Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 10 - 30 novembre 1897

HlO RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI gandolo, cioè superandolo nel senso hegeliano della parola. Allrove abbiamo rilevato fugacemente, fermandoci poi di proposito su uno solo, i punti principali in cui il Loria si scosta e differisce dal iUarx. Se non che se il verdetto della critica circa il posto eia assegnare al Loria nella storia del pensiero economico non può ancor essere clato con quella serenità e imparzialitù che si clovrebbe, crediamo tuttavia che un giudizio, inYece, si può portare, equanimemente sul modo oncle il Loria concepisce e rende il pensiero suo, vale a clire, sulla forma artistica, sull'arte con cui il Loria sa abbellire la materia cli cui è signore. Pochi economisti e scienziati in Italia, a cliffcrcnza elci pensatori francesi cli cui la caratteristica più spiccata è l'amabile limpidità èlclla forma, onde si compiacciono adornare anche le teorie più astruse, possono vantare la l)ellczza e la perspicuità dello stile insieme alla profondità ciel pensiero. Se uoi, per limitarci come è ciel caso, all'economia, ne guardiamo in breve la storia, vediamo, se non siamo vittima cli un abbaglio, come in mezzo alla folla elci nostri economisti, anche grandi e benemeriti, spicchino i soli nomi gloriosi cli Pellegrino Rossi che presentò nelle sue lezioni al collegio cli Fran·cia in Parigi, in veste smagliante, le teorie della scuola inglese; di Francesco Ferrara che eiettò una serie cli mirabili prefazioni alle opere raccolte nella biblioteca clell'economista nel suo periodo più fulgido; di Luigi Luzzatti, scrittore imparcggia.bilc e di Acllille Loria, il cui stile colorito e limpido e rispecchiante sempre la plastica cu1·itmia ciel concepimento, è riconosciuto anche da coloro che ogni merito gli vorrcl)bcro ncgai·e. ' Infatti il Croce il quale ha avuto il torto imperdonabile di parlare del Loria senza quel rispetto che gli si deve J)c1· il suo inconcusso valore scientifico e anche - non bisogna climenticarlo - per le sue benemerenze in riguardo del socialismo in Italia, non ha potuto tara meno di notare, che il Lori a è uno scrittore / acile; abbondante, immaginoso, fiorito (I). E facile e bri.llantc è appunto cosi il modo di scrivere come il modo di parlare del Loria, il quale, sebbene non sia un oratore nel vero senso della parola, è, Lntta,•ia, un parlatore elegante che arrascina insieme colla precisione del linguaggio che scolpisce e collo splendore delle immagini che colpiscono, dando vita e calore ai concetti. E questo modo cli parlare non proviene da uno sforzo, ma sgorga spontaneo e scevro di ogni artilìcio, dalla natura stessa della sua mente, cosi come è lontano da ogni falso brillante di nna rettorica fredda e compassata il suo modo di scriYerc. Si potrà naturalmente, a voler guardare colle lenti, trovare qualche volta delle immagini o poco proprie o stentate e delle metafore o troppo ardite o bnrocclle, ma nel complesso la sua forma e sempre splendida, luminosa e trasparente. Indiscutibilmente c1uesto suo lavoro di cesellatura dei pensiero per farlo risaltare in tutta la sua plastica evidenza, in tutte le sue slumature, gli deve es- (iì Le teqrie storiche del prof. Loria. p. 39.Napoli. i897. sere costato molta fatica e molto studio, eguale quasi a quello durato nell'acquisto e nell'assimilazione della sua sconfinata cultura in fallo cli economia e di sociologia. E la prova manifesta della conoscenza e famigliarità sua colla letteratura antica e moderna sono disseminate in tutte le sue opere, quantunque mai cli proposito si sia intrattenuto a guardare, anche clall'aspetto sociologico, un tema esclusivamente lctten1rio. A tutti quanti ne banno anclJC appena scorso le opere poderose era noto come il Loria non rosse uno di quelli specialisti, tnnto in voga oggidì, che si chiudono clcliberatamcnle nel proprio bozzolo senza mai guardare una spanna al cli fuori del proprio guscio, ma come egli fosse una mente vasta, nutrila, conscia cli tulle quante le principali manifestazioni intellettuali di questa nostra vita agitata e tumultuosa; ma, però, la prova provata che egli sapeva trattare da maestro anche p1·oblcmi estranei alla severa disciplina della ricchezza e della povertà che da vent'anni con fede immutata coltiva, l'ha data, soltanto, ora è poco, con questa splendida conferenza sulla letlcraturn dell'esilio, elle ci porge occasione cli vedere, come in iscorcio, senza riportare elci passi delle sue opc1·e,la potenza dello stile elci Loria, in cni con mirabile armonia si tempc1·,mo e si fondono l'acutezza del critico, la prolonclità dello scienzato e la genialità luminosa e creatrice dell'artista. Ci sia perciò permesso cli riassumere qLrii principali concetti che questa conlercnza racclliuclc in riguardo alle manifestazioni sociali e intellettuali che si svolgono d'attorno al fenomeno clcll'csilio, e che hanno formato tanta e cosi gentil parte della nostra Jelteratm·a nella prima metà di questo secolo, per provocare, forse, in qualcuno il desiderio cli investigare più a fondo questo tema importante studiato quì soltanto, a grandi tratti, nelle sue linee fondamentali e cioè precisamente nelle sue condizioni genetiche, ne' suoi caratteri più salienti, nella funzione ch'c~so adempie e nel solco luminoso che lascia ncUa storia elci pensiero. Acciocchè l'esil.io dia vita a una letteratura è d'uopo, avverte tosto il Loria, che i clannati ali' esilio sicno gli eletti depositari dell'arte e della scienza nazionale e non i. torvi affigliati ciel delitto; e che questi reietti della patria trovino una terra d'asilo ove possano liberamente sprigionare, senza tema cli bavagli nè di ceppi, la propria critica ribelle. Frullo della coesistenza della franchigia e del servaggio, questa letteratLU'a si svolge tosto con caratteri spiccatamente propri. Anzitutto sotto l'azione inconscia dcll' esilio lo stile dello scrittore si modifica e se talora perde della sua purezza intarsianclosi di barbarismi, la maggior parte delle volte nel contatto con una favella straniera si affina e migliora, coadiuvato in ciò mirabilmente dall'amore e daUa cura con cui l'esule in terra straniera accarezza e coltiva l'unico tesoro che possiede e che colle sue recondite bellezze ancor gli parla della patria lontana, suscitandogli melanconiche rimembranze uni· tamente al rimpianto per la famiglia e alla nostalgia per la sua terra adorata. Questo è il segreto motivo per cui la Stael raggiunse fra i dolori dcli' esilio la

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