3) His/: Univ: aes voy: Voi. XXIV, p. 51, 342. (4) Hist: Univ: des voy: Voi. XXIX, p. 196. (5) The Heart of Africa. Voi. I. p. 306. (6) Op. cit., Voi. i: p. 304. (7) Annali della Pi·opag: della fede. 18ì9; p. 461. (8) Polynesian rescarches Voi. II. p. 165. (9) P. Gilbert. L' Afrique inconnue. Tours, 1865; p. i95. sanno che ha creato il solC',la luna e gli uomini; ma non creclonoali' immortalità dell'anima, e pensano che, per l'uomo, tutto finisce con la morte. Cli Enganesi dcli' Isola tlellc Donne, scco11dola testimonianza lici lllocligliani (1), non banno idea nè lii Dio, nè di vita ctcrnn, nè cli ricompense future. lcloli in quell'isola 11011ve 11csono cli nessun genere. Gli Esquimesi (2) della baia cl'Jlll(Json ignorano pu,· essi che cosa sia vita futur:i, così come i Latukn, meticci cli Ncg·r·iC' cli Galla (3). !\è i Sercri, i quali occupano in Africa le terre che stcnclonsi a mrzzogiorno ciel paese dei Wolo(~ ;i quel che ne cliconoLalJat e llriie (4), ha11no nozione della divinitù o clella vita an,enire. Le notizie riguarclanli la increclulilà elciselvaggi sl raccolgono a piene mani dai libri climille viag·giatori. Lo Kolff (i:>) testimonia che gli A1·arura cli Yorka~r, non hanno nè religione, nè la più confusa icleaclella immortalità dell'anima. A tulle le sue domande intorno a questo soggetto, i selvag;;-i risponclevauo: « Nessun //ra/11ra è /ornato, dopo morte; non possiamo qui11diavere nessuna conoscen=a c/'1111◊ stato /nluro, di cui sentiamo parlare ora per la primci volla ». Continui.uno. I Calilorniani studiati eia!pnct,·ellaer. gert (O), prima che si convertissero al cristianesimo furono trovali senza giuclici, senza puUzia e senza leggi. Ignoti erano ad essi gli icloli, i templi, il c·ulto e le cerimonie religiose; non conoscevano nè il vero Dio, nè le false divinità. Ilo stucliatocon grande cura, dice quel buon missionario, coloro coi quali son vis• suto, per accertarmi se abbiamo idea di rno, clivita futLtra, d'anima; ma non ho potuto scoprire nelle l01·0menti la piì1 lieve traccia cli simili conoscenze. La loro lingua non ha parole per signirìcare nè l'idea cli Dio, nè quella clell'anima. • Jolm Smilh (7), Robertson (1i), Lichtenstein (9), clànno, dei popoli clella Virginia e cli altre triliù selvagge clell'America e dell'Africa, notizie JJressoa poco uguali a quelle che v' ho clato a leggel'c sino1·a. Dov1·emmopoter seguire un popolo nello evolgersi delle sue facoltà intellettive, per notare il passaggio dalla percezione immediata alle primissime e più semplici creazioni clella fantasia; ma, ve lo accennai, tali esperienze non sono possibili, giacchè per farle occonercblJero secoli e secoli, e chi sa quante generazioni di sperimentatori, i quali non giungerebbero mai fo1·se a sorprendere nel!' istante propizio la fantasia elle nasce. DoblJiamo quincli contentarci (li stucliare in cli- ,,èrsi popoli-gli siactisuccessivi dello sviluppo della intellige11zaumana. Sbagliereste poi a credere che, appena nata, la (1) L'isola delle Donne. Milano, 189~; p. 253. (2) Ross. Voyage au pòle Nord, citato da L. Bourdeau, - Le Probleme de la Mort, p. 20. (3) A. Hovelacque. Les Nègi·es; p. 418. (4) Nouvelle Relation cle l' Afrique occidentale. Paris, 172~, Voi. IV; p. 156. (5) Voyages of the Dourga. p3g. 159. (6) Smilhsonian ti-ansactions. 1863 64; p. 390. (7) Voyoge in Virginia. Pag, 138. (8) Hi.~t: of America, lib. IV; p. 122. (9) 'l'ravel in Southern Afi-ica. Voi. I; p. 253.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==