Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 9 - 15 novembre 1897

lUVISTA POPOLAH.EDI POLITICALETTEllE E SCIEJ\ZESOCIALI 167 lutiva. In questo secondo caso son sicuro che molti attualmen 1 e incerti vel'rebbero ad ingeos,are le fila del p:i.rtito repubblicano. L'amico Franchetti spiegando il suo passaggio dal Ministerialz'smo ali' Opposizione ha ceeduto di avere staffilato con simpatica impertinenza un uomo e combattuto un ministero; ma quando egli esclama: « non invano sono trascorsi trentasei anni di « governo di clientele; la nazione è matura per « approfittare dell'amara esperienza » a me pare che il suo colpo sia andato al di là del segno. Egli confida nella costituzione di un partito radicale conservatore, che dovrebbe far capo forse a lui; tu speri nella formazione di un partilo radicale progressista guidato da Cavallotti. A me pare, invece, poggiandomi sulle confessioni tue e di Franchetti che dopo l'amara esperienza di trentasei anni la nazione sia matura per qualche cosa di radicale, ma che non sia nè il partito progressista, nè quello conservatore. La nazione li ha visti entrambi alla prova. Dott. N. C0LAJANNI. La lettera del Prof. Pantaleoni pubblicata nel numero precedente della Rivisl:a ha avnto nella stampa liberale italiana l'accoglienza che si meritava per la nobiltà e sincerità dei propositi manifestativi. C'è stata un eccezione e confesso che mi è riuscita delle più dolorose. Nel Don ChiscioUe il Samceno, cli ordinario tanto cauto ed esatto, ha fatto segno l'amico carissimo e veramente illustre ad apprezzamenti ingiusti, cbc hanno provocato una risposta opportuna del Prof. De Viti Dc i\'larco (//vanti, '.0 3 I7). Qualche cosa sento il dovere di aggiungere anche io a ciò che il De Viti ha detto sulla parte rappresentata dal Pantaleoni nella denunzia delle ruberie (\ella Banca Romana, ed è questo: Nel breve periodo corso clal20 Dicembre 1892 al 19 Genn11io ,1893 - giorno in cui avvenne l' arresto ciel Tanlongo - quando era incerto ancora l'esito delle rivelazioni, e quando io in Parlamento e nel giornali agli stipendi della Banca Romana ero fatto segno alle calunnie più infami e alle minaccie più ridicole, il Pantaleoni al ministro cbe gli ricordava esservi un Codice Penale che assicurava la prigione ai clilfamatori rispose fìeramrnte: « Se avete mandato « al. Senato il laclro cbc io accuso, è logico, in ltalia, < che vogliate manclarc in prigione l'accusatore ». Dopo il 19 Gennaio ,1893, quando molti, senza ragione alcuna, volevano avere la loro parte di merito nella pubblicazione Clelia relazione Alvisi, il Panta leoni con una modestia rara, anzi eccezionalissima al giorno cl'oggi, non si fece mai bello clcll'opcra sua. Dovetti Lrasgreclirc le vive raccornanclazioni Jattcmi narrando in Bcmclte e J>arlarnc11/o la partr principalissilna (la lui rappresentata in tutto quel pcrioclo cli aspre battaglie parlamentari e giornalistiche, che fruttarono a lui ed a mà inimicizie irreconciliabili ccl amarezze indicibili. Il Saraceno, con cvi(lentc ingiustizia, ha voluto altenua1·e i meriti scientifici del Panta leoni, e me ne dispiace per la sua meritata fama cli uomo colto e studioso. Può essere vero cbe i libri e le pubblicazioni del secondo non abbiano sollevato rumore tra gli incompetenti; ed a questo riSL1ltatocertamente ha contrilmito l'indole dell'autore che rifugge dalla rèclame volgare e spesso non gratuita, ma il mondo scientifico vero lo tenne sempre in grandissimo conto. A provare l' esattezza di questo giudizio se non bastassero i risultati del concorso per la cattedra cli Economia politica nella maggiore università del regno d' Italia, soccorrerebbe il fatto che il governo del Cantone di Ginevra ha creduto di ~ dover derogare alla regola e cli fargli eccezionali condizioni pur cliaverlo in quella libera Università. i.Hadove l'errore del Saraceno è più evidente è nel ritenere, che il Pantaleoni abbia abbandonato l'Italia, perchè stanco di lottare concludendo che il caso suo costituisce la prova della swrsa e fiaccafibramorale tra noi, mentre presso allri popoli sono numerosie splendidii comballenl'di elleidee,ed operauosante conquiste di cose buone e belle. Si, amico Saraceno, pur troppo è vero che in Italia è scarsa e fiacca la filJra morale nei combattenti; ma hai avuto torto nell' applica re tale verità a i.Uaffeo Pantaleoni ecl io sono convinto che Lumale giudicasti perchè non leggesti la sua lettera, ma ti lasciasti suggestionare tlall'crronro apprezzamento enunciato clai carissimi amici dcli' Italia cielPopolo cli i\lilnno. Leggila e ti convincerai che il Pantalconi non scappa dall'Italia per non combattere, ma se ne va pcrchè crccle che in Italia non possa ulillncntc combattere, e va a prendere posto di ballaglia clovcegli pensa che possa riuscire pit'Lproficua alla patria l'opera sua. Egli non è stanco; tutt'altro - e lo mostrerà. Sono di avviso che pel paese nostro sarebbe stato più utile che il Pantaleoni rimanesse tra noi e la lettera da lui inclirizzatami prova che non esitai a manifestargli, con parole calde cliaffetto, il mio pensiero. Egli, invece, 1u di diverso parere ; ma son sicuro che non tarderà a darmi ragione ; e quando ì\Iaffco Pantaleoni sarà ritornato in Italia, avremo riacquistalo un comballente forte, dotto e leale per la conquista di cose buone e belle. Or. NAl)OLEO~J,;COLAJ.\K~I. HENR Y G-EORG-E La Rivista Popolare mancherebbe al suo dovere se non comacrasse una pagioa all'uomo che è caduto combattendo sul terreno politico sociale e amministrivo in New-Yor·k forse alla vigilia del proprio trionfo. 11 telegrafo come annunziò la morte di Henry

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