.J.68 RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI George del pari ci ha fatto sapere che i suoi funerali dettero luogo ad una manifestazione quale non si era vista più dopo le esequie del generale Grant. Henry George, però non era stato il vincitore delle grandi battaglie - famosa quella di Richmond - contro i secessionisti, che salvarono l'unità della repubblica delle stelle; nè era stato per due volte Presidente della Repubblica come Grant; la grandiosità. della manifestazione in suo favore, quindi, ha qualche cosa in sè che induce a meditare sulle cause che la determinarono e che quasi incoraggia a sperare nella maturità dei tempi per la realizzazione di quelli ideali, incarnati nella .persona del George. Henry George non fu generale vittorioso non fu capo di un grande Stato - le due posizioni ufficiali che impongono di ordinario rispetto e ammirazione alle masse - egli fu appe~a candidato alla presidenza della repubblica ed al posto di sindaco di New-York, posto d' impo1·tanzapolitica enorme; è morto negli ultimi momenti della lotta per ot tenere questa carica, a causa del grandi~simo lavoro cui era andato incontro. Henry George 'era uno scrittore socialista; ma di natura tale che la sua propaganda assunse quasi il carattere di un apostolato religioso. Ciò spiega la sua popolarità straordinaria e la commozione dell'America del Nord e di buona parte dell'Europa all'annunzio della sua morte. Di George si hanno, oltre numero,i articoli di giornali e riviste, tre libri: Progresso e povertà, Problemi sociali e La lettera a Leone XIII sulla Enciclica DE COKJHTION~:OPlFlCl,;.\[. Progresso e povertà fu l'opera che gli assicurò di un tratto la celebrità, Non c'intratterremo ad esporre le dottrine e il mezzo - l'imposta unica - per realizzarle, che egli espose in questa ricerca intorno alle cause delle cJ,epressionindustriali e dell'accrescimento della miseria col crescere della ricchezw perchè di esse più volte venne fatto cenno in questa stessa rivista e tutti i giornali politici d'Italia in occasione della morte del ioro autore s'intrattennero; ricorderemo soltanto che di Progresso e povertà si sono vendute molte milioni di copie uell' America del Nord; se ne fe. cero tre edizioni - di 60 mila, di 40 mila e di 18 mila copie per una - in Inghilterra; e si fecero traduzioni in tutte le lingue. Per comprendere l'azione esercitata da questo libro bisogna leggel'e ciò che i coniugi Webb hanno scritto sul nuovo indirizzo socialistico delle Trade Unions, che in grandissima parte attribuiscono al fascino del libro di George. Tutti gli economisti, più o meno ortodossi, sentirono il bisogno di combattere la sua teoria ed in Italia Achille Loria nell'ultima sua pubblicazione - La proprietà fondiaria e la quistione sociale - e il MosèDari nella Prefazione alla traduzione dei Problemi sociali ne hanno fatto una critica perspicace, sebbene da un punto di vista diverso. I Problemi sociali non ebbero la stessa fortuna di Progresso e povertà sebbene contengano gli stessi pregi e gli stessi difetti; notiamo che vi predomina un soverchio pessimismo sulle condizioni degli Stati Uniti, che viene smentito dai fatti e dalle statistiche più accurate. La lettera a Leone XIII è quale poteva scriverla un vero cristiano imbevuto sino alle ciglia dello spirito animatore della religione di Gesù di Nazareth e che si sdegna delle mezze misure, dei tentennamenti, degli opportunismi del suo preteso rappresentante in terra. In tutti gli scritti del George c' è qualche cosa d'ideale e di mistico, che riesce a penetrare il cuore delle masse, anche quando non ne illumina la mente. Di Progresso e povertà Henry George scrive: e qualunque sia il suo destino esso mrà « letto da qualcuno che nel fondo del suo cuore « ha impresso l'emblema di una crociata. La ve- « rità, che io vi dico tr.overà amici che lavora• « ranno, soffriranno e se oécorre moriranno per · «essa». Egli era un credente in un avvenire migliore, un innamorato di ogni cosa buona e giusta, un censore delle nequizie sociali che aspirava a vedere « la città di Dio sulla terra colle sue mura « di diaspro e le sue porte di perle». In Henry George c'era qualche cosa che ricordava la fede e lo stile di Giuseppe Mazzini, verso il quale il primo manifestò più vvlte la propria ammirazione nei Problemi sociali. Di lui ricordiamo, infine, che fu tra i pochi nord-americani popolarissimi, che abbiano soste-. nuto il libero scambio nei giornali e nei libri; e che gl' intolleranti e fanatici M~rxisti lo trattarono non solo con supremo disprezzo, ma qualche volta lo considerarono come un rinnegato. E dire che la causa del socialismo gli deve tanto ! LA RlVlSTA. Contro il domiccioliaotto Per quanto si esamini, il progetto di legge sul domicilio coatto, già approvato dal Senato, e presentato dall'onorevole di Huclinì alla Camera elettiva, ponendosi da un punto di vista il più conservatore, senza nessun preconcetto (li censura, non si può a meno di rimanere impressionati dalla grettezza di spirito e cli coltura, e dalla negazione di ogni senso di civiltà e di progresso, che il progetto medesimo rivela. E' strano davvero che un istituto come il domicilio coatto, contro il quale si sono scagliali uomini di tutti i partiti, di tutte le scuole gittrictiche, personaggi politici, e pubblici funzionari, gente pratica e teorici, e
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==